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APP Marketing: lo sviluppo non è che l'inizio

APP Marketing: lo sviluppo non è che l'inizio

01 Febbraio 2015 Redazione SoloTablet
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CAPITOLO 21.1

Il libro APP MARKETING: lo sviluppo non è che l'inizio di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

 

Prima di iniziare e fase di pianificazione 

Se sei un creativo o uno sviluppatore attento alle novità e desideroso di sperimentarle sai perfettamente cosa ti può succedere appena hai avuto una nuova idea. 

Il primo impulso è di raccontarti quanto essa sia innovativa e capace di trasformarsi in una killer application, il secondo è di buttarsi immediatamente a capofitto nella sua implementazione tecnica. Entrambi gli impulsi sono comprensibili e positivi ma non possono essere consigliati. 

Partire presto e partire ora può essere uno slogan perfetto, capace di motivare e soddisfare l’urgenza che anima qualsiasi tipo di nuovo progetto, ma nel caso di un’APP Mobile dovrebbe essere tradotto in pratica solo dopo alcune attente riflessioni. La prima delle quali è quella legata alla convenienza o meno di partire subito. 

Le prime riflessioni devono portare a porsi delle domande di tipo tecnico quali: 

  • Che tipo di applicazione voglio realizzare?
  • Quali tecnologie conosco e quali devo studiare/usare?
  • Come voglio che venga usata l’applicazione dagli utenti?
  • Che tipo di strumenti devo avere/acquistare?
  • Quali strumenti di sviluppo devo scegliere (Xcode, Eclupse, Visual Studio Express, PhoneGap, Titanium, ecc.…)?
  • Quanto mi può costare?
  • Quale approccio (nativo, web, Javascript, Ruby, Phyton, PHP, Android, iOS, Windows Phone, ecc.) adottare? 

Le riflessioni più importanti e necessarie sono di altro tipo, poco tecniche e molto marketing e commerciali. Tutte devono essere finalizzate a verificare la bontà di un’idea (spesso il successo di una APP è determinata solo da essa), la sua realizzabilità e qualità in termini di unicità tecnologica, esclusività di contenuti, fornitura di servizi, concetti innovativi, potenza del design, interattività elevata, user experience e interfaccia utente. 

La buona idea non può essere solo quella dell’applicazione. Servono molte buone idee per lo sviluppo e soprattutto per la promozione marketing dell’applicazione. Spesso queste buone idee nascono a ridosso del lancio e devono trovare posto in qualche piano di attività già definito. Come quello definito in questa sezione del mio e-book. 

P1 - Braistorming per nuove APP 

Avere nuove idee sembra essere attività comune e capacità di tutti, in realtà la maggior parte delle nuove idee ha un’origine casuale ed è determinata più dal contesto, dalle condizioni sociali e dalle attitudini mentali che dalla capacità individuale. 

L’idea di una nuova APP può nascere durante il sonno, in viaggio, in una riunione o mentre ci si è presi una pausa per un bisogno di tipo fisiologico. Ci si può svegliare con una idea forte in testa senza rendersi conto che qualcuno l’ha già sviluppata (non rendersene conto può essere costoso) o si può lasciare una riunione con alcune intuizioni incomplete che attendono di essere sviluppate. Molte idee nascono però dall’azione creativa individuale e/o di gruppo finalizzata a creare il contesto più adeguato a farle emergere. Un’azione che usa tecniche come il brainstorming per condividere intuizioni parziali avute da persone differenti e connesse nella speranza che da esse nascano nuove idee. 

Per sviluppare nuove idee di APP bisogna prima di tutto dotarsi di un atteggiamento esplorativo e curioso e di una disponibilità alla serendipità, cioè a trovare qualcosa di imprevisto mentre si cerca qualcos’altro. Si cerca una APP per il mercato automobilistico e ci si ritrova con un’APP per la mobilità stradale o per il controllo del traffico! Per riconoscere la validità della nuova idea trovata bisogna però coltivare una mentalità e un atteggiamento aperti a opportunità inaspettate e sapere accogliere di buon grado gli errori (si voleva trovare una idea di nuova APP per gli automobilisti). 

La ricerca di nuove idee con attività di gruppo suggerisce di ricorrere a metodologie e strumenti adeguati, come il brainstorming nella sua forma più classica. E’ una tecnica che può essere praticata individualmente o in gruppo con persone dalle professionalità diverse (sviluppatori, responsabili marketing, consumatori e potenziali clienti). 

Il brainstorming individuale può produrre risultati in tempi più rapidi perché non è influenzato dalle opinioni altrui ma essere limitato in creatività e produrre minori risultati perché non trae vantaggio dalla eterogeneità delle esperienze di altri. Quello di gruppo risulta più efficace se tutti i partecipanti collaborano al risultato creativo finale condividendo la loro esperienza e creatività. Il primo dipende dalla volontà, dalla conoscenza delle tecniche e dalla capacità creativa dell’individuo, il secondo dipende dalle regole che governano l’attività di gruppo e il loro rispetto da parte dei partecipanti. Nel brainstorming individuale le idee che emergono rimangono proprietà del singolo, in quello di gruppo sono note a tutti e possono essere ‘rubate’. 

L’attività di brainstorming può essere particolarmente utile quando si è alla ricerca di idee per nuove APP ma non se ne trovano o quando si è carenti di immaginazione o bloccati creativamente. Le modalità di brainstorming possono essere diverse ma tutte devono essere finalizzate a far ripartire la creatività del cervello e la nascita di nuove idee. 

Ci si può riuscire in vari modi, ad esempio prendendo note da visionare successivamente, farlo nei tempi più adeguati a facilitare la creatività (al mattino presto o il lunedì. In una fase di relax, ecc.), lasciarsi ispirare da cose esterne alla realtà e ai contesti frequentati. Se il brainstorming è di gruppo le suggestioni o idee emergenti devono essere condivise apertamente con tutti, senza timori e timidezze (non so se la mia idea è valida) e in piena trasparenza. Bisogna predisporre e fare domande. Il brainstorming è spesso un esercizio di elaborazione di nuove domande. La loro bontà e utilità non si traduce in risposte ma in nuove idee. 

Il processo di brainstorming di gruppo prevede il distacco da qualsiasi dispositivo tecnologico e il ritorno a forme di collaborazione e condivisione ti tipo fisico, costruite intorno a un tavolo o in uno studio dotato di poltrone comode e in cerchio. Bisogna parteciparvi con onestà, essere rilassati e disponibili a condividere qualsiasi cosa passi nella mente. 

Se l’attività tradizionale di brainstorming non dovesse funzionare si può sempre ricorrere ad una delle numerose APP sviluppate ad hoc e finalizzate a facilitare la creatività e l’ispirazione di nuove idee di APP. Un’APP che genera altre APP! 

