“Information sharing produces shared awareness among the participants, and collaborative production relies on shared creation, but collective action creates shared responsibility, by tying the user's identity to the identity of the group.”
“Quando cambiamo il nostro modo di comunicare, cambiamo la nostra società”
Autore
Clay Shirky, anno 1984, è un noto saggista americano catalogabile tra i cyber-ottimisti. È docente alla università di New York e studia gli effetti interdipendenti delle reti tecnologiche, delle strutture e topologie dei social network. Il suo studio e lavoro di saggista è concentrato sull’analisi dei modi in cui le nuove forme di comunicazione influenzano la cultura e viceversa. Alla docenza Shirky affianca la consulenza, la formazione e la scrittura di libri quasi sempre incentrati sugli effetti sociali ed economici delle tecnologie e in particolare di Internet e delle sue applicazioni. Dal 1996, ha scritto numerose opere relative al mondo di Internet; i suoi scritti sono stati pubblicati da Business 2.0, The New York Times, Wall Street Journal, Harvard Business Review e Wired. Il suo libro Here Comes Everybody è visto ma molti tecno-critici o tecnofobi come un manifesto del cyber-ottimismo tecnologico per il pensiero considerato troppo trionfalistico sulle potenzialità delle tecnologie in termini di maggiori libertà, democrazia e opportunità. L’approccio troppo ottimistico sembra mettere in secondo piano qualsiasi analisi critica degli effetti negativi, che pur ci sono e condurre ad una glorificazione della rete che finisce per offuscarne le criticità e non fare un buon servizio a chi la rete la usa e la abita.
Clay Shirky è catalogato tra i tecno-ottimisti ma conosciuto soprattutto come un esperto tecnologico per i suoi studi sugli effetti economici e sociali di Internet, delle nuove tecnologie e dei media sociali. Con un approccio olistico frutto di conoscenze e competenze in ambito antropologico, sociologico e psicologico ma anche di economia e geopolitica, Clay Shirky è uno specialista con le conoscenze adeguate per un'analisi attenta degli effetti futuri delle nuove tecnologie sulla nostra società e sulle nostre vita individuali e personali. Su questi effetti si è concentrato l’intero lavoro del suo libro del 2008 Uno per uno, tutti per tutti, il potere di organizzare senza organizzazione”, diventato in breve tempo un best-seller all’interno delle numerose comunità di tecnofili esistenti in tutto il mondo, compresa l’Italia.
Il libro è del 2008 ed è diventato subito un best-seller, valutato da molti recensori e studiosi della tecnologia come uno dei libri più importanti scritti su Internet e nuove tecnologie. Il libro ha catturato subito anche numerose critiche, per l’eccessivo ottimismo tecnologico e per essere stato scritto prevalentemente per persone acculturate e con accesso alla rete dimenticandosi dei poveri tecnoesclusi, delle persone anziane e di quelle poco acculturate.
Il punto di partenza della riflessione di Shirky è la pervasità delle moderne tecnologie e media sociali che hanno reso Internet un luogo abitato e sociale (wiki, blog, social network, web 2.0, ecc.). I nuovi media sociali hanno modificato profondamente il panorama produttivo e sociale producendo effetti culturali, psicologici ma anche politici ed economici importanti che richiedono nuovi approcci di studio e nuove consapevolezze. I nuovi modelli aggregativi, basati sul coinvolgimento diffuso e la condivisione della conoscenza, tipica del web 2.0 e dei nuovi media, hanno messo in crisi le tradizionali forme organizzative, primi fra tutti i media, spogliati del loro ruolo di selezionatori e diffusori dell'informazione.
Gli effetti prodotti da nuove tipologie di media che permettono la pubblicazione e condivisione rapida di contenuti e oggetti si sono manifestati a livello sociale, organizzativo e aziendale. Non interessa solo il frequentatore del social network ma anche il modo con cui ci si relaziona, si collabora e si interagisce in azienda. La facilità di coordinamento e azione collettiva propria di questo nuovo paradigma, favorisce la produzione di valore con uno sforzo apparente minimo (es. Wikipedia) – ma può generare possibili distorsioni, insidiando le tradizionali forme organizzative, diminuendo il potere delle istituzioni e togliendo alla società il potere di contrastare comportamenti devianti di gruppo.
Shirky, pur cosciente dei potenziali pericoli esistenti, manifesta in tutto il suo libro l’ottimismo di chi è convinto che stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione e la vuole vivere da protagonista. I chiaroscuri che individua sono solo nuove sfide che affronta per tratteggiare i percorsi e le conseguenze positive della rivoluzione digitale in atto.
Là dove si stanno espandendo media sociali potenti e pervasivi come Flickr, Twitter, YouTube e Facebook, la rivoluzione modifica la cultura, il vivere sociale e cambia comportamenti individuali, organizzativi e economici così come influenza i rapporti di potere, quelli sociali e reazionali. È una rivoluzione che si afferma collettivamente grazie a strumenti potenti di comunicazione, interazione e collaborazione.
