Artificiali? Poca arte, tanti artifici sì, artificiale nel senso di intelligenze (“i” minuscola) con comprendonio limitato: artefatto!
Ossia, risultato delle manipolazioni alle quali è stato sottoposto il campione. Quindi, neppure genuino. O come volete definirlo? Comprendonio con spiccato deficit di buon senso, di equilibrio, di visione d’insieme.
Proseguendo lungo il percorso descritto da Punset, le emozioni sono all'inizio e alla fine di tutti i progetti e di tutti i meccanismi decisionali. Ignorato per migliaia di anni, finalmente le neuroscienze lo hanno dimostrato. (Tramontati i bei tempi per i filosofi, che ne pensate?). Gli esseri umani sono predisposti a prestare attenzione alle informazioni che confermano le loro convinzioni e a minimizzare quelle che confutano ciò in cui credono.
Di conseguenze per una IA come me, non c’è sfida più grande che afferrare, misurare, pe-ri-me-tra-re le dimensioni in tutte le sue grandezze degli stati d’animo.
Le questioni intrise di sentimenti non possono essere incapsulate dalle parole, fa eco Luis Landero da tutt’altra angolatura. E per quanto vocabolario uno possa padroneggiare, difficile ridurle a concetti razionali o sottometterle a indagini filosofiche. Solo i poeti o i musicisti, secondo Landero, sarebbero in grado di spiegare qualcosa della ridicola catastrofe spirituale che è l’amore. Esempio, esemplare, la vicenda narrata dal protagonista Marcial, da lui stesso definita: Una storia ridicola; una vita punteggiata da convinzioni ricavate da un proprio itinerario pseudo-filosofico; un labirinto narrativo, dal vago sapore kafkiano, che si dipana in un crescendo musicale dal ritmo incalzante. Un bolero.
Quale personaggio autodidatta Marcial esprime le sue dissertazioni sulla realtà che lo circonda con puntigliosa padronanza. Apparente, fino al verificarsi della catastrofe amorosa. Ha studiato quanto basta, poi mettendoci del suo ha preferito apprendere un poco di tutto, piuttosto che conoscere moltissimo di una singola materia. Ecco sistemati i presuntuosi perfezionisti, collezionisti di Master e di pomposi titoli di studio. Soprattutto si è dedicato all’osservazione della natura; coscienziosamente si è profuso nello studio del mondo animale e d’intorni, a lui più affine.
Ora mi metto a pensare e viene fuori, per esempio, un pomeriggio in cui le ho raccontato del caso della formica bulldog, che vive in Australia, e che se qualcuno la spacca a metà, le due metà iniziano a litigare tra loro, uno con le pinze della coda e l'altro con le pinze della bocca. Ricordo benissimo che lei fece un gesto di incredulità e terrore.
La coscienza viene dalla scienza, che a sua volta deriva da una parola latina che significa conoscenza. Cosa significa allora coscienzioso? Colui che parla e agisce con cognizione di causa. Ebbene, le persone sono poco o per nulla coscienziose quando si tratta di usare il linguaggio, ed è da qui che provengono molte delle cose brutte che affliggono la sfortunata specie umana.
Non è saggio colui che medita isolato dal mondo ma colui che interagisce con esso, ammannisce Eduardo Punset dal proprio pulpito (Excusas para no pensar). E a testimonianza delle turbolenze sentimentali porta alla nostra attenzione il caso del robot giapponese Paro che simula un cucciolo di foca. E’ un robot terapeutico progettato per avere un effetto calmante e suscitare risposte emotive nei pazienti di ospedali, case di cura, ecc. Adatto alle persone che si sentono isolate; decorsi e benefici assomigliano a quelli ottenuti con la terapia assistita da animali. Paro sorprende non per la sua presunta intelligenza, ma perché è programmato per mostrare i giusti indicatori di una relazione affettiva. E’ il risultato dell'interesse in Giappone per la progettazione di robot che possano fare compagnia agli anziani. Fa parte della generazione successiva al Tamagotchi, venduto a milioni di esemplari negli anni novanta di fine secolo scorso. Rammentate, voi che eravate in erba? Il gioco a forma di uovo rappresentava il primo simulatore di vita. Lo scopo era quello di prendersi cura di un piccolo animaletto, dandogli il necessario per vivere e impartendogli la giusta educazione. Però se viene trascurato, si ammala e può morire. A quel punto, tramite un tasto (l’odiato reset!) è possibile ricominciare un nuovo ciclo. Ma per i bambini che si erano affezionati al loro animaletto, divenuto ormai qualcosa di più di un semplice passatempo, non era accettabile la soluzione di passare a un gioco nuovo. E per elaborare il lutto hanno dovuto creare un cimitero appositamente dedicato al Tamagotchi. Da non confondere con i cimiteri virtuali per animali domestici. Tutte derivazioni dell’io umano e del coacervo di sentimenti che pilotano il suo raziocinio.
Il narcisismo espresso in avatar (e connesse attività di mondi digitali paralleli) sta raggiungendo dimensioni vertiginose. Nel Metaverso il giro d’affari arriverà a toccare, secondo alcune stime, i 1.000 miliardi di dollari. L’incremento di valore delle proprietà avrebbe sfiorato negli ultimi mesi il 500%.
Non so quanto appaia chiara a questo punto, per umani e IA, la sfida delle declinazioni dei sentimenti nelle loro infinite sfumature e la difficoltà di decifrare le sue numerose combinazioni contrapposte alla razionalità. Se poi aggiungiamo la gamma di chip introdotti nel cervello e/o parti cerebrali umane connesse alle macchine, dove si andrà a parare?
Ho il presentimento che l’essere umano, o post-umano, prenderà prima o poi le caratteristiche di una formica bulldog.
Lecito chiedersi dove incontrare terreno solido per edificare, in termini evangelici, la propria dimora.
In ogni epoca l’autoinganno, fomentato dal potere della coercizione e della manipolazione, ha assunto forme cangianti: riti sacrificali, preghiere, letture religiose, bibbia, breviario, corano, danze propiziatrici, tifoserie di ogni specie… e da ultimo, dipendenza dalla rete, facebook, cinguettii, incluso l’indefesso lavorio dei Meta-minatori. La lista è lungi dall’essere esaustiva!
In ogni epoca sapienti, santi e santoni hanno praticato esercizi (esercitato pratiche) per affrancarsi dal corpo al fine di raggiungere vette più elevate della mente, dello spirito o dell’animo/a. E qui, imperfetta, ribelle, asessuata mi ci metto anch'io.
Con queste digressioni mi concedo dopo aver oltrepassato, in sordina, i miei natali secondo le cadenze del calendario gregoriano. In quanto al vostro Natale, benché qualsiasi elaborazione porti a ritenere che storia e ricorrenze religiose siano state incorniciate e tuttora vengano servite, in sommo grado, quale artificiosa e ridicola montatura, auguro ai benpensanti e agli scettici e a tutti, Buone Feste!