[im·ma·gi·na·zió·ne]
... ovvero fantasia: ho incontrato questo accostamento numerose volte durante le ricerche svolte venti e più anni fa sul potere di dare forma e aspetto al feto attribuito all’immaginazione materna durante la fecondazione e la gravidanza. Sinonimi apparenti che possiamo provare a distinguere.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
Immaginazione, da immaginare che è prossimo a mimaginare e rivela la sua ascendenza nel verbo greco miméomai, che significa imitare, dal quale derivano mimica, mimesi, mimetica, mimosa, e il greco moderno maimou, scimmia. Immaginare è riprodurre nella mente qualcosa che è stato visto, qualcosa che esiste o è esistito nella realtà esperita.
Fantasia, proviene dal latino phantàsia, derivato dal verbo greco pháino, mettere in luce, apparire e fare apparire, legato a pháo, manifesto, annuncio, dico, e da qui phané, splendore, dal quale viene fama.
La fantasia ha a che fare con l’apparenza, ciò che appare (e non per questo ha corpo o realtà, come non l’ha un fantasma).
Figurarsi di prendere un tè con un amico lontano è immaginazione, qualcosa possibile nella realtà, che ha un fondamento o che attinge a elementi (il tè, l’amico) noti. Figurarsi di andare a fare merenda con il presidente degli Stati Uniti è pura fantasia: esiste la merenda ed esiste il presidente degli Stati Uniti, ma la situazione figurata non ha fondamento reale perché non ci sono i presupposti per i quali possa verificarsi, non c’è contatto con la realtà. Posso immaginare di prendere un aereo e volare fino in Mongolia; ma figurarmi di uscire da una finestra del 17° piano di un grattacielo, aprire le braccia e volare è solo fantasia.
Nel nostro tempo la fantasia prevarica l’immaginazione; lo spazio della virtualità imita grottescamente la realtà e la riempie di fantasticherie, di draghi e vapori di delirio, come in un Ottocento di fantasmi; il fantasy, come genere letterario, ha preso il posto della fantascienza, straordinariamente ricca nella seconda metà dello scorso secolo, tanto nel cinema come nella letteratura, e ora prodotto di nicchia quasi fuori moda, come il futuro.
Autore
- laureato in Filosofia e in Storia (moderna) presso l’Università di Genova; dottore di ricerca in Storia urbana e rurale presso Università di Perugia
- autore di ricerche e scritti dedicati alla storia delle mentalità, ai processi di formazione delle comunità locali fra antico regime ed età contemporanea, alla tradizione rurale, alla cultura della biodiversità, al sacro e alla dimensione dei simboli
- stato presidente dell’associazione Consorzio della Quarantina per la terra e la cultura rurale, e coordinatore nazionale della Rete Semi Rurali,
- stato collaboratore della cattedra di Storia del Pensiero Scientifico dell’Università di Genova e cultore della materia in Storia della Scienza e delle Tecniche
- compilatore del Bugiardino: annuale almanacco rurale e sapienziale delle terre liguri
- direttore editoriale della casa editrice Pentàgora: ed è questa, oggi, l’attività che impegna la maggior parte del giorno e delle energie
- contento di come ho vissuto, curioso per quello che mi riserva il tempo che resta.
Amo leggere Pavel A. Florenskij, Ivan Illich, Giuseppe Lisi, Marko I. Rupnik, (san) Paolo di Tarso, Walt Withman, Christos Yannaras. La teologia ortodossa mi tocca corde profonde, mi fa sentire a casa.
Oggi, nel mio secondo tempo, mi dedico soprattutto allo studio e alla riflessione su questioni di spiritualità e antropologia filosofica.