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Il bar Fori imperiali

Il bar Fori imperiali

20 Dicembre 2023 AIXA
Il bar Fori imperiali prende il nome dai primi avventori della nuova gestione. Tutti avevano avuto l’intuito di buttarsi a capofitto, chi per addizione al gioco, chi tanto per provarci, chi in fuga dai creditori disperatamente non poteva non tentare la sorte; si diceva, quasi tutti avevano avuto la fortuna o l’intuito di tuffarsi nell’universo nascente delle cripto-monete nel momento più propizio.

Alcuni di voi lo chiamano intuito, per vantarsi, per ammantarsi di un’aureola, da trader avveduto a guru informatico. Beh! Quelli di noi sinceri, e io Carlino sono tra questi, lo chiamiamo con sole quattro lettere: foro. Parola onomatopeica. C’abbiamo avuto il foro!... di convertire i nostri quattro soldi in sua eccellenza l’imperatore Bitcoin. Eh? Riccardo, dì a questi nuovi amici come stanno davvero le cose: questo c’ha ridato fiato e fatto ritornare te, ricco, in onore al tuo nome! Ed io nel mio piccolo c’ho messo gli spiccioli che mi rimanevano e ho girato pagina.

Per l’appunto, hai messo a frutto il resto del Carlino! Ah, eh?... Mentre io ho investito il magro ricavato dalla vendita degli impianti della precedente attività. Certo, ho rimesso in sesto le mie disastrate finanze e a conti fatti anche tu ti sei sistemato bene!

Riccà non mi lamento. Stavo criticando quelli là in disparte che ascoltano. Nicchiano. Si danno delle arie e fanno finta di non sentire. Forse o senza forse, tu tra noi sei l’eccezione, a te t’ha aiutato la capacità innata di mirare lontano, di puntare in alto, rampollo di quelle famiglie corazzate che nel loro ambito contano professionisti, imprenditori e prelati. Confessa, non è così? E io t’ho seguito nella scia.

La verità è che per parecchio tempo sono stato additato come la pecora nera della famiglia. Da studente ero indisciplinato; a scuola s’impara, ma vedevo che fuori, nella cerchia dei ragazzi più grandi, c’erano quelli che ne sapevano di più, ed erano sempre davanti a tutti. Preso il pezzo di carta utile, la licenza liceale che vale come il due di picche nel lavoro, perché se non sei specializzato non possono inserirti da piccola pedina nella casella giusta, insomma di gente generica se ne trova ovunque, avevo in mente d’intraprendere qualcosa d’innovativo! Praticamente ho cambiato occupazione lavorativa come una trottola. I primi anni nessun lavoro mi aveva trattenuto più di dodici mesi di seguito. Poi lo sbocco, quasi ironico, nell’editoria. La nicchia era quella di spalmare una resina speciale sulle pagine per renderle resistenti. E Carlino qui presente, caporeparto tuttofare, sapeva come dirigere quattro operai e mandare avanti la baracca. Senza titoli blasonati avevamo trovato terreno fertile, io per dare lustro al mio albero genealogico, e insieme per gonfiare i nostri portafogli. Negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso la carta stampata godeva la massima diffusione benché in stretta concorrenza con radio, cinema e TV. Dilagava l’età dell’immagine e l’editoria trovava nuovo lustro nel diffondere pagine patinate che andavano dai capolavori della storia dell’arte alle meraviglie della natura. Libri per piccoli e grandi, enciclopedie, fascicoli cellofanati con dentro oggetti da collezione, cose utili e cose inutili, tutto trovava spazio e smercio via nuovi canali pubblicitari. 

Però… Ricordate, e questo c’entra con quello che segue: la fortuna è imbattersi nel filone d’oro. La sfiga è arrivare tardi. E noi abbiamo provato entrambe le esperienze. Nevvero Carlino? Avevo fatto l'investimento prima della nascita di mio figlio Leone. Sembrava che fossimo arrivati nel momento di maggiore sviluppo. La diffusione di libri per bambini in fasce d'età prescolare necessitava materiali maneggevoli e resistenti. Il lavoro di spalmatore – ramo di lavoro che conoscevo bene – era promettente. Così confezionavamo libretti indistruttibili per piccoli, cofanetti per grandicelli e per gli adulti enciclopedie destinate a prendere polvere. Merce ammantata di sapere; 20 volumi a rappresentare l'antonomasia del talento, da esibire nella vetrinetta del salotto assieme alle porcellane pregiate; per gli addetti ai lavori era lo smercio di novità da saturare il mercato.