Eccone un elenco incompleto: 

  • iBraistorm
  • Mindnode
  • FreeMind
  • Name Dice
  • Moodboard
  • Omnigraffle
  • Spiderscribe
  • myPantone
  • iDesign
  • Wridea
  • Oflow
  • Mindmeister 

P2 - Verificare la validità della propria idea

La prima idea di una nuova applicazione ti è venuta mentre guidavi verso un appuntamento da aperitivo o le piste da sci. Il giorno dopo hai convalidato la bontà della tua idea e relativa visione e sei pronto per partire. Se hai deciso di scartare qualsiasi forma di approfondimenti ulteriori, il suggerimento è di prendere un momento di pausa e ripensarci.

L'idea può essere veramente geniale ma proprio per questo non è un errore prendere un po' più di tempo e fare ulteriori verifiche, prima di cominciare a inviare email e a comunicare la grande novità. La convenienza nel farlo è giustificata dal tempo, dal denaro e dalle risorse che sei pronto a investire e a rischiare nello sviluppo della tua nuova app e dalla probabile scarsa conoscenza del mercato Mobile su cui hai deciso di muoverti.

Dilatare nel tempo la decisione finale aiuta a far affiorare possibili dubbi e a trovare loro spiegazioni e risposte adeguate ma anche ad attrezzarsi per superare le difficoltà future che potrebbero portare a lasciar perdere.

La riflessione è tanto più importante quanto più grande è l'ignoranza sul mercato target potenziale e difficile da valutare quanto esso valga o se ne esiste uno. Prima di partire forse è infatti conveniente farsi un’idea dei potenziali download possibili, del volume di traffico e del valore ipotizzabile in termini di successo, visibilità e guadagno.

Sapere che il mercato esiste ed è potenzialmente ricco è un'informazione utile per posizionare attentamente l’applicazione sul mercato e per prestare maggiore attenzione, nello sviluppo applicativo, alle caratteristiche e alle funzionalità dell'applicazione in modo da evitare problemi futuri con il consumatore nelle sue pratiche d'uso e esperienze utente (non solo interfaccia).

L'attenzione a una riflessione attenta sulla validità di un’idea e sulla esistenza di un mercato potenziale vale per ogni tipologia di applicazione, comprese quelle di nicchia, tipo stagionale o legate ad eventi specifici e non ripetibili nel tempo come ad esempio l'evento EXPO (centinaia sono le APP sviluppate per catturare i 22 milioni di potenziali visitatori).

La riflessione serve anche a far emergere, attraverso attività dedicate di brainstorming o con uso di mappe mentali, i punti di forza della nuova idea e quelli di debolezza, a definire qualcosa di unico e di diverso, sia in termini di funzionalità sia di approccio al mercato o modello di business. Sviluppare un’idea serve anche a verificare l’esistenza di applicazioni simili sul mercato e, nel caso esistessero, ad aggiungere nuove funzionalità e nuove esperienze utente utili per differenziarsi e competere meglio.

Nel caso in cui ci fosse tempo o si ritenesse l'idea così valida da essere meglio definita, si può ricorrere a indagini di mercato, affidate anche ad agenzie specializzate, con l'obiettivo di andare alla ricerca e di profilare fin dall'inizio il mercato target e di raccogliere utili informazioni utili già nella fase di implementazione per soddisfare i bisogni futuri degli utilizzatori della applicazione.

Dopo avere convalidato la bontà della nuova idea di APP e di cosa deve fare, è tempo di valutare e stimare anche quanto essa sia capace di generare fatturati e guadagni e determinare come e cosa fare per ottenerli.

Se la nuova idea è legata alla promozione di un marchio o ad attività di branding, conviene dedicare altro tempo ad analizzare la posizione corrente, a definire i criteri di misurazione e il modello di ROI da applicare all’investimento da farsi.

Dopo aver convalidato la bontà dell’dea sei pronto per lo sviluppo, nel caso fossi un’azienda, per la ricerca di collaboratori capaci di implementare il tuo progetto applicativo. 

P3 - Studio del mercato Mobile 

Per completare la fase di validazione di un’idea (APP) è necessario condurre una ricerca di mercato. Meglio farlo prima di cominciare lo sviluppo, e sicuramente prima del rilascio al pubblico e della pubblicazione dell’APP. La ricerca deve essere motivata: 

  • dalla ricerca di un mercato e audience target
  • dalla scoperta di ciò che realmente chiedono i potenziali utenti o di bisogni da soddisfare
  • e dalla scelta dei mercati su cui puntare (mercati di nicchia, mercati verticali, ecc.) 

La scelta di mercati di nicchia può essere la scelta ideale per il loro carattere di profittabilità. Il traffico e i download non saranno elevati ma l’estrema focalizzazione può portare a soddisfare bisogni precisi con un tasso elevato di conversione da visite allo store in transazioni. Con mercati di nicchia è possibile convalidare la validità di una nuova APP in modo abbastanza semplice e con metodologie non costose. Si tratta semplicemente di condurre interviste accurate e sufficienti ad individuare quali siano i reali bisogni del segmento di mercato identificato e quali sia la sua predisposizione di spendere per soddisfarli. Con questo approccio è possibile identificare il profilo del cliente target fin dall’inizio e sviluppare il software in modo adeguato ai bisogni. 

Se la scelta è di andare sul mercato globale l’approccio meno costoso e più fattibile per certificare se l’idea di una nuova APP è valida è quello di rivolgersi a blogger, opinion leader e chiedere loro di condividere una prima opinione. Il loro feedback servirà a ottimizzare l’idea, ad aggiungere nuove componenti e funzionalità. Con un costo maggiore ma risultati statisticamente più validi si può implementare una campagna DEM (Direct Email Marketing) per raggiungere una lista di clienti potenziali selezionata e farsi una idea più precisa delle loro aspettative, necessità e bisogni. 

In entrambi gli approcci, l’idea è di entrare in contatto con potenziali utilizzatori futuri per verificare quanto la tua idea applicativa sia considerata buona. 

Se il mercato target è quello globale è necessario analizzare anche l’ecosistema nel quale verrà pubblicata l’applicazione. L’analisi deve servire a evidenziare tendenze e fenomeni emergenti e a individuare potenziali attrattori e memi capaci di determinare i trend futuri e quali di essi diventeranno popolari. 

Gli strumenti per fare questo tipo di analisi sono diversi. Apple ad esempio mette a disposizioni dei grafici (APP Charts) che evidenziano le dinamiche interne allo store in termini di download e popolarità delle varie APP nei loro mercati nazionali (i dati mostrati si basano inizialmente sulla nazione del richiedente e la sua associazione nazionale specificata nel suo profilo iTunes). 

Se si sta introducendo un’applicazione per mercati internazionali l’analisi deve essere fatta usando APP Charts diverse. Questo tipo di ricerche e analisi non può essere casuale ma periodico. Il mercato Mobile è altamente dinamico e volatile e obbliga ad una costante attenzione e focalizzazione per conoscere e  osservare i fenomeni emergenti in modo da reagire prontamente o cambiare in corsa decisioni già prese. L’analisi serve a conoscere le APP più scaricate e attrattive ma soprattutto le tendenze di acquisto e le preferenze dei consumatori. Se il modello di monetizzazione scelto prevede una APP a pagamento l’analisi deve essere focalizzata su APP con modelli simili. E’ verosimile infatti che le APP più scaricate siano quelle gratuite. 

