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Artificiale, capace di apprendere e intelligente: il Chatbot del futuro è già qui

Artificiale, capace di apprendere e intelligente: il Chatbot del futuro è già qui

25 Maggio 2016 Redazione SoloTablet
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In questi giorni molti utenti della Rete stanno ricevendo email intimidatorie che comunicano denunce depositate per violazioni della dignità e della rispettabilità delle persone attraverso Facebook. Si tratta naturalmente di malware e nuovi esercitazioni di attacco alla vulnerabilità degli utenti. Cosa potrebbe succedere a breve quando il Chatbot Viv sarà in grado di sostituire utenti Facebook e usare la piattaforma social per interazioni, conversazioni e collaborazioni?

I nuovi oggetti tecnologici che hanno richiamato l’attenzione di chi si occupa di novità tecnologiche sono dei Chatbot dalle caratteristiche disruptive per le loro potenzialità e capacità di cambiare molte delle realtà nelle quali si esercitano molti utenti della Rete e utilizzatori di prodotti tecnologici.

Sono Chatbot dotati di qualche forma di intelligenza artificiale che li rende capaci di sostituirsi a chi li possiede e ad agire in loro vece. Ad esempio presenziando e abitando i social network come Facebook postando messaggi, conversando con amici e contatti, esprimendo MiPiace o inviando messaggi di buon compleanno e felice anniversario a parenti e amici stretti, congratulandosi con colleghi per una loro promozione ma anche accettando inviti di collegamento o a partecipare a gruppi di conversazione e condivisione. Il tutto mentre i membri effettivi di Facebok stanno dormendo, riposando o semplicemente hanno staccato, per un attimo più o meno lungo, la spina.

Uno di questi Chatbot, chiamato The Chat Bot Club e disegnato da Irene Chang, una sviluppatrice software, è un prototipo dotato di intelligenza artificiale disegnato per gestire le comunicazioni di Facebook Messenger in modo autonomo e indipendente dall’utente. Il Bot è molto più di un semplice risponditore automatizzato ma fa uso della potenye piattaforma di elaborazione Watson, creata da IBM e capace di interagire in linguaggio naturale. Grazie alla potenza di calcolo e alle risorse di Watson, il Chatbot Club è capace di parlare e comunicare ma anche di imparare e migliorare la sua comprensione del linguaggio altrui e di rispondere in merito. Apprende stili diversi di scrittura e linguaggio, le frasi preferite e quelle usate per abitudine dall’utente, sa come usare le faccine per esprimere sentimenti, rimanere saldo su opinioni precedentemente espresse e rispettare l’etichetta della comunicazione di genere o legata all’età.

Il nuovo Chatbot non è una realtà alinea di là da venire ma sarà probabilmente in circolazione entro pochi mesi e già nel corso del 2016. Non sarà il primo e neppure l’ultimo perché tutte le piattaforme di media sociali ne vorranno avere uno, più intelligente degli altri, più performante e soprattutto più usato e capace, per le sue capacità, di attrarre nuovi utenti.

Questi oggetti tecnologici non vengono dal nulla ma da una lunga storia e costanti investimenti che portano le lancette dell’orologio agli anni 60 e alle prime sperimentazioni con il linguaggio naturale e la intelligenza artificiale. Oggi quel percorso sembra avere aperto le porta a destinazioni numerose e diverse grazie alla potenza di elaborazione disponibile, alla immensa quantità di dati e al cloud computing.

Molti degli assistenti personali già disponibili sugli smartphone sono già dei Chatbot e domani ce ne potrebbero essere di simili all’ingresso di un cinema o teatro, all’interno degli aeroporti o delle hall degli hotel. La loro diffusione dipenderà dalle loro elevate capacità e intelligenza ma anche dall’economia di scala che li renderà largamente ed economicamente accessibili a tutti. A usarli saranno sempre di più anche le aziende per le loro attività marketing, commerciali e di customer service. Dovranno fare i conti con il desiderio del cliente di avere interlocutori umani capaci di comprendere la loro psicologia ma per vedersi soddisfatti probabilmente non dovranno aspettare a lungo. Presto potrebbero fare la loro apparizione sul mercato dei robot dotati di intelligenza artificiale ma anche di capacità psicologiche che permetterà loro di interagire sulla base di emozioni, sentimenti e dei modi in cui essi vengono manifestati ed espressi.

Il segreto di queste nuove macchine intelligenti sarà la loro capacità di apprendere e di imitare nei comportamenti, nelle abitudini, nelle reazioni e persino idiosincrasie i loro ‘padroni’ umani.

L’errore e la gaffe sono al momento sempre possibili, come ha dimostrato Tay, il Chatbot di Microsoft ma non è detto che tutti se ne accorgano e se qualcuno non prova alcun sentimento negativo per Hitler o le battute sessiste, Tay potrebbe anche non avere bisogno di un aggiornamento software. In alternativa tra no pochi anni a dover essere aggiornati alla nuova versione di software potrebbero essere gli umani….

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