TECNOCITTADINO

01 Gennaio 2022 Etica e tecnologia
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tecnocittadino - Nei nuovi contesti modificati tecnologicamente, tecnocittadini diventano tutti i cittadini destinatari di servizi pubblici personalizzati ed erogati in forma tecnologica e digitale, al centro di progetti di città intelligenti (smart cities), di agende digitali e di amministrazioni efficienti perchè tecnologiche e informatizzateNe deriva una riconfigurazione dei diritti e dei doveri dei tecnocittadini che è legata all'evoluzione tecnologica e ha preso il nome di Cittadinanza Digitale. il tecnocittadino è un cittadino più uguale di altri perchè dotato di competenze tecnologiche, capace di trarre vantaggio dell'offerta di servizi digitali, di comprendere i suoi diritti e il modo con cui possono essere esercitati, anche attraverso nuove modalità tecnologiche. Il tecnocittadino esercita la sua cittadinanza in modo attivo, traendo vantaggio dalle sue conoscenze tecnologiche che gli permettono di usare in modo critico e consapevole i media digitali, i social network, e le nuove tecnologie mobili.

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In un sistema democratico disincantato, disimpegnato, liquido e inquinato come quello italiano l'esercizio della democrazia dei cittadini ha assunto sempre più la forma della delega e dell'astensionismo. Chi non si astiene continua a esercitare il suo diritto politico, votando, scegliendo, partecipando, senza delegare ad alcuno e senza riconoscersi in nessun partito o movimento. Alcuni lo fanno ricorrendo a strumenti tecnologici con i quali si collegano, si organizzano in movimenti (laretedeimovimenti), gruppi e nascenti partiti, organizzano manifestazioni ed eventi (non solo con Twitter), elaborano pensiero politico e cultura e cercano di farsi sentire per pesare e contare. Nel farlo diventano cittadini tecnologici che fanno un uso intelligente delle nuove tecnologie, per promuovere le loro idee, influire sulle scelte politiche e per contare.

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Tecnocittadini di questo tipo sono oggi per definizione gli iscritti al blog di Beppe Grillo e i molti elettori del Movimento 5 Stelle (lo sono anche i membri del Partito Pirata svedese e tedesco e i molti cittadini che hanno animato la stagione di Occupy Wall Street). Lo sono perchè tecnoesperti di Internet, di media tecnologici e sociali e perchè fanno un uso diffuso della tecnologia dimostrandone una conoscenza pratica e teorica approfondita. Lo sono perchè inventori e praticanti di nuove forme di democrazia elettronica con l'obiettivo di realizzare l'utopia di una politica senza intermediazioni e propugnatori della sostituzione dei partiti con le comunità e i gruppi virtuali della Rete. Il tecnocittadino del Movimento 5 Stelle vuole abbattere ogni barriera tra cittadino e politico, tra rappresentante elettore e rappresentato elettore, riconoscendo alla totalità degli utenti cittadini della rete il ruolo di governo che solitamente è appannaggio di pochi. Le difficoltà del movimento, alla prova parlamentare, dimostrano però che il tecnocittadino è una entità ancora tutta da scoprire, formare e definire.

La pervasività delle tecnologie ha portato all'elaborazione del concetto delle città intelligenti, non ancora a quello di cittadini intelligenti. L'offerta tecnologica è ricca ma quasi mai pensata per permettere al cittadino di esprimere il suo diritto di cittadinanza e la sua partecipazione ai processi decisionali e alla vita sociale e politica. La difficoltà nasce dal ruolo dei nuovi media e delle tecnologie della rete che facilitano l'incontro, la relazione, la partecipazione sociale e la collaborazione dei cittadini, intesi come persone in carne e ossa, con identità digitali e in contesti digitali. Incontro e collaborazione avvengono in nuove forme e linguaggi dei media tradizionali e definiscono contesti partecipativi di tipo collaborativo in cui tutti possono parlare a tutti e tutti possono partecipare attivamente alla creazione di ambiti di cittadinanza intelligenti perchè abilitati da strumenti tecnologici.

In questi nuovi contesti modificati tecnologicamente, tecnocittadini diventano tutti i cittadini destinatari di servizi pubblici personalizzati ed erogati in forma tecnologica e digitale, al centro di progetti di città intelligenti (smart cities), di agende digitali e di amministrazioni efficienti perchè tecnologiche e informatizzate. La politica, i partiti e le istituzioni che hanno compreso le criticità del momento, derivanti da un crescente distacco dalle istituzioni, stanno rivolgendosi ai nuovi media e alla tecnologia per ricostruire nuovi legami, indurre nuova socialità, organizzare nuove forme di partecipazione comunitaria e ripensare le forme della cittadinanza che oggi non possono non essere anche digitali. Ne deriva una riconfigurazione dei diritti e dei doveri dei tecnocittadini che è legata all'evoluzione tecnologica e ha preso il nome di Cittadinanza Digitale.