Attraverso un excursus nella storia dei mezzi della comunicazione, Shirky illustra i cambiamenti radicali intercorsi dall’apparizione della macchina da stampa nel quattordicesimo secolo, l’introduzione del telegrafo, l’invenzione del telefono e la scoperta della radio nel diciottesimo secolo, l’arrivo della televisione e di Internet nel diciannovesimo. Ognuna di queste invenzioni e ogni nuovo strumento di comunicazione ha introdotto novità e prodotto effetti di grande cambiamento nella società del tempo, a cominciare dalla Internet nata nel 1969 e al WWW nato alla fine degli anni 90.
La grande innovazione di Internet non è solo la sua infrastruttura reticolare che ha cancellato le barriere temporali e spaziali ma in primo luogo la sua vocazione sociale e comunitaria che ha cambiato il modo di comunicare introducendo nuovi modelli di interazione, condivisione, collaborazione e azione. Con Internet la comunicazione diventa democratica e globale, tutti possono comunicare con tutti, tutto diventa medium (messaggio) e comunicazione e tutti possono contribuire con i loro contenuti alla creazione e diffusione di nuova conoscenza.
Per dimostrare il ruolo dirompente giocato dalle nuove tecnologie Shirky ricorre a fatti di cronaca, aneddoti e casi reali che gli servono a dimostrare gli effetti positivi sulla vita quotidiana delle persone. Il libro si apre su uno di questi casi, il racconto della perdita del telefono cellulare personale da parte di una giovane donna prossima alle nozze e che riesce a recuperare l’oggetto perduto a causa di un furto grazie all’utilizzo dei media sociali, alla facilità con cui ha potuto recuperare i dati del suo dispositivo e alla collaborazione online.
La storia ha avuto un esito negativo per la persona che ha praticato il furto ma uno positivo per la protagonista che in poche ore ha recuperato i suoi dati e in dieci giorni anche il dispositivo personale. L’esito non è stato il prodotto di un’azione di polizia ma della collaborazione, condivisione e comunicazione di un gruppo di persone tramite social network, blog e posta elettronica. Il tutto senza costi eccessivi. Unica eccezione l’impegno profuso dai partecipanti alle reti di amicizia e alle loro azioni individuali finalizzate a socializzare un’esperienza, ad aiutare un contatto/amico e a facilitare il passaparola. I mezzi tecnologici hanno funzionato da media, da piattaforma e struttura per la collaborazione e condivisione e da strumento virale.
Convinto che Internet sia una piattaforma essenzialmente comunitaria e democratica, l’autore esalta le piattaforme di social networking per la libertà che lasciano ai loro utilizzatori nel comunicare, creare gruppi e interagire in mille forme possibili e quasi sempre, gratuitamente. Per dimostrare la validità della sua visione di Internet, Shirky illustra alcuni esempi di collaborazione che solo la rete ha potuto rendere possibili nella loro dimensione, ricchezza e globalizzazione.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Gli esempi citati sono numerosi ma due su tutti, Linux e Wikipedia, indicano la capacità di Internet e delle nuove tecnologie di produrre cambiamenti profondi. La rete grazie a Wikipedia è diventata 2.0 e si è evoluta negli spazi sociali e abitati che oggi conosciamo come social network. Ciò che per Wikipedia e Linux è stata una collaborazione limitata a poche centinaia e migliaia di persone, con i media sociali si è estesa a tutti dando vita a nuove forme e modelli di comunicazione e scambio ma soprattutto a migliaia di nuove comunità, gruppi, tribù, reti sociali e altre forme di aggregazione e collaborazione online (Flickr, Linkedin, Twitter, ecc.).
È grazie a strumenti come Flickr che eventi storici come la Mermaid Parade di Coney Island è stata raccontata in modo innovativo ed efficace attraverso la semplice condivisone di migliaia di foto scattate dai partecipanti, permettendo a chi non può partecipare di acculturarsi, informarsi e divertirsi semplicemente partecipando a una rete sociale online. Oggi Flickr è usato per raccontare altri eventi, non sempre conosciuti o famosi ma anche per commemorare anniversari e feste private di compleanno, feste tra amici, lauree e altri eventi sociali.
È grazie a strumenti come Twitter che gli attivisti delle primavere arabe hanno potuto organizzarsi comunicando e scambiandosi rapidamente i loro messaggi con lo scopo di collaborare, condividere informazioni per finalizzarle all’azione.
L’avvento di strumenti e media sociali come WordPress, Twitter, Flickr, Second Life, Bebo, Craiglist, MySpace e Facebook, ha favorito e dato vita a nuove forme di aggregazione e opportunità di azione eliminando alcune delle restrizioni tipiche che ostacolano il lavoro di gruppo come la temporalità, i costi, e la distanza. La facilità e la rapidità con cui si possono creare delle nuove comunità e reti sociali sono la concretizzazione della promessa della rete e della sua efficienza ma anche della pratica sociale che di essa fanno le persone.