Al di fuori dello store è possibile fare ricorso a strumenti specializzati come Apptrace per studiare l’andamento del mercato globale grazie ad algoritmi e approcci che permettono di avere una visuale complessiva del mercato globale e non solo nazionale. Un altro strumento che si può utilizzare è Google Trends che mostra quali siano le parole chiave più popolari usate in ricerche online che riconducono alle APP. Lo strumento è semplice da usare ma la sua efficacia è legata ad un utilizzo avanzato che richiede la configurazione e il ricorso a parametri specifici quali il tempo, (gli ultimi cinque mesi), la nazione, il mercato, l’ambito applicativo. Google Trends mostra solitamente pochi risultati, conviene scaricare il file CSV prodotto dalla ricerca per una analisi più attenta e approfondita successiva. 

Un altro strumento utilizzabile per osservare i fenomeni del mercato è Google Keyword Tool. A differenza di Google Trends, questo strumento offre una spaccato quantitativo delle ricerche fatte per mese e permette di costruirsi una idea di ciò che è in movimento nel mercato e nella testa dei consumatori. 

Dopo avere verificato la bontà della propria idea di nuova APP in relazione ai trend emergenti di mercato conviene verificare se esiste una domanda. Strumenti utili a questo scopo sono Xyologic per conoscere il numero mensile di download delle APP, o AppAnnie per analisi più approfondite sulle APP che occupano le posizioni alte della classifica dei download. 

Quando si è troppo innovativi 

Se sei un innovatore il rischio è di esserlo troppo e di preparare il mercato a coloro che verranno dopo di te. Se vuoi correre il rischio devi dotarti di strumenti di analisi del mercato diversi. Ciò che ti serve conoscere sono gli argomenti di conversazione e le tendenze che diventeranno popolari in un futuro prossimo venturo di cui non puoi prevedere quasi nulla se non i numerosi fenomeni attrattivi che emergono qua e là nello store o su Internet. 

Gli strumenti disponibili per questo tipo di ricerche sono scarsi e non sempre attendibili. Il futuro, come è noto a tutti, non è prevedibile. Si possono però utilizzare approcci intuitivi e pragmatici per contribuire a dare forma al futuro. Ad esempio si possono sfruttare eventi particolari come le feste e lo shopping natalizio per indagare sui trend emergenti oppure si può focalizzare l’attenzione su grandi eventi pubblici e/o sportivi per sondare bisogni e interessi o per inoculare nuovi bisogni nel vasto pubblico che li seguirà. 

P4 - Strategia e individuazione degli obiettivi (destinazione e scopo) 

Terminata la ricerca di mercato e prima di individuare i potenziali segmenti di mercato è necessario darsi degli obiettivi concreti e misurabili e legarli ad una strategia marketing definita. 

Nel definire una strategia conviene porsi alcune domande: 

  • Quali sono gli obiettivi che voglio raggiungere? (finalità marketing, branding o di vendita, ecc.)
  • Quali sono i mercati target e le audience che li caratterizzano? (demografia, capacità di spesa, livello di istruzione, ecc.)
  • Chi sono i maggiori concorrenti e quali prodotti hanno rilasciato? Vanno analizzati i loro punti di forza e di debolezza e le opportunità che hanno di avere successo.
  • Qual è la tua visibilità/immagine sul mercato in cui vuoi competere e come dovrà essere nel prossimo futuro?
  • Quali sono i punti di forza della tua APP e della tua proposizione? (compelling reasons to buy: per quale motivo un consumatore dovrebbe preferire la tua applicazione a un’altra).
  • Quali benefici e vantaggi puoi portare a testimone della bontà e qualità della tua applicazione? (what is in it for me: cosa ci guadagno come potenziale acquirente).
  • Che tipo di messaggio e risorse devo predisporre per una comunicazione multicanale coerente ed efficace? 

P5 - Mercati target 

Il fenomeno delle APP è tipico del passaggio d’epoca dei tempi moderni e obbliga a comprendere a fondo l’incisività del cambiamento in atto. 

Nell’identificazione di un mercato potenziale bisogna liberarsi dalle conoscenze antiquate e errate che impediscono di prendere atto della nuova realtà emergente. In questo passaggio è necessario focalizzare lo sguardo e l’attenzione sui nuovi comportamenti emergenti, sulle nuove regolarità e coerenze espresse dai consumatori. 

Con nuove lenti sarà allora possibile scoprire che il processo di acquisto non è sempre condizionato dal reddito o budget a disposizione. Il consumo è considerato sempre più in funzione delle aspettative individuali, al package proposto, allo stile di vita in cui ci si colloca, ai gruppi di appartenenza, al mood psicologico, all’atteggiamento verso il futuro. 

Per capire il consumatore del terzo millennio, il cui consumo è spesso determinato dalla semplice propensione a praticarlo, lo sviluppatore di un’APP, così come ogni produttore di altri beni di consumo, deve far ricorso alla psicologia e alle science sociali (sociologia, antropologia, linguistica, ecc.).

Il consumo odierno è molto condizionato dalla sua componente intangibile, in primo luogo di servizio. Il consumatore a cui si rivolge lo sviluppatore di APP è composto da persone che non amano la produzione di massa e il consumo di massa. Non amano omologarsi agli altri e ricercano, spesso illusoriamente, soluzioni personalizzate e customizzate rispettose della unicità dell’individuo. 

Nella ricerca di audience di mercato bisogna tenere conto della metamorfosi del consumatore da attore passivo a consumAttore pragmatico, laico, deideologizzato, sempre alla ricerca di nuove interazioni e di un ruolo dialettico, autonomo e finalizzato alla conversazione e al dialogo. E’ un consumatore curioso e sperimentalista la cui esperienza di prodotto nasce spesso dall’emulazione delle scelte di altri inseriti nel contesto sociale a cui appartiene. 

Molte scelte di consumo sono guidate da fattori psicologici, emotivi, di segno (marca, marchio), di scambio sociale. Non sono scelte irrazionali ma solo meno guidate dalla mente perché gestite con il cuore come centrale affettiva e altri sensi come il tatto. Non è un caso che il tablet ha cambiato per sempre il modo di interagire con la tecnologia. 

Infine nella ricerca di un mercato è importante tenere sempre presente la facilità con cui il consumatore può accedere a informazioni e nuove conoscenze. Internet ha facilitato un processo di acculturazione sul consumo di grande importanza e con cui qualsiasi produttore deve fare i conti. 

In questo contesto mutato di cambio di paradigma, si colloca l’intera attività di ricerca del mercato target. Sia che tu abbia maturato una nuova idea di APP, sia che tu sia ancora in fase di brainstorming, prima di procedere allo sviluppo di una applicazione ti conviene dedicare del tempo a identificare le audience alle quali proporla e interrogarti sul perché vuoi farlo. 

La tua APP potrebbe trovare un pubblico molto ampio ma non ha mai molto senso puntare sull’intero mercato. Non conviene per ragioni di costo e di strategia. E’ solo un modo per focalizzare sforzi, tempo e risorse, sapendo che in ogni caso la tua APP è disponibile a tutti attraverso lo store. Focalizzarsi significa mettersi nelle condizioni di comunicare meglio, di offrire user experience di qualità e di creare relazioni più coinvolgenti con i clienti potenziali dei segmenti di mercato scelti. 