In una società dell'informazione e della conoscenza, il tecnocittadino è un cittadino più uguale di altri perchè dotato di competenze tecnologiche, capace di trarre vantaggio dell'offerta di servizi digitali, di comprendere i suoi diritti e il modo con cui possono essere esercitati, anche attraverso nuove modalità tecnologiche. Il tecnocittadino, anche quando non è stato informato delle nuove opportunità tecnologiche e digitali, o istruito su come trarne vantaggio, esercita la sua cittadinanza in modo attivo, traendo vantaggio dalle sue conoscenze tecnologiche che gli permettono di usare in modo critico e consapevole i media digitali, i social network, e le nuove tecnologie mobili. L'utilizzo è sempre consapevole e critico, praticato attraverso strumenti di comunicazione digitali, attento a valorizzare il proprio ruolo di cittadino nell'interazione con le istituzioni e a soddisfare i porpri bisogni, salvaguardando alcuni diritti come quello alla privacy e all'uso dei dati personali, alla trasparenza amministrativa e al diritto d'autore. Il tecnocittadino ha battuto il digital divide che colpisce ancora numerosi cittadini e l'analfabetismo digitale di cui soffrono.

I tecnocittadini sono però ancora in numero limitato. La società italiana, e non solo, non è ancora inclusiva in senso digitale e molto deve essere fatto affinchè il cittadino possa esercitare i suoi diritti in modo più efficace anche attraverso strumenti di tipo informatico e digitale. Se da un lato il cittadino deve impegnarsi in una reale alfabetizzazione digitale, ad apprendere l'uso delle nuove tecnologie e ad approfondirne i significati, lo stato è chiamato a intervenire concretamente con investimenti e iniziative finalizzate alla diffusione della cultura digitale, a incentivare la domanda di servizi digitali da parte dei tecnocittadini, a predisporre le infrastrutture necessarie e a favorire l'innovazione tecnologica.

Se non rimarranno sulla carta, potranno contribuire all'inclusione digitale sia l'implementazione del progetto europeo dell'Agenda Digitale sia quella del progetto italiano. Per diventare realtà, entrambi i progetti dovranno però tradurre in iniziative concrete le molte promesse e finalità dell'agenda quali la formazione e educazione tecnologica delle nuove generazioni, lo sviluppo del mercato digitale, la diffusione della connessione Internet veloce e della banda larga, i servizi ai cittadini ed imprese nella modalità e-Government, l'open data per una amministrazione aperta e trasparente, la creazione di strumenti utili alla produzione creativa di contenuti e alla loro condivisione e a favorire la partecipazione.

Se l'Agenda Digitale dovesse realizzarsi, il tecnocittadino potrà diventare attore e protagonista del cambiamento futuro. Un attore capace di usare le nuove tecnologie per interagire con le istituzioni, ma anche di continuare ad apprendere e a formarsi e di partecipare alla vita sociale, culturale e politica in modo più cosciente e informato. Un attore consapevole dei suoi diritti in termini di accesso alla Rete, accesso ai servizi, pubblici eprivati e online, ad una educazione consapevole, alla trasparenza e alla informazione, ad informare e produrre contenuti da condividere, ad essere ascoltati e consultati (come fanno i pentastellati) e ad essere coinvolti nelle scelte e nelle decisioni politiche.


Autore

Carlo Mazzucchelli

Dirigente d'azienda, filosofo e tecnologo, Carlo Mazzucchelli è il fondatore di SoloTablet, un progetto dedicato a una riflessione critica sulla tecnologia.

Esperto di marketing, comunicazione e management, ha operato in ruoli manageriali e dirigenziali in aziende italiane e multinazionali.

Focalizzato da sempre sull'innovazione ha implementato numerosi programmi finalizzati al cambiamento, a incrementare l'efficacia dell'attività commerciale, il valore del capitale relazionale dell'azienda e la fidelizzazione della clientela, attraverso tecnologie all'avanguardia e approcci innovativi. Giornalista e storyteller, autore di 16 ebook, formatore, oratore in meeting, seminari e convegni.

È esperto di Internet, social networking, ambienti collaborativi in rete e strumenti di analisi delle reti sociali.

Autore di 20 libri sulla tecnologia (Collana Technovisions Delos Digital)

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