SEDIZIONE

01 Gennaio 2022 Etica e tecnologia
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Si scrive SEDIZIONE e tutto sembra chiaro, filare liscio, poi si comincia a riflettere sul vocabolo, la sua etimologia e i suoi molteplici e possibili significati. La parola allora appare per quella che è, composita, ricca di senso ma anche di inciampi. Sembra derivi dal latino sed + itio (sed come separazione e itio da ire, andare) un andare altrove. Suggerisce un agire che separa da qualcosa di concreto o figurato, una sorta di scollamento voluto o subito che il termine concentra sull’atto. La parola poi conduce al suo significato più comune che si collega al concetto di reazione, ribellione, rivolta… espressioni collegate dalla loro sinonimia. Su tutto questo si radicano pensieri profondi, come quelli che Laura Bonaguro, ha tradotto nella sua poesia qui pubblicata: "[...] quel se-sed tipico di altre rappresentazioni più distanti (sedurre) se non addirittura opposte (sedare) (che bello sedare la sedizione!) porta a fantasticare su quel MA/SED e a guardarlo dentro." Da qui nasce l'ispirazione della scrittura poetica.

Una poesia di Laura Bonaguro

Pratiche di sedizione

 

Era estate tempo fa ora il gelo copre il legno. 

Placa l'onda priva di spuma tace. Taccio.

Di noia e di umido. Di niente ch'era caldo. 

Protendo remi lontano da reti a strascico.

Lì nel fondo che si arma da ratti e scempio 

tengo nascosto il battito.

Tocca il nervo il peso dell'impossibile.

Al di qua del ponte son funi tese 

ancorate a terra ma io salpo con premura 

di chi ha smania di trovare acqua e pace. Furia. 

 

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