La scelta del mercato target di riferimento è un processo che inizia con l’analisi di quali bisogni l’APP è destinata a soddisfare (il prodotto conta meno delle emozioni che è capace di suscitare) e dei suoi elementi differenzianti rispetto alla concorrenza, con l’individuazione dei messaggi commerciali e di informazioni sui clienti potenziali. Questa fase del processo, così come quelle successive, devono essere tutte centrate sul cliente / consumatore. Meglio cercare di individuare chi potrebbe avere interesse all’applicazione che puntare su consumatori come semplici target per la vendita di un’APP. 

Puoi iniziare la tua ricerca di mercato prendendo spunto dalle molte informazioni disponibili online e dal lavoro fatto da sviluppatori come te. Questa informazione è spesso disponibile in rete e in attesa di essere trasformata in conoscenza. Questa informazione non è utilizzabile al 100% perché non necessariamente focalizzata sul mercato che ti interessa ma può fornirti dati secondari e aggiuntivi a quelli che già possiedi e facilitarti la decisione finale e a superare eventuali incertezze. Se disponi di un budget l’investigazione può essere affidata ad uno specialista o a precari assunti come collaboratori che potrebbero diventare utili compagni di strada per il lancio futuro dell’applicazione. 

Dopo aver identificato il mercato e le audience su cui puntare devi riuscire a dare una identità all’utente o consumatore target. Il valore quantitativo del mercato scelto deve essere complementato da quello qualitativo derivante dalla profilazione del cliente target e da una comprensione approfondita della sua demografia e psicografia. Le informazioni demografiche da raccogliere comprendono l’età, il genere, la residenza, il background etnico e culturale, il reddito e molto altro. Quello psicografico deve puntare a raccogliere informazioni sul profilo psicologico del consumatore, sui suoi comportamenti tipici, le abitudini, gli interessi, gli hobbies, gli stili di vita. 

La profilazione è una attività che richiede tempo ma è essenziale per identificare i potenziali clienti sulla base dei loro bisogni. Riuscire a completare questa profilazione prima di cimentarsi nello sviluppo o nelle sue prime fasi significa riuscire a inserire nell’applicazione funzionalità capaci di soddisfare al meglio i bisogni del consumatore a cui è destinata. Riuscirci significa trovare più facilmente innovatori nella fase iniziale di distribuzione dell’APP che possono contribuire a far conoscere l’applicazione al mercato. 

Aver individuato il mercato target e il profilo del consumatore tipico non è ancora sufficiente. Viviamo un’era tutta tecnologica caratterizzata dalla interazione costante con la tecnologia. Per ogni audience identificata è necessario completare il profilo cercando ulteriori informazioni sulle loro frequentazioni online e nei social network, sui siti più frequentemente visitati, sull’uso dell’email e di altri strumenti di comunicazione (Skype, SMS, IM, ecc.), sull’uso di APP Mobile. 

Terminata la ricerca e raccolte le informazioni che servono bisogna ricordarsi della loro volatilità legata alla dinamicità del mercato. Con la creazione di una banca dati demografici sui potenziali clienti, il lavoro non può essere considerato terminato. La banca dati non è  che il punto di partenza e l’allestimento di uno strumento destinato a ospitare in futuro tutti i dati utente utili alle campagne marketing e comunicazionali previste nel piano strategico per il lancio dell’APP. La banca dati deve essere costantemente alimentata e aggiornata grazie al monitoraggio costante del mercato di riferimento e delle sue dinamiche. Il monitoraggio deve focalizzarsi sull’osservazione dei nuovi trend comportamentali emergenti, sulle nuove mode e sulle attività della concorrenza. 

Fondamentale è anche la capacità di comprendere l’evoluzione dei potenziali clienti in termini di bisogni, comportamenti, scelte di acquisto e stili di vita. Infine il monitoraggio deve mirare anche alla rilevazione e misurazione delle vendite (download), delle interazioni con il consumatore, alle richieste di informazione e feedback. Tutte queste informazioni sono prodromiche ad azioni finalizzate a fornire aggiornamenti e miglioramenti continui e a modificare messaggi e attività promozionali. 

P6 - Test investigativo del mercato (focus group) 

Dopo aver completato la ricerca di mercato può convenire verificare la bontà della tua idea di APP direttamente con i consumatori. 

Lo puoi fare prima di avere iniziato lo sviluppo o dopo aver completato una versione beta dell’APP. Nel primo caso si tratta di individuare tra le audience target un gruppo selezionato di consumatori con cui condividere la nuova APP, raccoglierne i feedback e valutare se procedere nello sviluppo. Nel secondo caso si rilascia la versione beta a un gruppo selezionato di utenti usandoli come cavie. 

Il coinvolgimento di consumatori in focus group o l’individuazione di professionisti disposti a testare l’applicazione può essere costoso. Meglio puntare su approcci che puntano alla relazione con il potenziale cliente e a un suo coinvolgimento per tempo nell’intero processo che porterà al rilascio dell’APP. 

Le persone coinvolte nei focus group possono essere le stesse a cui viene fornita la versione beta dell’applicazione. La conoscenza diretta di coloro che sperimenteranno per primi l’applicazione permette di verificare quanto tempo le dedicano e di lavorare sulla relazione come se dovesse durare per una vita (LTV – Life Time Value). 

La scelta dei componenti del focus group non può essere fatta tra amici e parenti o amanti ma tra le audience selezionate come mercato target. Con i primi è sufficiente parlare in occasione di una cena in pizzeria o un pasto a casa. Con le seconde bisogna definire un percorso per il test, le modalità e le strategie in modo da creare circoli virtuosi di feedback e contro-feedback. 

Se hai già sviluppato altre APP puoi costruire il focus group selezionando alcuni dei tuoi clienti soddisfatti. Da loro possono venire utili suggerimenti interessati e recensioni utili per le scelte future. A loro devono essere offerti strumenti di comunicazione e interazione per una conversazione organica. Uno di questi strumenti può essere individuato nelle numerose funzionalità offerte dai media sociali e dai social network (gruppi chiusi, pagine, reti sociali, comunità aperte, ecc.). Se non disponi di un account social e di gruppi o comunità questo è il momento di crearli e attivare una presenza online. 

Rendere visibile l’idea di una nuova APP o condividere una versione beta sono due modi intelligenti per ricevere un aiuto utile alle scelte da farsi. Grazie al feedback dei potenziali utenti l’applicazione diventerà un prodotto migliore e più completo ma soprattutto più capace di soddisfare bisogni reali. 

P7 - Scelta della piattaforma, dei dispositivi e dell'ecosistema 

La scelta di piattaforma può sembrare semplice ma non lo è. Deve tenere conto della diversità dei mercati a cui ci si può rivolgere (enterprise, consumer, ecc.), dei diversi APP store esistenti e delle loro regole e delle esperienze mobili dell’utente. 

