Un messaggio forte al tempo del Coronavirus.
La morte mai è stata sentita così vicina da generazioni di persone che mai si erano confrontate con essa come era capitato alle generazioni precedenti.
Quella che si sta combattendo è una guerra diversa, subdola, invisibile ma ci sta anche riconciliando stoicamente con la morte, un evento che fa parte della vita e determina il lasso di tempo di ogni esistenza.
Narcisi e cinici come siamo diventati abbiamo dimenticato che non siamo eterni, neppure immortali.
La pandemia sta falciando tra le file di una generazione che vecchia lo è diventata, forse nel corpo ma non nell’anima.
🔥🔥🔥 𝐀 𝐏𝐑𝐎𝐏𝐎𝐒𝐈𝐓𝐎 𝐃𝐈 𝐄𝐌𝐄𝐑𝐆𝐄𝐍𝐙𝐀
Le nuove generazioni, allevate dentro chiese felicitarie e progressiste e annebbiate dalle promesse della tecnologia, hanno l’opportunità di coltivare virtù fin qui dimenticate.
La sfida non è generazionale ma sociale, legata alla modernità.
Il Coronavirus invita tutti a vincere insipienza e ignoranza, inesperienza e incompetenza, a coltivare qualità utili a irrobustire menti e corpi portandoli alla vecchiaia: “temperanza, sobrietà, frugalità, virtù, economia. Considerazione, moderazione, calma” (M. Onfray).
Aggiungerei gentilezza, generosità e solidarietà.