"La velocità di fuga è la velocità richiesta a un corpo, per esempio un'astronave, per vincere la forza d'attrazione di un altro corpo, per esempio la Terra. Giorno dopo giorno, sembra essere più vicino il momento in cui la cultura informatica, la cosiddetta cybercultura, sia sul punto di raggiungere questa velocità di fuga. La dichiarazione fatta da Marshall McLuhan nel 1967, secondo cui i media elettronici ci hanno gettato in un confuso e frenetico mondo di simultaneità in cui le informazioni si riversano su di noi, in modo istantaneo e continuo, e talvolta ci sopraffanno, è oggi più vera di quanto lo sia mai stata." (1996)
Autore
Mark Dery è un critico culturale che scrive su alcune delle riviste americane più importanti come Artforum, Cabinet, Elle, The New Yorker, The New York Times Magazine, Rolling Stone, Salon, Spin, and Wired. Argomenti preferiti sono i media, la tecnologia, la cultura pop e la società americana. Diventato famoso per il suo libro Escape Velocity: Cuberculture at the end of the century, ha pubblicato anche una antologia Flame Wars: The Discourse of Cyberculture euna monografia intitolata Culture Jamming: Hacking, Slashing, and Sniping in the Empire of Signs. Ultimo libro I Must Not Think Bad Thoughts.
ll libro di Mark Dery è del 1996 ed ha documentato con interviste, con stralci testuali e narrativi da riviste underground e materiali difficili da reperire, con film e dischi musicali, l’incipit della cultura digitale, tecnorave, cyberhippy e cyberpunk (fenomeno anche lettarario con narrazioni basate sulla polarizzazione tra cyberspazio e mondo fisico e sulla contrapposizione tra la carne corporea e il corpo esteso delle informazioni). Una cultura digitale che vedeva nel corpo umano una realtà obsoleta da superare e nel potere della mente, aumentata da macchine e droghe intelligenti, la via di fuga. Non mancano nel libro riflessioni critiche sui vantaggi e sull’utilità dell'evoluzione tecnologica per il potere economico e politico e sull’effettiva validità delle conquiste digitali per il progresso sociale e democratico.
Nel libro l'autore affronta i vari aspetti della rivoluzione tecnologica e delle culture digitali, nelle loro varie espressioni cyberpunk, cyberhippie, tecnopagane e rave, delle musiche industrial e post industriale, della fantascienza, dei film e delle Reti, ma anche quelle artistiche estreme di Stelarc e Orlan e delle macchine infernali dei Survival Research Lobratories o delle macchine pornografiche di Ballard (libro) e Cronenberg (film). Queste espressioni hanno dato forma a una controcultura globale derivata dall'uso alternativo, imprevedibile, innovativo e creativo della tecnologia. Una cybercultura legata all'esperienza dei mondi digitali e del cyberspazio, della comunicazione e dell'elettronica virtuale ma anche ad esperienze di sesso virtuale, di tatuaggi biomeccanici, droghe tecnologiche e molte altre ben raccontate e rappresentate in numerosi film di fantascienza come Robocop, Jonny Mnemonic o Blade Runner.
Già alla fine degli anni novanta Mark Dery ipotizzava il distacco del corpo materiale umano dal corpo tecnologico fatto di elettronica e di informazioni. Una separazione a doppio taglio capace di portare a forme di neoschiavitù future che possono essere evitate solo con l'affermazione e l'adesione ad alcuni sani e chiari principi umani.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Il viaggio che l'autore percorre attraverso le sottoculture digitali e il lato oscuro della tecnologia non gli permette di arrivare a conclusioni definitive. La rivoluzione tecnologica ha fatto lievitare una realtà underground dalla quale sono emerse numerose controculture e movimenti che hanno fatto un uso alternativo delle tecnologie, un uso diverso da quello previsto da chi le aveva costruite. Queste culture hanno posto in modo chiaro l'interrogativo sulla direzione futura della tecnologia verso mondi utopici e liberati o verso mondi distopici nei quali gli esseri umani potrebbero essere al servizio della tecnologia. Di queste culture e movimenti Dery ci offre un interessante spaccato temporale raccontandoci le esperienze di personaggi che credono all'obsolescenza del corpo umano e alla possibilità di scaricare la mente umana su un computer, di cyberhippies che assumono droghe sintetiche per velocizzare e rafforzare la potenza del loro cervello, di persone alla ricerca di sesso virtuale, di tecno-primitivi che sperimentano tatuaggi biomeccanici fatti di circuiti elettronici e di cyberpunk amanti degli scenari e delle macchine del mondo distopico alla Mad Max.
Velocità di fuga è uno dei primi libri ad affrontare in modo approfondito le tematiche delle sottoculture digitali nate come effetto delle numerose rivoluzioni tecnologiche che si sono susseguite negli anni. Con la sua opera Dery ha richiamato l'attenzione, anche in modo provocatorio, sugli effetti e sulle problematiche politiche e sociali di queste rivoluzioni contribuendo allo sviluppo di una letteratura e filosofia tecnologica di tipo critico.
Scheda libro
Titolo intero: Velocità di fuga - Cyberculture a fine millennio
Titolo originale:Escape velocity - Cyberculture at the end of the century
Genere: Scienze sociali
Listino: 25,80
Editore: Feltrinelli
Collana: Interzone
Pagine: 368
Data uscita: 16/10/1997