Ogni scelta deve essere attentamente vagliata e razionalizzata in modo da analizzare i punti di forza e di debolezza che la caratterizzano. Le piattaforme tra cui scegliere sono numerose: Android, iOS e Windows ma anche BlackBerry (perché scartarla?), Symbian (perché sceglierla ancora?), Qualcomm, J2ME, Linux, e molte altre. A guidare la scelta deve essere il modello di monetizzazione e le potenzialità in termini di libertà creativa per dare corpo alle proprie idee implementative. 

Una scelta più ragionata deve però tenere conto di altri elementi quali: 

  • Il tipo di audience e il mercato di riferimento. Se il target è di tipo aziendale e business la scelta deve essere molto oculata e garantire uno sviluppo e supporto di lungo termine. Qualsiasi scelta deve essere fatta pensando ai bisogni del consumatore e alle sue priorità.
  • Le caratteristiche tecniche dell’applicazione e la loro semplicità o complessità
  • L’aspetto finanziario e dei costi
  • Scalabilità e portabilità su piattaforme e dispositivi diversi dell’applicazione ma in particolare delle interfacce utente
  • Sicurezza
  • Disponibilità di documentazione tecnica 

Se la scelta ricade su una delle principali piattaforme disponibili meglio riflettere su punti di forza e di debolezza; 

  • Approccio ibrido: per ibrido si intende un approccio che combina insieme sviluppo nativo con altre tipologie di linguaggi e tecnologie. Il risultato è solitamente un’APP in forma di sito web, facile da implementare e che tiene i costi di sviluppo bassi. La maggior parte del codice è scritto in HTML, JavaScript e CSS. Facile da portare su qualsiasi piattaforma, a costi e interventi di sviluppo limitati. Il design delle applicazioni ibride è limitato e mai di qualità come quello delle applicazioni native. Ne deriva una esperienza utente limitata e poco attrattiva. Costose da manutenere e incapaci di mantenere le promesse di portabilità. L’approccio ideale per applicazioni semplici da produrre in tempi rapidi e che sono destinate a essere sostituite da applicazioni native. Per alcuni l’approccio ibrido è legato a strumenti di sviluppo come Apache Cordova (PhoneGap) Appcelerator Titanium o Xamarin che permettono di portare facilmente l’applicazione su piattaforme diverse e di riutilizzare la maggior parte del codice. Sul mercato sono oggi disponibili strumenti come GoNative.io, definiti ibridi per la loro capacità di trasformare in tempi rapidi applicazioni Web in applicazioni native di qualità. 
  • Sviluppo nativo tradizionale: noto anche come ‘fully-native’ è un approccio che prevede lo sviluppo di applicazioni native dal nulla usando strumenti di sviluppo supportati e controllati da varie piattaforme come Xcode e Objective-C per l’ecosistema Apple, Eclipse, Android Studio e Java per quello Android (piattaforma di sviluppo scelta dall’80% degli sviluppatori). I risultati di questo approccio possono essere spettacolari ma lo sviluppo su ogni piattaforma può risultare costoso (30.000+ Euro) e richiedere molto tempo. Complicati saranno anche gli aggiornamenti futuri. Se si dispone delle competenze e degli skill adeguati è l’approccio o se la tipologia di APP lo suggerisce, lo sviluppo nativo tradizionale è la scelta migliore. 
  • Sviluppo nativo con Android: la piattaforma di Google permette ai produttori di dispositivi di aggiornare i loro sistemi in tempi rapidi e dispone della base installata più vasta del mercato mobile (80% in ambito smartphone). Poche le regole che governano la pubblicazione su Google Play e ancora meno in altri marketplace. Gli svantaggi sono legati alla frammentazione (troppe versioni Android in circolazione) e alla maggiore difficoltà nel generare guadagni. La frammentazione fa aumentare i costi degli aggiornamenti e dei test prima del rilascio. Se l’obiettivo è di massimizzare fatturati e profitti Android potrebbe essere la seconda scelta dopo iOS. 
  • Sviluppo nativo con iOS: la piattaforma con la più alta possibilità di guadagnare sviluppando un’APP (in media un dollaro per ogni download rispetto ai 19 centesimi delle APP Android). Facile lo sviluppo e semplice la fase di test. Lo svantaggio deriva da una minore flessibilità imposta dallo store di Apple e da un processo di approvazione complicato e lungo.

 

  • Sviluppo nativo con Windows Phone: la percentuale di mercato di Windows Phone è limitata (4%) ma l’influenza sul mercato di Microsoft può giustificare una scelta di questo tipo. In alcuni mercati sono disponibili incentivi per l’acquisto di piattaforme Windows e Nokia che potrebbero aprire nuove opportunità di guadagno. Ad oggi gli sviluppatori e le aziende che sviluppano con Windows sono pochi e proprio per questo sono maggiori le opportunità. Ad esempio per lo sviluppo su Windows di applicazioni che hanno avuto successo su iOS e Android. La limitata diffusione di Windows rappresenta sicuramente un problema ma l’esistenza di nicchie di mercato offre opportunità interessanti di business. A oggi Windows può essere la terza scelta dopo iOS e Android ma meglio prestare attenzione alle novità introdotte da Microsoft con Windows 10, ora disponibile anche su piattaforme mobili. 
  • Sviluppo nativo con BlackBerry: difficile giustificare oggi una scelta di questo tipo (solo il 2% degli sviluppatori investe ancora in BlackBerry) ma la scarsa concorrenza potrebbe essere il motivo principale per puntare su questa piattaforma. BlackBerry continua a essere la piattaforma preferita da una nicchia di mercato fidelizzata e composta da utenti con un reddito elevato e alla ricerca della massima sicureZza che solo BlackBerry può loro offrire. Unico vero problema nell’investire su questa piattaforma è la inconsistenza del market share sceso all’1% del mercato. 
  • Sviluppo con strumenti per la costruzione di APP: disponibili in numero infinito questi strumenti facilitano la fase di sviluppo ma vincolano il futuro dell’APP ad uno strumento e alla sua evoluzione o involuzione. Sono strumenti che come GoodBarber permettono di assemblare i componenti di una APP così come Squarespace e Weebly permette di assemblare un sito web. Son strumenti potenti  più che adeguati per lo sviluppo di semplici APP e per la composizione di una proposizione di APP capace di sfruttare la coda lunga nello store. Perfetti per APP finalizzate alla comunicazione e informazione. 
  • Sviluppo web: grazie a tecnologie come HTML5 e WebRTC, unitamente a JavaScript, permette di realizzare APP paragonabili a quelle native in termini di funzionalità e performance. Secondo alcuni questo approccio limita l’esperienza utente in termini di navigazione, accesso, integrazione social e rappresentazione dei dati. 

Le indicazioni fin qui fornite sono una sintesi molto semplificata delle piattaforme maggiori e delle considerazioni a esse associate nella fase di scelta. La sintesi è sufficiente per le considerazioni marketing, insufficiente per lo sviluppo tecnico vero e proprio. Il suggerimento è a usare le numerose fonti online per acquisire nuove e più aggiornate informazioni e elaborare le necessarie conoscenze. 

