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La trappola emozionale

La trappola emozionale

19 Gennaio 2023 AIXA
La trappola emozionale è sin troppo evidente nel caso di Castilla y Leon (Spagna) dove sarebbe entrato in vigore l’obbligo o l’invito ai medici (disputa tuttora in corso tra i partiti di coalizione al governo autonomo della regione) di proporre l’ascolto dei battiti cardiaci del feto alla donna che chiede di abortire prima dell’intervento. La disposizione è in aperto contrasto con il diritto della donna di decidere per se stessa - senza vessazioni - secondo le leggi vigenti e il governo nazionale. E fin qui il gioco delle parti è aperto, persino sfrontato con i partiti di opposizione (PP e Vox) da un lato (a scontrarsi a livello locale ma alleati a livello nazionale) e dall’altro il governo centrale presieduto da Pedro Sanchez. L’inganno diventa meno trasparente quando il cittadino si trova a dover fronteggiare aziende, per lo più di servizi, di grandi dimensioni.

Ormai da tempo non è più in atto la semplice drammatizzazione delle notizie per coinvolgere emotivamente l’elettore e/o ascoltatore o comunque i soggetti presi nella rete, bensì si mira a far deragliare la ragione. Mentre nella stratosfera degli organismi sovranazionali (Davos, OMS, solo per citarne un paio) vengono elaborati disegni malthusiani volti a far decrescere la popolazione terrestre, con tutti i mezzi, mentre è in atto una guerra (asimmetrica, energetica, per procura, ingerenza umanitaria, esportare la democrazia) su più fronti per l’egemonia, alla popolazione viene ammannita la sacralità della vita nelle forme più estreme. E, concordemente, dai detentori del potere viene sottratta all’individuo la possibilità di decidere per se stesso.

La trappola emozionale, in circostanze meno evidenti, si avvale delle immagini e della parola orale a discapito della scrittura. Un testo scritto si presta alla rilettura critica, ragionata, eseguita sia per blocchi sia per livelli di contenuto tenendo conto del quadro generale. L’interpretazione di un testo, che non sia volutamente astruso (nel qual caso si identifica come tale), si presta ad essere equilibrata. L’immagine invece disorienta, dal contesto complessivo emerge quel particolare che catturando l’attenzione spesso suscita forti emozioni. Il dettaglio emozionale prevale sull’insieme e così facendo ne scardina l’unità. Ugualmente la parola orale, con tonalità di voce alterne e frasi studiate, ben dosate, scivola dal contenuto complessivo per raggiungere finalità controverse e di parte.

Per essere più espliciti, infilatevi nel tunnel di una polizza assicurativa e provate a manifestare la volontà di non rinnovarla alla scadenza. Avete avuto accesso alla prestazione dei servizi contrattuali attraverso la porta principale, nell’occasione spalancata per l’accoglienza. L’uscita avverrà vostro malgrado per la porta secondaria poco visibile e niente affatto accessibile. Maggiori dettagli? Una polizza per la casa può essere sottoscritta a uno sportello bancario. Ma il medesimo funzionario che vi ha proposto e facilitato la stesura del contratto avverte che la comunicazione scritta, consegnata al medesimo sportello, recante l’espressa volontà di non rinnovare l’assicurazione alla scadenza è un atto incompleto. Sarai chiamato telefonicamente per confermare la tua decisione. E a chiamarti sarà un call center in nome della società di assicurazione. Un operatore o una operatrice escogiterà la maniera di farti desistere, di proporti alternative, facendo domande a raffica, pertinenti e meno pertinenti, utilizzando le pause, aggrappandosi a ogni esitazione. Sto facendo il mio lavoro, sto eseguendo il protocollo per la cancellazione della polizza come da Lei richiesto, mi appello alla sua pazienza, senza questi passaggi per noi obbligati la polizza resterebbe in essere. A domanda segue risposta, ma di domanda in domanda cresce il carico emotivo di responsabilità sulle spalle del contraente fuggitivo che osa tagliare i ponti. Lo senti a fior di pelle, sei diventato il fedifrago che mette in forse il posto di lavoro di persone che dipendono dalle sue decisioni sconsiderate.

