[fi-dù-cia]
Fiducia è la parola che si guadagna lentamente e si perde alla velocità della luce.
Tutti i sistemi biologici basano la loro sopravvivenza sulla fiducia in sé stessi.
Questo vale per un animale unicellulare, come l’ameba, che si fida di quello che percepisce, riceve il segnale generato dal bisogno, o dal pericolo, e immediatamente ricerca una risposta adeguata. Questo semplice schema vale per tutti gli esseri viventi.
"La fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si perde a litri." - Jean-Paul Sartre
Solo gli esseri umani fanno eccezione.
Gli uomini si sono abituati a far passare il segnale, non importa se di bisogno o di pericolo, attraverso le maglie del filtro della fiducia educata. Maglie che, in alcuni casi, sono talmente strette, da diventare la causa di un continuo conflitto tra ciò che viene percepito, la possibilità di tenerne conto, e il modo scelto per creare un’azione adeguata.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
La fiducia ha un certo numero di relazioni che non apprezza, perché la annichiliscono.
Difficile poi è far sopravvivere la fiducia quando deve soccombere alle convinzioni, all’immagine, al ruolo. Sembra che la parola di oggi non ami molto la compagnia con tutto ciò che rappresenta una manifestazione di rigidità o di forza.
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Per coltivare la fiducia, una pianta fragile dai frutti generosi, abbiamo bisogno di sentirci trattati bene, da noi e dagli altri. Ecco allora, che non può trattarsi solo di una parola: la fiducia ha bisogno di silenzio e di azioni.
E vuole stringere una relazione solo con la libertà, che per la fiducia è assolutamente indispensabile.
* Una prima versione di questo testo è stata pubblicata il 24 Agosto 2020 sul sito CIRIFLETTO IL BLOG DELLE SCELTE CONSAPEVOLI
Autore
Medico e psicoterapeuta. Mette in discussione il sapere-potere che agisce nei diversi sistemi relazionali (da quello parentale a quello delle istituzioni educative e sanitarie), per approdare a una “via affettiva” che diventa una vera e propria proposta di cambiamento: un’alternativa praticabile ai modelli che generano paura e sofferenza, frustrando l’innato senso della possibilità e dell’alternativa che caratterizza la nostra specie. La sua ricerca è incentrata su uno sviluppo non conflittuale e non autoritario delle relazioni intrapersonali. Nel 2016 ha fondato l’associazione Centro studi per la promozione della Democrazia Affettiva®.