Poi nella mia testa le campane suonarono a martello. Maturare la decisione, non facile, di dover rifiutare delle ordinazioni, diventò all’improvviso vitale. Che occhiatacce da parte di tutti! Anche da parte tua, Carlino. Capire e accettare il momento di fermare gli impianti, anche a costo di perdite certe e immediate, fu provvidenziale - se mi permettete la fioritura – fu come il risveglio improvviso causato da un uragano o da una catastrofe imminente. Correre al riparo. Riflettere, nel torpore notturno vedere l’inevitabile, un incubo, soprattutto in caso di investimenti recenti, quando non ancora uno ha recuperato le somme spese e/o si è raggiunto il pareggio di bilancio. Eyes Wide Shut. Tuttavia guai tenere gli occhi spalancati, senza vedere. Il peggio è rendersi conto troppo tardi di essere approdato in un settore, come si suol dire, maturo. I frutti migliori sono stati colti dai primi arrivati. Lezione numero uno. Per i previdenti è suonata l’ora di cambiare orizzonti. Lezione numero due. Agli imprevidenti viene riservato il destino fosco di chiudere i battenti con perdite pesanti senza aver chiaro quale potrà essere l'attività del domani. 

Mentre racconto un pezzetto della mia storia passatemi il cellulare. Melodia, hai fatto il mining? Ragazzi, v’ha fatto tutti i giorni, altrimenti come maturano le mie provvigioni? Rimettiamoci al passo un po’ tutti. Serena, Melodia, Roberto, qua i cellulari, facciamo un controllo a tappeto.

Ecco arrivato anche Giustino ...

La mia storia m’ha insegnato per l’appunto questo. Nella vita, Giustino scusa il gioco di parole, bisogna arrivare in anticipo o per lo meno nei tempi giusti. Ho parlato del passato remoto. A beneficio di chi non ha ancora digerito le novità vado al passato prossimo. Mi riferisco al periodo della pandemia, che ha dato una accelerata alla digitalizzazione della società. Maledetto per alcuni, io dico invece: benedetto covid! Oggi molta più documentazione viaggia in rete. Cose che prima richiedevano la presenza delle persone e code infinite agli sportelli ora si fanno da casa, dal mare, da dove ci si può collegare. Domani, dietro l’angolo, ci aspetta il grande salto in avanti, spinto dal cambio climatico, da una nuova pandemia, da un riassetto, che so io, che darà un’altra sferzata e permetterà a tutti di poter fare ad esempio una compravendita, controfirmata da un notaio, tra un continente all’altro. Il nostro amico Carlino alla veneranda età di 75 anni non dovrà volare 15 ore, cambiare tre compagnie aeree, per poter vendere il suo bungalow in Thailandia. Ma lo farà da qui, in Europa, tramite il nostro Metamask, con la blockchain e l’universo che stiamo costruendo noi. Lezione numero tre. Oggi chi compra Land, NFT, AMA, Amaurot, chi investe nel nostro progetto, si ritroverà domani a godersi la vita senza la preoccupazione di come arrivare a fine mese, perché è stato veloce nell’afferrare l’opportunità e lungimirante. E’ successo a me, a Carlino e a quei pochi di noi che alcuni anni fa hanno investito nelle cripto-monete.

Ragazzi voi dovete sapere che noi siamo l'avamposto di una community più grande. Qui, ai Fori imperiali, mentre bevete il caffè va in onda la storia!!! 

BUONE FESTE A VOI CHE SIETE ARRIVATI FINO IN FONDO. COMINCIA DALLA LETTURA IL CONSOLIDAMENTO DEL METAVERSO.

 

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