[Tec-no-cit-ta-di-ni]
In un sistema democratico disincantato, disimpegnato, liquido e inquinato come quello italiano l'esercizio della democrazia dei cittadini ha assunto sempre più la forma della delega e dell'astensionismo. Chi non si astiene continua a esercitare il suo diritto politico, votando, scegliendo, partecipando, senza delegare ad alcuno e senza riconoscersi in nessun partito o movimento. Alcuni lo fanno ricorrendo a strumenti tecnologici con i quali si collegano, si organizzano in movimenti (laretedeimovimenti), gruppi e nascenti partiti, organizzano manifestazioni ed eventi (non solo con Twitter), elaborano pensiero politico e cultura e cercano di farsi sentire per pesare e contare. Nel farlo diventano cittadini tecnologici che fanno un uso intelligente delle nuove tecnologie, per promuovere le loro idee, influire sulle scelte politiche e per contare.
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Tecnocittadini di questo tipo sono oggi per definizione gli iscritti al blog di Beppe Grillo e i molti elettori del Movimento 5 Stelle (lo sono anche i membri del Partito Pirata svedese e tedesco e i molti cittadini che hanno animato la stagione di Occupy Wall Street). Lo sono perchè tecnoesperti di Internet, di media tecnologici e sociali e perchè fanno un uso diffuso della tecnologia dimostrandone una conoscenza pratica e teorica approfondita. Lo sono perchè inventori e praticanti di nuove forme di democrazia elettronica con l'obiettivo di realizzare l'utopia di una politica senza intermediazioni e propugnatori della sostituzione dei partiti con le comunità e i gruppi virtuali della Rete. Il tecnocittadino del Movimento 5 Stelle vuole abbattere ogni barriera tra cittadino e politico, tra rappresentante elettore e rappresentato elettore, riconoscendo alla totalità degli utenti cittadini della rete il ruolo di governo che solitamente è appannaggio di pochi. Le difficoltà del movimento, alla prova parlamentare, dimostrano però che il tecnocittadino è una entità ancora tutta da scoprire, formare e definire.
La pervasività delle tecnologie ha portato all'elaborazione del concetto delle città intelligenti, non ancora a quello di cittadini intelligenti. L'offerta tecnologica è ricca ma quasi mai pensata per permettere al cittadino di esprimere il suo diritto di cittadinanza e la sua partecipazione ai processi decisionali e alla vita sociale e politica. La difficoltà nasce dal ruolo dei nuovi media e delle tecnologie della rete che facilitano l'incontro, la relazione, la partecipazione sociale e la collaborazione dei cittadini, intesi come persone in carne e ossa, con identità digitali e in contesti digitali. Incontro e collaborazione avvengono in nuove forme e linguaggi dei media tradizionali e definiscono contesti partecipativi di tipo collaborativo in cui tutti possono parlare a tutti e tutti possono partecipare attivamente alla creazione di ambiti di cittadinanza intelligenti perchè abilitati da strumenti tecnologici.
In questi nuovi contesti modificati tecnologicamente, tecnocittadini diventano tutti i cittadini destinatari di servizi pubblici personalizzati ed erogati in forma tecnologica e digitale, al centro di progetti di città intelligenti (smart cities), di agende digitali e di amministrazioni efficienti perchè tecnologiche e informatizzate. La politica, i partiti e le istituzioni che hanno compreso le criticità del momento, derivanti da un crescente distacco dalle istituzioni, stanno rivolgendosi ai nuovi media e alla tecnologia per ricostruire nuovi legami, indurre nuova socialità, organizzare nuove forme di partecipazione comunitaria e ripensare le forme della cittadinanza che oggi non possono non essere anche digitali. Ne deriva una riconfigurazione dei diritti e dei doveri dei tecnocittadini che è legata all'evoluzione tecnologica e ha preso il nome di Cittadinanza Digitale.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
In una società dell'informazione e della conoscenza, il tecnocittadino è un cittadino più uguale di altri perchè dotato di competenze tecnologiche, capace di trarre vantaggio dell'offerta di servizi digitali, di comprendere i suoi diritti e il modo con cui possono essere esercitati, anche attraverso nuove modalità tecnologiche. Il tecnocittadino, anche quando non è stato informato delle nuove opportunità tecnologiche e digitali, o istruito su come trarne vantaggio, esercita la sua cittadinanza in modo attivo, traendo vantaggio dalle sue conoscenze tecnologiche che gli permettono di usare in modo critico e consapevole i media digitali, i social network, e le nuove tecnologie mobili. L'utilizzo è sempre consapevole e critico, praticato attraverso strumenti di comunicazione digitali, attento a valorizzare il proprio ruolo di cittadino nell'interazione con le istituzioni e a soddisfare i porpri bisogni, salvaguardando alcuni diritti come quello alla privacy e all'uso dei dati personali, alla trasparenza amministrativa e al diritto d'autore. Il tecnocittadino ha battuto il digital divide che colpisce ancora numerosi cittadini e l'analfabetismo digitale di cui soffrono.
