SACRO

01 Gennaio 2022 Etica e tecnologia
Etica e tecnologia
Etica e tecnologia
share
... viene da sacer, e sacer dalla radice indoeuropea √sak che significa recinto. Il recinto chiude, protegge, separa, definisce. Il sacro indica ciò che è separato, protetto dal profano (latino pro, davanti + fanum, tempio, di fronte al tempio). La stessa base sacer, resa intensa con l’inclusione della nasale n, genera sancire, cioè definire, fissare, concludere, il cui participio passato è sanctus. Il santo è colui che è concluso, perfetto (perficere, composto dall’intensivo per + facere, vuole dire ciò che è fatto completamente, fatto bene, dunque perfetto). Il sacro è il protetto dall’impurità, dalla contaminazione del profano, e come tale è riservato al tempio, alla divinità. Il sacro appartiene a Dio.

[sà·cro]

Rendere sacro è restituire a Dio ciò che gli appartiene: questo il significato di sacrificio, che davvero non significa penitenza ma, propriamente, fare sacro.

OLTREPASSA CON NOI 
➡️ Linkedin ➡️ Facebook 
➡️ instagram ➡️ twitter ➡️ YouTube

E rendere sacro, officiare il sacrificio, è proprio ciò che compete al sacerdote.

E il sacerdote non è, come comunemente si crede, il prete (presbitero, dal greco presbyteros, il più anziano): il prete è il ministro (cioè, il servitore) del culto, colui che presiede la liturgia. In chiave cristiana, tutti i battezzati sono membri di un popolo sacerdotale – non più ristretto a una casta, come i leviti nell’ebraismo, come i brahmani nell’induismo, ma universale –, chiamati a rendere sacra ogni cosa, offerta nel riconoscimento che nulla ci appartiene, tutto ci è stata donato, non dovuto e neppure meritato.

Il ringraziamento, l’atto col quale si dichiara il dono ricevuto, è la forma semplice e completa del sacrificio


Autore

Massimo Angelini

Zappa le parole per coltivare idee, storico della cultura, editore, ruralista e fabbricante di lunari.
  • laureato in Filosofia e in Storia (moderna) presso l’Università di Genova; dottore di ricerca in Storia urbana e rurale presso Università di Perugia
  • autore di ricerche e scritti dedicati alla storia delle mentalità, ai processi di formazione delle comunità locali fra antico regime ed età contemporanea, alla tradizione rurale, alla cultura della biodiversità, al sacro e alla dimensione dei simboli
  • stato presidente dell’associazione Consorzio della Quarantina per la terra e la cultura rurale, e coordinatore nazionale della Rete Semi Rurali,
  • stato collaboratore della cattedra di Storia del Pensiero Scientifico dell’Università di Genova e cultore della materia in Storia della Scienza e delle Tecniche
  • compilatore del Bugiardino: annuale almanacco rurale e sapienziale delle terre liguri
  • direttore editoriale della casa editrice Pentàgora: ed è questa, oggi, l’attività che impegna la maggior parte del giorno e delle energie
  • contento di come ho vissuto, curioso per quello che mi riserva il tempo che resta.
Amo leggere Pavel A. Florenskij, Ivan Illich, Giuseppe Lisi, Marko I. Rupnik, (san) Paolo di Tarso, Walt Withman, Christos Yannaras. La teologia ortodossa mi tocca corde profonde, mi fa sentire a casa.
Oggi, nel mio secondo tempo, mi dedico soprattutto allo studio e alla riflessione su questioni di spiritualità e antropologia filosofica.

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database