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APP Marketing: lo sviluppo non è che l'inizio

APP Marketing: lo sviluppo non è che l'inizio

01 Febbraio 2015 Redazione SoloTablet
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CAPITOLO 7

Il libro APP MARKETING: lo sviluppo non è che l'inizio di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

 

Sviluppare un'APP è come scalare l'Everest, facile ma pericoloso!

Molte nuove idee applicative sono veramente fantastiche e tali da motivare a immediati investimenti e sviluppi software. La maggior parte di queste idee portano spesso verso il nulla e in alcuni casi verso il baratro. Sviluppare APP è come scalare l'Everest, abbastanza semplice ma estremamente pericoloso, soprattutto se non si dispone di ossigeno a sufficienza.

A leggere la letteratura della Rete sull'economia delle APP, la percezione è che tutti si stiano arricchendo. E’ possibile, ma non facilmente certificabile. E per essere onesti bisognerebbe insistere su quanto sia difficile avere successo con lo sviluppo e pubblicazione di un’APP e sul fatto che non esistono regole o ricette predefinite capaci di determinarlo.

Ogni singolo sviluppatore o software house che si cimenta nello sviluppo di una applicazione Mobile dovrebbe sapere che si sta incamminando su un percorso all'apparenza facile ma nella realtà molto complicato. Per usare una metafora è come scalare l'Everest, una montagna difficile e pericolosa che si può scalare con o senza portatori e guide, con o senza ossigeno, da una via piuttosto che da un'altra, appoggiandosi a una grossa spedizione che garantisce la vetta in cambio di una cifra di 35000/60000 dollari o in solitaria. La similitudine con l'Everest non è casuale perché pur essendo la montagna del mondo più alta è anche una delle più facilmente scalabili. Molto diverso invece è ad esempio il K2 (muore un alpinista su quattro che ne tenta la scalata) per non parlare del Cerro Torre nella Patagonia argentina.

Scegliere la scalata in solitaria può essere la scelta vincente ma solo se fatta nel rispetto delle tradizioni e delle leggi della grande montagna. Qualora si dovesse arrivare in vetta (a oggi solo 1500 persone ci sono riuscite, dal 1953, e tutte dal versante nepalese considerato relativamente  il più facile) non bisogna fare l'errore di considerare il viaggio come concluso. I pericoli possono nascere proprio a causa dell'euforia in quota (capita a tutti coloro che si tolgono il respiratore e rimangono incantati a lungo a fotografare) che porta a sottovalutare i rischi della discesa e le condizioni climatiche, mai statiche e sempre in continuo mutamento (a ottobre 2014 più di 500 alpinisti sono stati colti da una tempesta di neve che è durata 30 ore e ha causato quasi 40 morti e molti altri dispersi).

La scalata all'Everest richiede grandi e lunghi preparativi e molto allenamento (in media più di un anno), grande motivazione, alcune scelte strategiche e capacità marketing e comunicazionale per affrontare i costi della spedizione. Esattamente quello che serve per sviluppare un'APP con l'obiettivo di guadagnare e di avere successo. Le risorse spesso sono già disponibili anche se non nella quantità o qualità adeguata. Ciò che manca frequentemente è invece una visione strategia globale e la capacità a valutare tutte le problematiche di un viaggio che si prospetta lungo, incerto, irto di ostacoli, dominato da grande competitività e dalla presenza sul terreno di molti attori. E' un viaggio che obbliga a combinare insieme molte cose e a partire per tempo. Il viaggio inizia molto prima di partire e non termina mai, soprattutto se si è scalata la cima.

Chi si prepara per un viaggio applicativo Mobile, come per una scalata dell'Everest, deve convalidare l'idea da realizzare e avere chiari fin dall'inizio vantaggi, benefici e rischi a cui va incontro. Se non si è convinti di potercela fare è meglio rinviare o scegliere altre vie, ad esempio una collaborazione con altre persone o società.

Prima di partire è utile predisporre con cura tutto ciò che serve per raccontare la propria applicazione creando narrazioni interessanti per i media e per il largo pubblico e per aumentare visibilità, curiosità e interesse. Gli alpinisti dell'Everest solitamente fanno questo per trovare sponsor paganti e per vedere raccontata in patria la loro avventura. Chi sviluppa un'APP lo deve fare per farsi trovare nello store e dai motori di ricerca della Rete, per presenziare i social network, facilitare il passaparola e per usare i numerosi feedback derivanti al fine di raffinare messaggi, narrazione e comunicazione.

Dopo aver caricato l'applicazione su uno o più store è necessario continuare a comunicare e a costruire nuove iniziative marketing. Un modo per farlo è di lavorare sugli aspetti, le funzionalità e le specificità dell'applicazione. Ad esempio si può parlare del design come elemento di differenziazione, del supporto all'utenza, delle 'analytics' disponibili attraverso l'APP, ecc. L'alpinista che scala l'Everest lo fa comunicando quotidianamente notizie e novità relative alla sua spedizione e usando canali predefiniti e attivati già prima di partire.

Il viaggio di ogni APP non può essere fatto solo nello store o nell'ecosistema predisposto dal produttore di hardware. Deve essere compiuto in parallelo anche virtualmente, costruendo una presenza online finalizzata a fornire informazioni e conoscenze ma soprattutto a costruire comunità di interesse e canali sociali di comunicazione e interazione. Lo si può fare con una presenza costante sui social network attraverso pagine dedicate, gruppi, comunità o costruendo un sito/portale ad hoc con integrate tutte le tecnologie collaborative e web 2.0 disponibili.

Ogni tipo di racconto e canale comunicativo deve servire a raccogliere feedback, critiche, suggerimenti, richieste. Molte di queste osservazioni non saranno riferite all'APP ma alle strategie marketing e alle iniziative messe in cantiere che possono servire anche per rapidi aggiustamenti di percorso. Interagire con quanti forniscono un loro feedback è utile a soddisfare i loro bisogni e a fidelizzarli ma in particolare a alimentare il passaparola e l'interesse di un pubblico più vasto.

In rete non è necessario o sufficiente comunicare direttamente. Lo si può e deve fare anche attivando collaborazioni che portino altri a raccontare l'impresa. Ogni APP, così come ogni spedizione alpinistica, dovrebbe avere ottime recensioni e coperture giornalistiche e essere raccontata su Blog e media sociali. Le due cose possono accadere spontaneamente ma possono anche essere 'aiutate' attraverso kit stampa appositamente preparati e comunicati, la selezione dei contatti giusti con cui interagire e il loro coinvolgimento costante nell'intero percorso di viaggio.

Le iniziative di marketing e di comunicazione non possono avere un termine. Devono al contrario durare in modo perseverante nel tempo per mantenere alto l'interesse e il coinvolgimento di chi ha scaricato l'applicazione, per spronarli a usarla e per alimentare nuovi download.

Quello che ho raccontato fin qui è probabilmente noto alla maggioranza delle persone o aziende che hanno intrapreso il viaggio verso l'implementazione di una APP. Meglio però sapere che conoscere ciò che deve essere fatto non si traduce sempre nella consapevolezza della sua rilevanza e in azioni concrete.

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