[sà·cro]
Rendere sacro è restituire a Dio ciò che gli appartiene: questo il significato di sacrificio, che davvero non significa penitenza ma, propriamente, fare sacro.
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E rendere sacro, officiare il sacrificio, è proprio ciò che compete al sacerdote.
E il sacerdote non è, come comunemente si crede, il prete (presbitero, dal greco presbyteros, il più anziano): il prete è il ministro (cioè, il servitore) del culto, colui che presiede la liturgia. In chiave cristiana, tutti i battezzati sono membri di un popolo sacerdotale – non più ristretto a una casta, come i leviti nell’ebraismo, come i brahmani nell’induismo, ma universale –, chiamati a rendere sacra ogni cosa, offerta nel riconoscimento che nulla ci appartiene, tutto ci è stata donato, non dovuto e neppure meritato.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
Il ringraziamento, l’atto col quale si dichiara il dono ricevuto, è la forma semplice e completa del sacrificio
Autore

- laureato in Filosofia e in Storia (moderna) presso l’Università di Genova; dottore di ricerca in Storia urbana e rurale presso Università di Perugia
- autore di ricerche e scritti dedicati alla storia delle mentalità, ai processi di formazione delle comunità locali fra antico regime ed età contemporanea, alla tradizione rurale, alla cultura della biodiversità, al sacro e alla dimensione dei simboli
- stato presidente dell’associazione Consorzio della Quarantina per la terra e la cultura rurale, e coordinatore nazionale della Rete Semi Rurali,
- stato collaboratore della cattedra di Storia del Pensiero Scientifico dell’Università di Genova e cultore della materia in Storia della Scienza e delle Tecniche
- compilatore del Bugiardino: annuale almanacco rurale e sapienziale delle terre liguri
- direttore editoriale della casa editrice Pentàgora: ed è questa, oggi, l’attività che impegna la maggior parte del giorno e delle energie
- contento di come ho vissuto, curioso per quello che mi riserva il tempo che resta.