Prendendo a prestito la definizione di nativi digitali fatta da Marc Prensky, i tecnorapidi sono nativi digitali che hanno grande dimestichezza con le tecnologie e le praticano senza se e senza ma. Sono ragazzi e ragazze sempre connessi e interconnessi, abituati a ricevere e trasmettere informazioni in tempi molto rapidi.
Sono abituati al multitasking e all'elaborazione parallela di informazioni utili a attività che vengono svolte contemporaneamente, anche grazie ad una sviluppata capacità prensile e tattile nell'interagire con un dispositivo tecnologico. Un dispositivo diventato un'estensione fisica del corpo così come la connessione è un'estensione cognitiva e percettiva della mente. Preferiscono la comunicazione grafica e visuale, solo a seguire quella testuale e lineare. L'accesso all'informazione attraverso un dispositivo non è quasi mai predefinito o programmato ma avviene in modalità casuali, sulla spinta di impulsi e situazioni dettate da azioni intraprese da altre persone o da iniziative di comunicazione.
I tecnorapidi sono perfettamente a loro agio quando sono connessi alla Rete e interconnessi con i loro pari. Se rinchiusi in una classe, faticano a sopportare di essere disconnessi e senza contatto reale con chi in classe non c'è. Odiano i professori che impediscono loro di tenere il dispositivo mobile acceso ma sono abilissimi e rapidissimi nell'usarlo a dispetto delle richieste di insegnanti che loro ritengono incapaci di comprendere le esigenze del mondo digitale e interconnesso. Al contrario dei loro insegnanti, spesso immigrati digitali e molto lenti nell'uso della tecnologia, i tecnorapidi hanno bisogno di gratificazioni continue e conferme istantanee sulle loro azioni. Ricercano le une e le altre in Rete e dai loro contatti sui social network o tramite messaggi WhatsApp e cinguettii. Amano il gioco digitale, meno il lavoro o lo studio. Se obbligati sono però efficienti, veloci e capaci di trarre il meglio dalle tecnologie disposnibili e dai prodotti di cui dispongono. Non solo per copiare, durante un esame o un compito in classe, ma anche per raccogliere informazioni, organizzarle, rielaborarle in maniera creativa e produrre nuovi elaborati e nuova conoscenza.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
I tecnorapidi si manifestano in ogni luogo e rappresentano il fenomeno più interessante e vistoso degli anni tecnologici che stiamo vivendo. La loro rapidità emula quella della tecnologia nel suo continuo evolvere e innovarsi. La loro dimestichezza con le nuove tecnologie non è casuale ma il prodotto di un percorso che dura da decenni e che ha visto l'affermarsi di tecnologie create dall'uomo come il persnal computere e il dispositivo mobile, Internet e il Web, i nuovi media e i social network, SMS, Messenger e WhatsApp, i videogame, gli strumenti per le video-conferenze online come Skype, le LIM e le smartbpard scolastiche, le APP e le soluzioni tecnologiche indossabili. Grazie alla loro dimestichezza con la tecnologia sono abili nel navigare rapidamente e in modo efficace nel vasto mondo della rete e della conoscenza. Un mondo che ieri era relegato nei libri, nelle biblioteche e in circoli chiusi, e oggi è vissuto online, facilmente accessibile e sempre più ricco, globale e distribuito.
I tecnorapidi sono veloci anche nella loro veste di consumatori. Sono rapidi nei loro processi di acquisto, celeri nell'abbandonare un marchio e sostituirlo con un altro, superveloci nell'aggiornare le loro APP o nel passare a nuove applicazioni (ad esempio WhatsApp che ha reso obsoleto l'SMS), solerti nel suggerire ai loro pari di fare scelte simili, e svelti a entrare in possesso di nuove tecnologie per primeggiare (un esempio le code davanti ai negozi Apple per l'acquisto del nuovo iPhone 6), garantirsi uno status sociale e coltivare i loro stili di vita.
La propensione dei tecnorapidi all'esposizione e all'esibizione è molto legata al loro essere tecnologici. La loro identità è costruita attraverso sperimentazioni e momenti di vita (di verità) di tipo tecnologico. E' grazie ai social network e alla vita online che riescono a dare forma estetica e identitaria al loro 'se''. Lo fanno usando linguaggi nuovi e ricorrendo a codici imposti dalla frequentazione di tribù o reti sociali di cui fanno parte. Queste realtà sociali hanno sostituito per i tecnorapidi genitori, famiglie, insegnanti e adulti. Non hanno bisogno di maestri di vita ma di empatia, gratificazione di gruppo e senso di appartenenza, che sperimentano grazie ai supporti tecnologici usati e condivisi con i loro pari.
Grazie alla loro rapidità nell'utilizzo delle nuove tecnologie i tecnorapidi entrano facilmente in contatto con le marche e i loro marchi, ne subiscono il fascino, sperimentano nuove forme di marketing esperienziale e di realtà ludiche e si lasciano trascinare in azioni di consumo che possono diventare frenetiche e compulsive. I loro comportamenti possono apparire ai tecnoimmigrati come irrazionali ma in realtà sono sostenuti dal surplus cognitivo derivante da una abilità incredibile nell'assorbire nuove informazioni che vengono usate per scambi e condivisioni, per raccontarsi e per compiere delle scelte.
I tecnorapidi possono essere anche molto tecnostupidi e tecnomaleducati. Lo diventano quando non si mostrano capaci di controllare la loro dipendenza dal mezzo tecnologico e lo utilizzano in contesti nei quali è vietato o il galateo suggerirebbe di non farlo. Ad esempio durante un concerto di musica classica o a teatro, durante un amplesso o in luoghi ritirati ma pubblici e condivisi come lo possono essere le toilette di un autogrill o di una palestra.