E guardo il mondo da un display

01 Dicembre 2015 Redazione SoloTablet
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CAPITOLO 22

Il libro E GUARDO IL MONDO DA UN DISPLAY di Carlo Mazzucchelli è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital

Display come strumenti assistivi

 

Il display non è solo finestra e specchio ma anche strumento pratico, percettivo, tattile e sensoriale, di lettura e interazione con il mondo per persone ipovedenti e non vedenti che grazie alle nuove tecnologie possono in parte superare i loro handicap. 

I display dei computer odierni sono il risultato di un’evoluzione iniziata negli anni 80 con l’arrivo del personal computer e lo sviluppo di soluzioni come la periferica Braille, e poi a seguire stampanti, dispositivi portatili e lettori di e-book. I numerosi dispositivi hardware sono stati accompagnati dal rilascio di soluzioni software utili per ingrandire i contenuti dello schermo, per leggerlo e renderlo accessibile anche a persone con bisogni particolari. Queste soluzioni sono oggi classificate come tecnologie assistive (adattative) in grado di permettere a persone con disabilità di vivere e agire in modo indipendente. Grazie a queste soluzioni persone sordomute dalla nascita possono comprendere (ascoltare) i contenuti testuali di uno schermo e persone con problemi alla vista possono riuscire a leggere. Persone incapaci di usare un mouse possono interagire con il computer per l’input di dati e, persone impedite da handicap fisiologici di sentire messaggi audio possono visualizzarli e comprenderli su uno schermo. 

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E guardo il mondo da un display

Per i ciechi dalla nascita la tastiera non è mai stata un problema. Fin dagli inizi del secolo diciannovesimo hanno appreso a usare le macchine da scrivere e a riprodurre tramite la loro tastiera un testo da loro leggibile. Per verificare la correttezza della loro scrittura e per eventuali correzioni si sono dovute attendere nuove soluzioni tecnologiche come il sintetizzatore vocale (soluzione software che converte il testo sullo schermo in voce) e il display Braille (display costituito da una lastra metallica con forellini dai quali fuoriescono in superficie piccoli elementi mobili che vanno a comporre le varie parole in formato Braille). 

Il display per i non vedenti è equipaggiato solitamente da un lettore dello schermo collegato a un sintetizzatore della voce. Il testo e tutto ciò che sul monitor di in computer o dispositivo mobile è leggibile, viene interpretato dal lettore e inviato al sintetizzatore o alla periferica/display Braille, leggibile attraverso le mani. Queste soluzioni sono identificate come di tipo assistivo. Il termine serve da contenitore per tecnologie utili ad assistere, facilitare la riabilitazione e supportare i portatori di handicap sia con dispositivi intelligenti sia di monitoraggio e controllo. L’obiettivo di queste tecnologie è di fornire un aiuto pratico in modo da permettere una maggiore indipendenza e autonomia da parte della persona che ha bisogno di assistenza. 

Grazie alle nuove tecnologie Mobile gli schermi dei dispositivi sono diventati altoparlanti e microfoni, permettono l’utilizzo e l’interazione con applicazioni come Talkback di Android, gli assistenti personali come Siri, Cortana o Google Now e software di Voiceover anche attraverso semplici gesti e interazioni tattili. Le cose sono più complesse quando si tratta di assistere persone sordomute. L’unica soluzione passa attraverso interazioni di tipo tattile e la trasformazione di informazioni visuali e vocali in informazioni tattili. La trasformazione e l’accessibilità sono garantite da dispositivi Braille che, nella forma di display, sono solitamente agganciati o affiancati alla testiera del dispositivo.

Il display tecnologico funziona come strumento di esperienza manipolatoria e tattile utile allo sviluppo della curiosità sul mondo, di percezione ed esperienza della realtà e di strutturazione del pensiero e dell’immaginazione. Il dito che interagisce con la superficie (pannello di controllo virtuale) dello schermo rende accessibili narrazioni testuali e visuali favorendo lo sviluppo di pensiero simbolico e l’assegnazione di significati alla realtà percepita, anche in assenza di informazioni visive.

L’acquisizione di pensiero simbolico, in presenza di una minorazione visiva, è fondamentale per afferrare le sfumature della realtà percepita. Il display può contribuire nella produzione di immagini e di significati capaci di dare forma e rappresentazione alla realtà grazie ai feedback di tipo aptico e alla elaborazione mentale di quanto percepito, organizzato e raffigurato mentalmente. L’uso persistente delle nuove tecnologie porta a un affinamento delle capacità tattili e sensoriali e a una maggiore autonomia percettiva e conoscitiva della mente.

Navigare la rete con uno schermo tattile o partecipare alle reti sociali di Facebook non è ancora una esperienza assimilabile a quella tattile su un’opera d’arte. Toccare una scultura comporta un coinvolgimento personale per il momento inarrivabile attraverso uno schermo di computer ma l’esperienza tattile dei display moderni favorisce il formarsi di una percezione della realtà più completa, capace di favorire il riconoscimento di un oggetto, le sue dimensioni spaziali e l’elaborazione di nuovi significati. La percezione e la rappresentazione della realtà saranno tanto più realistiche quanto più l’esperienza interattiva con il display sarà accompagnata da strumenti audio usati per illustrare e dare sostanza narrativa e linguistica all’esperienza tattile sperimentata. I feedback aptici ricevuti, la trasformazione in audio dei contenuti che scorrono sullo schermo o la loro lettura, attraverso dispositivi Braille, favoriscono il pensiero del non vedente e l’elaborazione di nuove analogie con le quali arrivare ad una migliore interpretazione e comprensione del mondo

I display tecnologici e i loro accessori elettronici non sono ancora capaci di ricreare per un non vedente l’esperienza visiva degli occhi sani. Mancano gli impulsi neurali che la retina dell’occhio trasmette al cervello rendendo possibile la comprensione delle immagini e l’attribuzione di significati soggettivi alle stesse integrandoli con le esperienze cognitive del soggetto. La vista non è una capacità che si può acquisire in poco tempo aprendo gli occhi alla visione, ma il risultato di una lunga e graduale esperienza. Chi non può vedere sviluppa doti e capacità diverse, non solamente psicologiche, che coinvolgono la corteccia cerebrale e ampliano sensibilità tattili e capacità non disponibili a persone vedenti. Queste capacità hanno oggi la possibilità di essere esercitate con strumenti elettronici e display capaci di generare feedback di tipo aptico, per esempio nella forma di impulsi piezoelettrici, di flussi magnetici o di elettro-vibrazioni.

Nessuna di queste tecnologie ha trovato, al di fuori dei laboratori di ricerca, una diffusione di mercato o un utilizzo concreto ma sono testimonianze progettuali di un’evoluzione tecnologica capace di trasformare gli schermi di computer e le loro interfacce in potenti lenti di percezione, penetrazione e comprensione della realtà anche per persone portatrici di handicap o non vedenti.

 

 

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