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La manipolazione dei media nasce dalle parole (Lockdown, green pass, job act, stepchild adoption)

La manipolazione dei media nasce dalle parole (Lockdown, green pass, job act, stepchild adoption)

10 Settembre 2021 Antonio Fiorella
Antonio Fiorella
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Pensate al disagio di un italiano all’estero (capita di essere interpreti o bersagli di come vanno le cose) che apprende che il Parlamento del suo Paese si appresta a discutere (tra l’altro) sulla promulgazione di una legge che porta il nome stepchild adoption – vocabolo composto che (mettiamoci forse) neppure la metà dei parlamentari saprebbe spiegarne il significato nella lingua della parola medesima.

La TV è bugiarda.

Assumiamo attori per generare notizie false che poi usiamo per riempire talk show e riviste del cuore che, ovviamente, appartengono al nostro gruppo editoriale; sporchiamo di proposito le cucine per poi criticare i ristoranti e rimetterli a nuovo; facciamo attraversare a un avventuriero un fiume ghiacciato in un luogo inospitale senza far vedere che a pochi metri c'è un ponte, un'autostrada, un benzinaio e perfino un McDonald's. Trucchiamo i concorsi; dietro ogni cuoco bambino c'è uno chef che prepara i piatti.

Tutto, proprio tutto in TV, è manipolato. Falso. E sapete qual è il colmo della menzogna? Che non ha limiti.

Quando uno ha scoperto che crea dipendenza non c'è modo di fermarla; si riproduce e cresce, perché è sempre possibile creare una menzogna più grande della precedente. Questo è il grande problema della TV: il potere.

E arriva il giorno in cui ci si rende conto che possiamo fare quello che vogliamo con le persone, che abbiamo masse sedute sul divano pronte a rimuginare qualunque idea si voglia mettere loro in testa. Non tutti, certo, ma sono pochi, pochissimi quelli che non abboccano. E comunque quello che ci interessa è la massa che ci ha arricchiti.

Per fortuna la dipendenza dalla televisione è legale e nessuno può arrestarci per questo. Abbiamo creato l'ecosistema perfetto per guadagnare soldi: diamo loro un'istruzione mediocre, poi li costringiamo a lavorare per otto o dieci ore in un lavoro schifoso, per uno stipendio di merda e finiscono stanchi.

Ognuno vuole tornare a casa, stravaccarsi e accendere la TV.

Una TV che ti dirà come spendere quei quattro soldi che hai guadagnato... La ruota perfetta.

In un bar, io e un mio buon amico stavamo bevendo e osservando cosa facevano le persone intorno a noi, quando mi ha lanciato l'idea di un concorso in cui diversi individui vivono in una casa piena di telecamere che li registra giorno e notte. Ho detto: ma chi, sano di mente, passerà il tempo a guardare la vita degli altri quando potrebbe vivere la propria? E ricordo anche la sua risposta: tutti quelli che non hanno vita, mi disse.

Con quel concorso mi sono reso conto che c'erano molte, moltissime persone senza una vita propria, con niente di meglio da fare nella loro quotidianità che vedere come dieci ragazzi fanno gli scemi in una casa. Poi è arrivato il famoso I go or I stay, il programma di suicidio in diretta. E finalmente è arrivato il concorso che ha reso la nostra azienda la più ricca del pianeta. La NASA aveva bisogno di soldi, soldi che non c'era governo disposto ad erogare, e io avevo bisogno di un pubblico, volevo continuare a crescere come quel virus che devasta tutto. La tecnologia esisteva, avevo solo bisogno di finanziamenti. Per la prima volta un essere umano avrebbe messo piede su un pianeta diverso dalla Terra. E con lui, gli otto prescelti incaricati di convertire l'umanità in una specie interplanetaria. È sempre vantaggioso dare alle persone quello che vogliono, non importa se questo è vero o falso, a volte si dà troppa importanza alla realtà.