P8 - Individuazione delle risorse necessarie e ricerca di partner

Non devi dare per scontato di disporre di tutte le risorse necessarie. In loro assenza potresti modificare i tuoi piani di sviluppo e rilascio o decidere di ricorrere a partner e collaborazioni esterne. Se sei uno sviluppatore e non disponi di risorse o collaboratori il ricorso a collaborazioni può essere una necessità per la componente marketing di comunicazione e promozione dell’applicazione. 

Il mercato mobile ha cambiato il mondo e il mercato così rapidamente da rendere complicato stare al passo con le sue dinamiche e i sempre nuovi bisogni emergenti. In termini aziendali, di sviluppo e promozione di una nuova APP ciò significa non essere sempre pronti a poter soddisfare in modo efficace la domanda di mercato, anche quando si è in possesso di una buona idea. Possono mancare risorse, conoscenze e competenze tecniche, marketing, commerciali e di business. La loro mancanza potrebbe incidere negativamente sull’intero progetto e suggerire il ricorso a partente e collaboratori o Freelancer esterni capaci di contribuire al successo dell’APP. 

L’analisi delle risorse necessarie a completare il progetto deve emergere nella fase di brainstorming e di validazione dell’idea e portare a porsi delle domande sulla propria autonomia o sul bisogno di ricorrere a entità esterne. 

Se necessiti di risorse e competenze esterne, ciò di cui hai veramente bisogno non è un rapporto di lavoro fissato in un contratto ma di una collaborazione. Non hai bisogno di qualcuno che fa quello per cui è stato pagato in attesa di muoversi verso un altro progetto o contratto ma di collaboratori motivati ed entusiasti di partecipare ad un nuovo progetto e al suo successo. Non è sufficiente uno specialista ma serve qualcuno con capacità innovative e consulenziali con il quale, nel caso in cui procedesse l’investimento nel mercato delle APP, costruire una relazione lavorativa di lungo termine. 

La partnership e la collaborazione devono nascere poggiando su una comunicazione chiara fatta tra persone che parlano la stessa lingua, sono consapevoli del contesto progettuale e lavorativo e ne conoscono le problematiche, le difficoltà e le opportunità. Il ruolo della comunicazione in una collaborazione di questo tipo deve essere di tipo pragmatico. Le tue richieste devono essere chiaramente comprese e tradotte in azioni concrete finalizzate agli obiettivi (pragmatica della comunicazione). 

Se la collaborazione è di tipo tecnico è necessario prevedere o definire l’assunzione di responsabilità da parte del collaboratore partner. La focalizzazione sul progetto non è sufficiente, deve essere corresponsabile e partecipare appieno alla gestione del progetto (project management). 

Se l’applicazione che hai deciso di implementare è complessa e destinata ad un mercato business il partner o collaboratore dovrebbe avere già sperimentato tecniche di project management e sapersi muovere all’interno di team di progetto numerosi e complessi. 

Nella scelta del partner ideale devi verificare con attenzione le competenze di cui ogni partner è portatore, sia in termini di sviluppo software, conoscenza dei componenti applicativi client, server, cloud, ecc., SDK per le varie tipologie di sistema operativo, procedure di pubblicazione e approvazione negli store. Se l’applicazione è complessa meglio avere un unico partner con tutte le competenze necessarie. Meglio ancora se porta in dote esperienze concrete, referenze e casi di studio. 

La tipologia della collaborazione può variare a seconda delle modalità di pagamento concordate. Se serve un semplice e momentaneo aiuto meglio puntare su una collaborazione a ore o a progetto. Se la collaborazione mira anche alla costruzione di una partnership futura meglio scegliere forme di pagamento diverse. Non necessariamente legate ad un prezzo definito ma tale da garantire la tranquillità del partner e la sua maggiore motivazione a dare il meglio di sé nel progetto. 

Una riflessione simile a quella fin qui fatta sul fronte dello sviluppo vale a maggior ragione per una collaborazione legata alle attività di marketing e promozione dell’APP. Una partnership marketing, sia essa con un’agenzia o con un singolo collaboratore, può essere determinante nel trasformare l’APP in una killer application. Un collaboratore completamente integrato nel progetto può diventare il narratore perfetto della tua avventura di sviluppo e il produttore dei contenuti che serviranno ad accompagnare la tua APP in tutto il percorso marketing e commerciale, anche dopo la sua pubblicazione su uno o più store. 

La collaborazione marketing non può essere legata solo e soltanto a iniziative di comunicazione ma costruita su identità di visioni olistiche del mercato Mobile e del ruolo del consumatore, sulla condivisione di strategie miste e approcci integrati di mercato e sulla capacità di cambiare e adattarsi rapidamente al dinamismo dei consumatori mobili. 

In Italia l’offerta di servizi di marketing e di promozione delle APP ha riempito la Rete ed è composta da numerosissimi Freelancer, da nuove startup di giovani competenti e entusiasti, di agenzie tradizionali alla ricerca di nuove identità e nuovi mercati e da molti improvvisatori. 

Per non fare errori di valutazione vito di suggerire indicazioni e nomi ma invito tutti a fare molta attenzione al divario spesso esistente tra realtà raccontata online e bellezza grafica e descrittiva delle pagine web e realtà vera in termini di competenze marketing (vale solo l’innovazione e la focalizzazione sul cliente), conoscenze del mercato e referenze. 

P9 - Verifica delle competenze disponibili 

L’analisi delle competenze, intese come comportamenti fatti di conoscenze, skill e professionalità tecniche, è un passaggio obbligatorio anche per singoli professionisti e sviluppatori. 

Lo sviluppo di APP è reso semplice dalla disponibilità di strumenti e tecnologie che facilitano progettualità e implementazione. Le competenze di cui si è dotati possono incidere nella scelta della piattaforma e sugli esiti del progetto applicativo, ma possono essere insufficienti a garantire il successo dell’applicazione. La scelta di una piattaforma può evidenziare l’assenza di skill tecnici e di conoscenze adeguate. Alcune competenze possono essere condizionate dai tratti personali di chi le possiede, dalle sue motivazioni e ruoli sociali o professionali, dalla sua autostima e rappresentazione del sé così come dall’ambiente in cui vengono esercitate. 

Prima di procedere allo sviluppo vero e proprio conviene verificare se tutte le risorse necessarie sono disponibili, se convenga cercarle al di fuori del proprio ambito aziendale o di sviluppo o se sia necessario creare momenti di formazione e di apprendimento. 

Prima di procedere conviene verificare quanto segue: 

  • Disponibilità di persone con adeguate esperienze e competenze concrete di sviluppo
  • Predisposizione e rapidità nell’apprendimento di nuove tecniche, strumenti, metodologie, procedure di pubblicazione, ecc.
  • Esistenza di gap in termini di skill e conoscenze
  • Disponibilità di budget adeguati per la formazione e lo sviluppo professionale
  • Presenza di strumenti per la misurazione delle prestazioni
  • Presenza di buone pratiche e approcci di tipo standard
  • Motivazione e focalizzazione nel raggiungimento dei risultati 

P10 - Identificazione dei potenziali concorrenti 

Il mercato delle APP è così affollato che non può mancare un’attenta analisi dei potenziali concorrenti. Nulla di nuovo sotto il sole del marketing. Con una metafora, per non andare a sbattere, meglio guidare con occhi aperti! 

