Utopia e distopia

14 Aprile 2020 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share

Il libro di Carlo Mazzucchelli La civiltà del vento al tempo del coronavirus è pubblicato nella collana Technovisions di Delos Digital.

Utopia e distopia 

Immersi in serie televisive e narrazioni online, non riusciamo più a distinguere l’utopia dalla distopia. Forse perché viviamo già dentro una diffusa realtà distopica, condizionati da film, video e narrazioni horror, catastrofisti, pieni di eventi ripetitivi, senza fine, che tanto ci piace consumare. 

Utopia è sinonimo di sogno, desiderio, immaginazione, mutamento, speranze in città del sole e (cyber)mondi migliori. Antidoto alle paure e al nichilismo, le utopie non sempre mantengono le loro promesse, a volte generano incubi e spettri. L’utopia di Internet è una di queste. I mostri sono identificabili nelle sue gabbie tecnologiche che hanno liquefatto ogni sfera privata. 

Le paure, la disillusione, il malessere psichico che ne derivano, ci fanno amare le distopie. Non quelle di Huxley, Orwell o Bradbury ma della Atwood, Alderman, Eggers, di Hunger Games e Black Mirror, Alt-Right e populismi vari emergenti. 

Si fugge dal virtuale-reale affidandosi a nuovi simbolismi narrativi fatti di realtà aumentate e iperrealtà (irrealtà) che replicano il reale in modo distopico. 

La distopia prevale perché è svanita l’attesa di un futuro migliore. Si vive nel presente, il futuro è vissuto come minaccia, da temere e da evitare. 

Per tornare alla dimensione utopica serve coraggio e immaginazione!

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database