Dopo una fase di sperimentazione e bricolage, oggi moltitudini di utenti hanno appreso come trarre vantaggi e benefici dalle nuove tecnologie e come gestire le numerose funzionalità e applicazioni disponibili. La cultura della rete permette a tutti di accedere facilmente a nuovi contenuti, di generarne di nuovi, di condividerli, di trasformarli e usarli in attività personali, professionali e aziendali.
Cercare di prevedere cosa possa nascere dai nuovi media e relative tecnologie è praticamente impossibile. Secondo Shirky la rivoluzione tecnologica come qualsiasi altra che l’ha preceduta, non comporta una transizione lineare da un punto ‘A’ ad uno ‘B’ e gli effetti che produce si manifestano per molti anni a seguire ma in direzioni e con risultati non anticipabili. L’invenzione di Gutenberg finì per favorire la rivoluzione Protestante di Martin Lutero così come quella Mobile dei nostri giorni ha ridato slancio alla scrittura e alla documentalità (vedi libri sull’argomento di Maurizio Ferraris). Le conseguenze della socialità della rete espressa dai social network sono al momento assolutamente non prevedibili.
Shirky nel suo libro cita il caso del giornalismo professionale che si è incamminato verso un punto morto per il manifestarsi di nuove pratiche di scrittura che vedono come protagonisti milioni di nuovi giornalisti, senza patentino ma bravissimi, grazie all’uso che qualsiasi cittadino della rete può fare delle applicazioni e delle nuove funzionalità online della blogosfera, del web 2.0 e dei media sociali.
Quello che è avvenuto nel mondo del giornalismo è un cambio di paradigma causato dalla forza dirompente delle nuove tecnologie che hanno permesso di imporre nuovi modelli di trasparenza e libertà (viene a mancare il filtro tipico dei modelli tradizionali), di proporre le notizie in modi diversi e di raggiungere un pubblico di lettori più vasto e interessato.
L’entusiasmo di Clay Shirky nei confronti della tecnologia ha provocato molte reazioni per la radicalità (se la prende con i tecnofobi descritti come struzzi con la testa nella sabbia) con cui difende la sua visione e sostiene alcuni cambiamenti in atto, ad esempio nel campo educativo o nella distribuzione musicale condivisa, come inevitabili e privi di alternative.
Il libro di Shirky è impregnato della contro-cultura targata anni 60 con le sue visioni libertarie e democratiche. Peccato che la semplice attribuzione dello spirito di quella cultura al web di oggi risulta un po’ naive. Nel suo peana per la tecnologia Shirky sembra dimenticare l’ambiguità e la contraddittorietà di tecnologie i cui effetti derivano dall’uso che se fa. Naive e in parte superficiale risulta anche l’insistenza sulla forza dell'intermediazione prodotta dalla rete e che non tiene conto delle molte nuove intermediazioni che nel frattempo si sono create.
A distanza di alcuni anni, quelli che separano l’uscita del suo libro da oggi, le posizioni di Shirky sulla rete sono cambiate.
Rimane l’entusiasmo ma è moderato dalla riflessione critica su quanto nel frattempo è successo. Internet non è sempre il mezzo perfetto per l’azione (Internet is better at "NO" than "GO") e oggi sembra privilegiare reti di legami deboli e superficiali rispetto a quelle con legami forti e intensi.
Cambiate sono anche le percezioni sulle potenzialità positive della rete in politica a sostegno di nuove forme di democrazia. Più che favorire l’emergere di nuovi obiettivi politici condivisi, Internet sembra favorire l’incontro di persone che condividono i loro obiettivi e la cui integrazione rimane un problema difficilmente risolvibile.
Dopo Uno per uno, tutti per tutti, il potere di organizzare senza organizzazione, Shirky ha pubblicato in Italia Surplus Cognitivo (Codice Edizioni, 2010), un libro sul tempo libero e i nuovi media.
Un libro, quest'ultimo, di cui consiglio a tutti la lettura!
Scheda libro
Titolo intero: Uno per uno, tutti per tutti, il potere di organizzare senza organizzazione
Titolo originale: Here Comes Everybody: The Power of Organizing Without Organizations
Genere: Informatica e Internet
Listino: 14,80
Editore: Penguin
Collana:
Pagine: 344
Data uscita: 24 febbraio 2009
Bibliografia
- The Internet by E-mail, Emeryville, CA, Ziff-Davis Press, 1994.
- Voices from the Net, Emeryville, CA, Ziff-Davis Press, 1995.
- Planning for Web Services: Obstacles and Opportunities, Sebastopol, O'Reilly, 2002.
- Uno per uno, tutti per tutti: il potere di organizzare senza organizzazione, Torino, Codice, 2009
- Surplus cognitivo: creatività e generosità nell'era digitale, Torino, Codice, 2010.