Con un attenta analisi competitiva è possibile individuare i potenziali ostacoli, evitare di perdere tempo e denaro e di ritrovarsi su un mercato già presidiato o affollato. Il risultato sarà una maggiore conoscenza del mercato, utile per decisioni più accurate e profittevoli. 

L’analisi delle audience di riferimento e dei concorrenti è il punto di partenza di ogni strategia marketing e una precondizione per un auspicabile successo futuro. L’analisi della concorrenza può essere fatta di persona navigando gli store e studiando le applicazioni simili a quella che si vuole sviluppare, verificando l’offerta esistente e il numero di download, le tendenze emergenti e i comportamenti dei consumatori così come dei produttori e sviluppatori, le buone pratiche, i successi e gli insuccessi. 

L’inizio di ogni analisi competitiva deve essere l’identificazione chiara di quali possono essere i potenziali concorrenti e della loro offerta allo scopo di capire cosa si possa fare di diverso per penetrare il loro mercato. L’esercizio da fare è creare un foglio elettronico nel quale elencare tutti i concorrenti possibili unitamente alle informazioni che li caratterizzano. I dati serviranno ad una comparazione efficace tra APP in termini di punti di forza e di debolezza, opportunità e rischi (analisi SWOT - Strengths, Weaknesses, Opportunities & Threats). Il foglio elettronico può servire per mettere a confronto le funzionalità e le caratteristiche di ogni APP, la loro presenza e diffusione di mercato (presenza online e social), i modelli di monetizzazione, la posizione sul mercato e la forza del Brand, il valore univoco della proposizione d’offerta e l’audience di riferimento, le recensioni (prestare maggiore attenzione a quelle negative), i commenti, i cicli e le periodicità degli aggiornamenti,.  Per ognuno di questi ambiti vanno definiti dei criteri di valutazione e di misurazione. 

La seconda fase della ricerca di mercato comporta l’analisi degli store per studiare come sono posizionate le APP dei concorrenti in termini di rating (un dato medio che segnala il feeling tra un produttore e una parte dei consumatori). 

La fase successiva prevede la ricerca delle audience di mercato a cui i concorrenti si rivolgono e l’analisi della loro capacità a soddisfarne i bisogni e a fornire loro servizi. 

Infine conviene misurare e studiare l’approccio e le strategie marketing dei potenziali concorrenti. Molte startup ad esempio investono solamente in pubbliche relazioni, ricerche organiche (keyword targeting), social media e reti promozionali come AdBear. 

Nell’analisi dei concorrenti che hanno sviluppato una strategia marketing e usano i media sociali può servire raccogliere dati sulla loro presenza online in termini di blog (possibile commentare e interagire), siti web, account di social networking, newsletter (ricordarsi di iscriversi), attività Twitter e DEM, pubblicità a pagamento, back link, ranking nei motori di ricerca. Questi dati possono essere utilizzati per impostare una contro-strategia adeguata attraverso l’uso di strumenti e approcci simili a quelli usati dalla concorrenza. 

Per monitorare con cura i potenziali concorrenti è possibile sfruttare le potenzialità e funzionalità di Google Alerts (segnalazioni dal motore di ricerca), AppAnnie (acquistando report sulle attività marketing dei concorrenti), App Store, Mobile Dev HQ, XyO.net e molti altri strumenti di spionaggio come i seguenti: 

  • Alexa: informazioni sul traffico Web
  • Compete: strumento di market intelligence che analizza i comportamenti
  • SimilarWeb: informazioni sul traffico Web
  • Mention e Social Mention: dati su post social in blog, social network ecc.
  • Talkwalker: simile a Google Alerts
  • Adgooroo: analisi e monitoraggio di pubblicità e promozioni
  • Mixrank: analisi promozioni
  • WhatsRunWhere: analisi di pubblicità e di dove sono attive
  • iSpionage: analisi pubblicità su Google, Yahoo, ecc.
  • KeywordSpye e KeywordCompetitor: analisi delle keyword
  • Topsy: analisi dei cinguettii 

P11 - Punti di forza e punti di debolezza (SWOT analysis)

Secondo Wikipedia l'analisi SWOT (conosciuta anche come matrice SWOT) è uno strumento di pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o in un'impresa o in ogni altra situazione in cui un'organizzazione o un individuo debba svolgere una decisione per il raggiungimento di un obiettivo. L'analisi può riguardare l'ambiente interno (analizzando punti di forza e debolezza) o esterno di un'organizzazione (analizzando minacce e opportunità). 

Applicata al mercato delle APP può servire ad una analisi competitiva o benchmarking con le APP dei potenziali concorrenti. 

Per utilizzarla in modo efficace è sufficiente porsi delle domande per ognuno dei quattro componenti che la caratterizzano 

  • Punti di forza: quali sono i vantaggi della mia APP, cosa offre che altri non hanno, quali altri punti di forza ha?
  • Punti di debolezza: cosa è possibile migliorare, cosa andrebbe evitato, quali sono i consumatori/mercati capaci di individuare una debolezza, dispongo di un piano marketing, su quali piattaforme sono assente, la mia APP ha problemi di scalabilità, quali altre debolezze esistono?
  • Opportunità: quali e quante opportunità esistono e come trarne vantaggio, quali i trend di mercato da cui beneficiare, quali possibilità ci sono per una internazionalizzazione dell’APP, ci sono nuovi modelli di monetizzazione ?
  • Minacce: quali sono gli ostacoli possibili, cosa possono fare i concorrenti per creare difficoltà, cosa succede se cambiano le tecnologie o ci sono fusioni/acquisizioni tra produttori? 

Dopo aver applicato l’analisi SWOT alla propria APP, si deve usare la stessa metodologia (unitamente a tecniche di Brainstorming) per analizzare l’offerta della concorrenza.

Al termine sarà possibile definire una road-map della propria APP e delle cose da fare per porre rimedio alle debolezze individuate, potenziare i punti di forza e prevenire le minacce procurandosi nuove opportunità. 

P12 - Definizione di un piano strategico (design, sviluppo, marketing e manutenzione/servizi)

Sei quasi a buon punto, hai raccolto moltissime informazioni e preso alcune decisioni, ora è necessario dare forma a un piano strategico complessivo all’interno del quale inserire tutto ciò che ti servirà nella fase di sviluppo e marketing dell’applicazione. 

La definizione di un piano di marketing implica la traduzione sul piano operativo degli obiettivi e delle strategie di marketing. Il piano può diventare lo strumento formale di pianificazione delle decisioni da prendere in ogni fase evolutiva del progetto applicativo. Stendere un piano significa definire in modo puntuale obiettivi e strategie ma soprattutto strumenti operativi e attività da implementare con relative scadenze e calendarizzazioni. 