E’ la sintesi iniziale del romanzo, dai contenuti frizzanti (o allarmanti - dipende dal palato), Tierra che si snoda con un susseguirsi di colpi di scena come in una telenovela.

Talk show/ programa de tertulias

fake news/ bulos

spin doctor/ asesor de imagen

lobby/ cabildeo

Lockdown, green pass, job act, stepchild adoption, FAQ… Chiaro dove risiede il fulcro del potere, chi palesemente ne subisce la sudditanza e chi almeno nel vessillo nazionale, la propria lingua, tenta di porvi freno? Pensate al disagio di un italiano all’estero (capita di essere interpreti o bersagli di come vanno le cose) che apprende che il Parlamento del suo Paese si appresta a discutere (tra l’altro) sulla promulgazione di una legge che porta il nome stepchild adoption – vocabolo composto che (mettiamoci forse) neppure la metà dei parlamentari saprebbe spiegarne il significato nella lingua della parola medesima.

Circa la bontà delle informazioni Aldo Giannuli invita a sfogliare il giornale, nel prendere il cappuccino al bar, guardandosi bene intorno. Come leggerebbe le medesime notizie che abbiamo davanti, si chiede, l’analista esperto di intelligence mentre sorseggia il caffè del mattino, magari seduto di lato al nostro fianco?

Nel suo libro Come funzionano i servizi segreti annovera la gestione e diffusione delle notizie alla stregua di una guerra non convenzionale…( http://www.antoniofiorella.it/2010/09/23/il-lato-oscuro-delle-notizie/#more-1207) Scusate, l’ho citato altre volte, è già preistoria!

Embedded journalism non è solo stare al seguito di un esercito ma anche lo stare al riparo dalle intemperie e alle dipendenze di interessi di parte.

Marcello Foa ne Gli stregoni della notizia ribalta la concezione di quarto potere dei media: potere ormai annichilito da condizionamenti interni ed esterni. Le redazioni dei media mainstream non sono terreno di battaglie di professionisti indipendenti che indagano contro potentati scovando corruttele e malefatte. Se danno l’impressione di fustigare personaggi famosi, ciò di solito avviene dopo che i soggetti incriminati hanno subìto rovesci irreparabili. Nel qual caso più propriamente si tratta di sciacallaggio!

Accade invece che gli spin doctor al servizio dei potenti di turno godano di mezzi finanziari e risorse umane da far impallidire le redazioni dei principali quotidiani. Un flusso continuo di dati, creati per orientare le informazioni e manipolare il consenso, arrivano a chi di dovere. Il quale sa che se accetta l’imbeccata avrà vita facile e godrà di ulteriori attenzioni, anticipazioni, posti riservati, primizie. Altrimenti dovrà cambiare mestiere. E anche questa, acqua passata!

Riporto da wired.it: “Il commercio è una guerra e le aziende sembrano decise a spostare il campo di battaglia in un luogo quanto mai privato: i nostri sogni”. La tecnica si chiama Targeted dream incubation. Uno studio dimostra che è possibile interferire nei sogni delle persone. Neuroscienziati e psicologi sono già al servizio delle multinazionali. La pubblicità onirica è utilizzata per insinuarsi nel subconscio delle persone al fine di orientare i desideri nella direzione voluta. Non esistono ancora prove della loro efficacia o innocuità a lungo termine.

La trascurabilità della verifica a lungo termine pare diventata ricorrente. Un altro vulnus d’inizio secolo XXI.

In questa corsa della sopraffazione c’è da stupirsi che si cerchino scampoli di onestà tra le cosiddette fake news?

Che titolo dare infine a queste righe quando, per una globalità di inganni, si ha l’impressione di sprofondare da un momento all’altro inghiottiti in un universo di buchi neri?

Per essere leggeri e frizzanti come il primo libro segnalato suggerisco: interferenze, artifizi, manipolazioni, giochi d’azzardo o per restare nello spirito della dipendenza / resilienza: buco nero, black hole, agujero negro...

Tierra, Eloy Moreno, Penguin Random House G E

AF

 

 

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