I tecnocittadini sono però ancora in numero limitato. La società italiana, e non solo, non è ancora inclusiva in senso digitale e molto deve essere fatto affinchè il cittadino possa esercitare i suoi diritti in modo più efficace anche attraverso strumenti di tipo informatico e digitale. Se da un lato il cittadino deve impegnarsi in una reale alfabetizzazione digitale, ad apprendere l'uso delle nuove tecnologie e ad approfondirne i significati, lo stato è chiamato a intervenire concretamente con investimenti e iniziative finalizzate alla diffusione della cultura digitale, a incentivare la domanda di servizi digitali da parte dei tecnocittadini, a predisporre le infrastrutture necessarie e a favorire l'innovazione tecnologica.
Se non rimarranno sulla carta, potranno contribuire all'inclusione digitale sia l'implementazione del progetto europeo dell'Agenda Digitale sia quella del progetto italiano. Per diventare realtà, entrambi i progetti dovranno però tradurre in iniziative concrete le molte promesse e finalità dell'agenda quali la formazione e educazione tecnologica delle nuove generazioni, lo sviluppo del mercato digitale, la diffusione della connessione Internet veloce e della banda larga, i servizi ai cittadini ed imprese nella modalità e-Government, l'open data per una amministrazione aperta e trasparente, la creazione di strumenti utili alla produzione creativa di contenuti e alla loro condivisione e a favorire la partecipazione.
Se l'Agenda Digitale dovesse realizzarsi, il tecnocittadino potrà diventare attore e protagonista del cambiamento futuro. Un attore capace di usare le nuove tecnologie per interagire con le istituzioni, ma anche di continuare ad apprendere e a formarsi e di partecipare alla vita sociale, culturale e politica in modo più cosciente e informato. Un attore consapevole dei suoi diritti in termini di accesso alla Rete, accesso ai servizi, pubblici eprivati e online, ad una educazione consapevole, alla trasparenza e alla informazione, ad informare e produrre contenuti da condividere, ad essere ascoltati e consultati (come fanno i pentastellati) e ad essere coinvolti nelle scelte e nelle decisioni politiche.
Autore
Dirigente d'azienda, filosofo e tecnologo, Carlo Mazzucchelli è il fondatore di SoloTablet, un progetto dedicato a una riflessione critica sulla tecnologia.
Esperto di marketing, comunicazione e management, ha operato in ruoli manageriali e dirigenziali in aziende italiane e multinazionali.
Focalizzato da sempre sull'innovazione ha implementato numerosi programmi finalizzati al cambiamento, a incrementare l'efficacia dell'attività commerciale, il valore del capitale relazionale dell'azienda e la fidelizzazione della clientela, attraverso tecnologie all'avanguardia e approcci innovativi. Giornalista e storyteller, autore di 16 ebook, formatore, oratore in meeting, seminari e convegni.
È esperto di Internet, social networking, ambienti collaborativi in rete e strumenti di analisi delle reti sociali.
Autore di 20 libri sulla tecnologia (Collana Technovisions Delos Digital)