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Chatbot e Curriculum Vitae

Chatbot e Curriculum Vitae

08 Febbraio 2019 Tecnologia e Human Resources
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L’intelligenza artificiale sta uscendo dalla fase di sperimentazione, anche in ambito HR. Grazie a Chatbot e ai loro algoritmi è già oggi possibile automatizzare alcune fasi della selezione di personale, domani forse l’intero processo.

Intervistare, valutare e scegliere candidati, leggere curriculum vitae per una prima selezione delle persone da assumere e molto altro. E’ quanto giò oggi sono in grado di fare Chatbot e soluzioni software caratterizzate dalla presenza di intelligenza artificiale, algoritmi e capacità di apprendere. Strumenti che affiancano il personale HR nelle aziende facilitando il loro lavoro attraverso l’automazione dei processi selettivi e di valutazione dei candidati. 

Una rivoluzione annunciata

I Chatbot con Intelligenza Artificiale possono rivoluzionare l’intero processo di selezione del personale in una situazione economica che vede le aziende confrontarsi con il cambiamento e la trasformazione digitale. Ma soprattutto con la necessità crescente di disporre delle giuste professionalità e competenze umane per affrontare la sfida dell’innovazione e della globalizzazione. 

Frutta

Molte aziende devono anche poter gestire in modo efficiente ed efficace una domanda di lavoro diversa dal passato. Una domanda che riflette la situazione del mercato del lavoro, la sua maggiore dinamicità e precarietà e che spinge un numero maggiore di persone, manager, professionisti, neo-laureati, persone in cerca di nuove tipologie di ruoli e di lavori a muoversi sul mercato in modo proattivo, anche per non essere travolti da situazioni non previste. 

La complessità del mercato del lavoro

Il mercato della domanda e dell’offerta di lavoro è diventato più complesso per le mutate condizioni economiche, per i cambiamenti continui e imprevedibili che caratterizzano l’era tecnologica attuale e per la necessità di mantenersi competitivi. Un modo per esserlo è dotarsi di risorse fresche, con skill e competenze avanzate, flessibili e capaci di integrarsi rapidamente e efficacemente nella cultura aziendale. 

Nella ricerca costante di nuovo personale, aziende e organizzazioni si trovano oggi a dover gestire un diluvio di domande di lavoro che si traducono in migliaia di curriculum vitae inviati per ogni proposta di lavoro. Un afflusso di richieste che possono mandare in tilt diversi divertimenti delle Risorse Umane o i team dedicati alla selezione del personale, allungare i tempi della selezione e tradursi in costi troppo onerosi. I tempi lunghi dipendono spesso dal tempo necessario a prendere visione e valutare le competenze tecniche di ogni candidato, la loro coerenza con i requisiti richiesti e le caratteristiche personali di ogni candidato. Ciò a scapito delle cosiddette soft skill, quasi sempre discriminanti nella decisione finale che porta a una assunzione. 

Chatbot, Intelligenza artificiale e algoritmi

Tutto ciò oggi può essere gestito in modo diverso, tecnologico, attraverso il ricorso a Chatbot. Strumenti che anche in Italia le aziende stanno cominciando a utilizzare con profitto, in termini di risparmio di tempo nel trovare il candidato ideale, eliminando anche dal processo di selezione alcuni dei pregiudizi umani (di genere, di razza, fisici, ecc.) che spesso non garantiscono l’oggettività e la neutralità delle persone coinvolte nella selezione del personale. 

Chatbot e algoritmi software sono entrati da tempo anche nelle società che offrono servizi alle Risorse Umane. Le difficoltà presenti nella predisposizione di Chatbot personalizzati e adattati a ogni tipologia di ricerca e azienda rende oggi lo strumento di intelligenza artificiale applicabile principalmente alle cosiddette hard skill. Le molteplici informazioni che ogni Chatbot già operativo è in grado di acquisire serviranno a farlo evolvere fino a dotarlo delle capacità che servono per portare a termine buona parte dell’intero processo di selezione. L’apprendimento si basa sulla capacità di valutare la personalità digitale del candidato, i suoi comportamenti, le sue emozioni durante un colloquio, i tratti non verbali e quelli cognitivi (grazie a nozioni/algoritmi di programmazione neurolinguistica). 

Il Chatbot non sarà mai in grado di valutare in modo adeguato le competenze trasversali del candidato che interessano le sue capacità comportamentali e relazionali ma che si esprimono anche in elementi difficilmente intercettabili e valutabili da una macchina seppure intelligente. Elementi come la curiosità, la flessibilità, la capcità creativa e innovativa, le motivazioni, e molte altre abilità che oggi,  in ambito HR, vengono catalogate come soft skill. L’inadeguatezza dei Chatbot attuali non preclude però la loro capacità di superare questa criticità, grazie alle capacità di apprendimento e ad algoritmi sempre più potenti e intelligenti di cui disporranno. Il tutto favorito e reso più efficiente dall’accesso e dalla capacità di elaborare immense quantità di dati e informazioni. 

Di fronte alla pervasività crescente dei Chatbot, molti operatori del mercato HR ma anche candidati e recruiter si trovano di fronte a dilemmi di non poco conto. Il primo dilemma è di tipo etico, legato al rischio di disumanizzazione del rapporto mano nelle fasi di selezione, ma anche alla possibilità di costruire Chatbot ubbidienti e programmati per fare scelte che di etico potrebbero non avere nulla. Ad esempio quelle di discriminare persone anziane, donne o individui con culture e idee politiche determinate (già oggi è in circolazione un Chatbot applicabile all’analisi dei post dei candidati sui social network….). 

Il futuro del mercato del lavoro

Il futuro del mercato del lavoro è destinato a cambiare in modo costante. Prevedere oggi l’evoluzione dei Chatbot è impossibile ma è facile immaginare una loro pervasività crescente. Con loro tutti dovranno fare i conti, individui in cerca di lavoro, società di ricerca del personale e loro dipendenti, coach e counselor HR, responsabili HR e persone che in azienda si occupano di selezione, ecc. Meglio cominciare a sviluppare fin da ora una maggiore conoscenza del fenomeno e una consapevolezza (tecno-consapevolezza) su quanto anche in ambito HR la tecnologia possa essere dirompente (disruptive). Se è vero che i Chatbot non avranno mai la sensibilità che caratterizza la persona umana è anche vero che mente e sensibilità umane stanno cambiando come effetto della rivoluzione tecnologica nella quale siamo tutti coinvolti. Ciò che oggi ci appare etico o tipicamente umano, domani potrebbe essere percepito come tale anche da macchine intelligenti e umanoidi, evolute e capaci di affiancarsi e forse di sostituirci, anche nelle attività che interessano l’ambito della gestione delle risorse umane.

 

 

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