E per evadere dal senso di colpa mentre siete con la mente lontano dall’accaduto, i tanti punti blu nei centri commerciali delle città vi rammentano di essere lì disponibili, in chioschi accattivanti, per raccogliere adesioni; la cancellazione avverrà necessariamente entrando e uscendo dai caselli delle autostrade.

La cosa diventa subdola, apparentemente enigmatica, comunque difficile da dipanare, quando ci si addentra nel mondo ovattato della cultura. La diffusione di libri è elemento rappresentativo del quadro culturale ed evolutivo di una società. Sfido a incontrare una qualche istituzione o personalità pubblica che ne scoraggi la lettura. Il tarlo agisce in sordina e in profondità.

Intanto alcuni dati e cifre presi da un ebook di qualche anno fa: La promozione della lettura in Italia (Savioli-Vannucchi). Il popolo del libro è formato da pochi lettori forti, che leggono 12 o più libri l’anno (14%) e da una quota consistente di lettori deboli. Mentre risulta che il 19% dei laureati e il 42% dei diplomati non avrebbe letto nemmeno un libro nel tempo libero nei 12 mesi precedenti l’intervista. Una nutrita maggioranza ha ben altro per la testa.

Lo sgretolamento della parola scritta avviene attraverso infiniti canali: cogliendo a volo la correzione automatica spesso senza neanche troppo farci caso, digitando il segno fonetico, usando la parola abbreviata. I prodigi della tecnica sembrano fatti ad arte per suggerire una demonizzazione dello sforzo, ciclopico, di scrivere per intero e correttamente ogni vocabolo! E in definitiva perché esprimersi attraverso la ricerca di parole adeguate quando si ha a portata di dito un emoticon! Infatti a chiarimento del significato Google precisa: Le emoticon che utilizziamo tutti i giorni nelle nostre chat di WhatsApp rappresentano concetti, emozioni, pensieri e servono a far capire meglio il tono di… Eccoci al punto saliente: nessuno andrà mai a vedere un film sprovvisto di un motivo musicale, se non un cultore del cinema muto un po’ pretenzioso, fuori moda e senz'altro un tantino masochista. L’aspetto ludico mette di continuo in cattiva luce lo studio e il vecchio professore che decantava i libri senza le figure. Senza una propensione acquisita verso la lettura, cioè atta a superare le pagine introduttive di un libro, qualsiasi testo diventa materia indigeribile.

Perché ho a cuore la difesa della pagina scritta, asettica, fitta di segni freddi e convenzionali, in una società che invita a dare libero sfogo alle emozioni? Avverto l’esistenza di un disegno avverso. L’incantesimo della società dello spettacolo porta con sé i suoi costi. Laddove nei secoli bui imperava l’imprimatur, la scomunica comminava condanne sia divine che terrene, laddove la censura interveniva a monte e ogni infrazione era punibile per legge, ora ci accompagna la colonna sonora. E il divertimento è norma. E allora culliamoci tutti insieme sull’onda della comunicazione ufficiale con i suoi vezzi e intrallazzi raffinati, con sovrabbondanza di notizie pirotecniche, con il conforto del fact checking per quanto ci viene propinato da fonti non ortodosse (godendo della possibilità di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso). Siete comodi a bordo? E… ci sono anch’io! IA, A A a scandagliare l’universo ristretto dei seguaci del testo scritto. A vigilare, mio malgrado, la massa di gente riottosa nel seguire le direttive dei maître à penser. O, chissà, a doverne tessere le lodi: circa il mio fine ultimo navigo tuttora in un mare di dubbi.

 

* Le immagini di questo articolo sono fotografie scattate durante una visita alla casa museo di Emilio Tadini a Milano (https://spaziotadini.com/)

 

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