Il piano ideale è quello circolare (PDCA – Plan, Do, Check, Act e poi si ricomincia), un piano che prevede un percorso definito che ritorna, dopo la pubblicazione dell’APP, sui suoi passi permettendo di ripartire per alimentare con nuove iniziative la promozione dell’APP. 

Nella prima fase (questa) si da forma alla pianificazione, nella fase di implementazione si sviluppa l’applicazione e si predispongono le risorse per le attività di marketing andando anche e verificare la validità del marketing mix. 

La fase di controllo (parallela e sempre attiva con quella della implementazione) è quella della pre-pubblicazione dell’APP sullo store e serve a verificare l’andamento del piano previsto e a mettere a punto quanto serve per ottimizzare e rendere efficace la fase di rilascio dell’applicazione. 

In questa fase, se necessario, si interviene con adeguati interventi correttivi tecnici sull’applicazione o marketing sul calendario e sulla efficacia delle iniziative. 

Infine nell’ultima fase e con l’APP pubblicata si procede alla completa attuazione del piano mettendo in campo tutte le attività illustrate in questo e-book nelle sezioni successive. 

Se tutto ha funzionato (lo puoi misurare con tattiche di benchmarking), ma soprattutto se ci sono stati intoppi o segnalati problemi (tecnici ma anche di comunicazione) si riparte da capo rafforzando le attività di successo e ripensando quelle che non hanno funzionato. 

P13 - Piani operativi e intermedi (giornalieri, settimanali, mensili) 

Ogni piano strategico si avvale di piani operativi utili alla pianificazione delle azioni marketing e commerciali. Questi piani sono solitamente limitati temporalmente perché legati ai risultati e a obiettivi definiti nel tempo. 

Anche il piano di marketing per il lancio di una nuova APP deve prevedere dei piani operativi intermedi, vincolati da quanto specificato nel piano strategico, ma finalizzati all’analisi dei risultati e all’ottimizzazione delle iniziative messe in cantiere o alla attivazione di nuove. 

I piani operativi e intermedi devono essere calibrati sull’intero ciclo di vita dell’applicazione ma assumono una importanza critica nei mesi precedenti alla pubblicazione dell’APP e nei primi tre mesi successivi. Il mercato delle APP Mobile, molto dinamico e in costante mutamento, obbliga a verificare periodicamente (anche giornalmente per alcune tipologie di APP) le scelte strategiche fatte e l’impatto da esse avute sul mercato.  Se qualcosa non funziona bisogna cambiare il piano operativo, sperimentare nuovi approcci, aggiustare le strategie e implementare nuove iniziative ad hoc. 

I piani intermedi e le azioni che ne derivano devono tenere conto delle varianti possibili quali: 

  • I comportamenti dei consumatori e il livello di interesse e ingaggio che l’APP è stata in grado di suscitare. Ogni consumatore è diverso ma in questa fase ciò che interessa è l’emergere di un ‘pattern’ comportamentale che illustra la reazione del mercato nei confronti dell’APP. Se le reazioni sono negative bisogna intervenire subito. Se non si dispone di informazioni adeguate significa che non sono stati approntati gli strumenti per catturarle e usarle. 
  • Gli obiettivi specificati nel piano marketing misurati sulle reazioni dei consumatori e sulla sua soddisfazione. Se serve bisogna attivare canali di interazione e dialogo con i consumatori che hanno per primi scaricato l’APP e chiedere il loro feedback. 
  • Revisione delle strategie. Nessun piano è perfetto e tutti richiedono aggiustamenti successivi. Anche le strategie per il lancio di un’APP devono essere adeguate nel tempo o, se puntate sul lungo periodo, consolidate sulla base dei primi risultati ottenuti. 
  • Verifica della validità delle tecnologie Mobile usate per le iniziative di comunicazione e promozione. Sul piano operativo è necessario verificare giornalmente se e quanto i vari canali che alimentano la presenza online siano efficaci: blog, social network, siti web, ecc. Se non lo sono è necessario muoversi con urgenza. 

P14 - Piano di sviluppo e periodicità degli aggiornamenti

Già nella fase di pianificazione conviene decidere e programmare con attenzione eventuali sviluppi applicativi futuri e la periodicità degli aggiornamenti. La pianificazione è utile alla comunicazione e può fornire utili informazioni per racconti e narrazioni che accompagnano la vita e l’evoluzione dell’APP nello store e sul mercato. 

Disporre di un piano o calendario di aggiornamenti futuri permette di soddisfare le curiosità e le richieste di consumatori interessati a conoscere l’evoluzione dell’APP e l’impegno del produttore (sviluppatore) in futuri investimenti. 

P15 - Criteri di misurazione 

Qualsiasi progetto richiede un’adeguata definizione di obiettivi e di scopi finali da raggiungere. Riflettere, elaborare e mettere su carta degli obiettivi significa dare forma alle aspettative legate allo sviluppo di una nuova APP e di produrre una lista di obiettivi che siano specifici, misurabili, raggiungibili e realistici (SMART) ma anche fissare alcuni paletti e obiettivi di breve e medio termine. Questi ultimi sono in genere molto utili per valutare la validità di una idea nella sua fase realizzativa e commerciale. 

Prima di definire i criteri di misurazione del successo dell’applicazione conviene descrivere in modo accurato la finalità che guida il progetto e la sua destinazione di scopo (APP strumento marketing, APP soluzione tematica e/o di business, APP come gioco, ecc.), gli obiettivi da raggiungere e le fasi/elementi nei quali sono strutturati, le tempistiche previste per il loro raggiungimento e i risultati da ottenere. 

Il problema della misurazione è legato a quello che Gartner Group ha chiamato ROI (Return on Investment), una pratica utile a valutare e calcolare gli investimenti da fare, i risultati commerciali e i guadagni. Calcolare il ROI di una applicazione Mobile è complicato e diversificato a seconda che l’applicazione sia per il mercato consumer o business. In ogni caso sarebbe bene provare a impossessarsi della metodologia di calcolo del ROI e fare delle simulazioni con valori reali di quanto si è destinati a generare in termini di ricavi, guadagni e ritorno sugli investimenti. 

Se l’applicazione è destinata ad un’azienda i criteri di misurazione da definire sono quelli del cliente e vanno definiti in termini di risultati ottenibili con l’automazione di procedure e processi aziendali di mobilità. La formula per il calcolo del ROI da definire deve contenere le seguenti variabili: 

  • Maggiore efficienza: migliore utilizzo delle risorse e eliminazione di costi quali l’uso di carta o di trasporti, taglio dei costi per la comunicazione interna e ottimizzazione della interazione e collaborazione tra dipendenti
  • Maggiore efficacia: trasformare i processi aziendali tradizionali in versione Mobile fa crescere la produttività semplifica le interazioni e i flussi di lavoro, fornisce ai dipendenti la possibilità di essere più efficaci nelle loro interazioni con il cliente, sia interno che esterno
  • Riduzione o eliminazione degli errori: l’automazione di procedure anche in mobilità rende disponibile a tutti strumenti avanzati di data entry che automatizzano procedure e attività lavorative e riducono i tempi necessari a portare a compimento un’attività all’interno di un determinato flusso di lavoro o procedura

 

 

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