
Il tecnomaniaco vive la sua relazione con un dispositivo Apple o Android in modo ossessivo e quasi patologico. Il dispositivo tecnologico è per lui molto più che un semplice strumento di comunicazione, è una specie di copertina di Linus, un mezzo per divertirsi e tenere lontana la noia, per percepirsi sicuro nel condividere opinioni e punti di vista, per sentirsi soddisfatto nel rappresentare il proprio se'. Molti comportamenti dei tecnomaniaci sono automatici e avvengono senza alcuna consapevolezza. Quando una consapevolezza esiste, il tecnomaniaco tende comunque a non essere completamente responsabile dei suoi atti e delle sue azioni, attratto e coinvolto com'è dai clic, dai touch, dalle APP, dai cinguettii, da WhatsApp e da Instagram.
Il tecnomaniaco può manifestare tendenze eccessive e quasi morbose verso i suoi prodotti tecnologici per i quali manifesta impulsi erotico-sessuali e di possesso. Ossessionato dalla tecnologia il tecnomaniaco può cadere vittima di comportamenti di acquisto compulsivi finalizzati alla riduzione di ansia e stress.
Un risultato, quello della limitazione dello stress, spesso impossibile da raggiungere, condizionato com'è dalla tecnodipendenza da smartphone e tablet e da protesi tecnologiche che agiscono come finestre aperte su mondi virtuali. Agendo sulla mente e in assenza della necessaria educazione queste protesi finiscono in molti casi per generare forme maniacali che si traducono in autismi digitali. Il tecnomaniaco rischia di sostituire a se stesso la sua immagine virtuale.
L'Italia è uno dei paesi nei quali la percentuale di tecnomaniaci è particolarmente elevata, lo evidenzia un dato puramente quantitativo che vede la spesa per accessori tecnologici superare i due miliardi di euro annuali. La diffusione dei tecnomaniaci in Italia è facilmente riscontrabile dalle loro manifestazioni pubbliche che li rendono spesso associabili ai tecnomaleducati, ai tecnoidioti e ai tecnostupidi.