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Forza lavoro e automazione: un futuro incombente e poco rasserenante?

Forza lavoro e automazione: un futuro incombente e poco rasserenante?

07 Marzo 2017 Redazione SoloTablet
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I lavoratori, diretti interessati, hanno poco tempo per porsi domande filosofiche, tanto sono presi dalla ricerca di lavoro e di opportunità professionali! Chi si interroga e studia il mercato al contrario può permettersi di porsi altre domande e di prefigurare futuri prossimi venturi che appaiono caratterizzati sempre più dall'automazione delle macchine e dalla perdita di posti di lavoro.

Secondo uno studio condotto in Germania dal ministero del lavoro e altri studi simili condotti da società di ricerche economiche, nel 2030 in Germania i lavoratori attivi (persone considerate di età tra i 15 e i 74 anni) saranno 38 milioni, cinque in meno degli attuali 43 e tre in meno rispetto al 2010. I dati vanno valutati anche qualitativamente: lavoreranno più donne, ci sarà un numero maggiore di lavoratori part-time, molti di più saranno i lavoratori con laurea universitaria e ci saranno molti più immigrati impiegati.

Una situazione simile è destinata a emergere in tutti i paesi industrializzati, Cina inclusa, e in tempi abbastanza brevi, da qui al 2030. Una situazione, determinata dall'aumento della automazione e della digitalizzazione e che vedrà il calo delle persone impiegate ma anche l'aumento della competizione per accaparrarsi i talenti migliori e con le migliori conoscenze e competenze.

L'automazione attuale è l'evoluzione di tutte le automazioni precedenti. Ciò che la rende diversa e, agli occhi di un numero crescente di lavoratori, più pericolosa è il suo essere digitale e strettamente legata a tecnologie e piattaforme che hanno reso il mondo completamente interconnesso. La digitalizzazione dell'informazione e il suo facile accesso (Cloud Computing e Big Data) accelera ogni forma di automazione mettendo a disposizione le risorse che servono per realizzarla in ambiti di lavoro finora inesplorati e con risultati maggiormente efficienti e in grado di ottimizzare gli investimenti fatti.

Le tecnologie che guidano l'accelerazione dell'automazione attuale non sono solo Cloud Computing e Big Data ma anche l'Intelligenza Artificiale e la capacità delle macchine di apprendere (machine learning). Ne deriva una corsa all'automazione delle macchine stesse che con i loro algoritmi e dati disponibili possono oggi risolvere un numero crescente di problemi offrendo nuove opportunità di impiego e di ulteriore automazione.

Molte previsioni indicano nel 50% i posti di lavoro che andranno perduti per colpa dell'automazione tecnologica e delle sue macchine intelligenti. A credere a queste previsioni il futuro che si presenterà (dati McKinsey) sarà caratterizzato da un elevato tasso di disoccupazione che interesserà tutti gli ambiti lavorativi, dal management (9%), ai colletti bianchi (20%), alle persone dedicate alla interazione con la clientela (20%), lavoratori manuali (25%), persone addette alla raccolta  e gestione dati (65% / 69%).

Non tutti i lavori sono automatizzabili o sostituibili con macchine tecnologiche. Molta automazione dipenderà da afftori diversi quali i costi e i guadagni effettivi, la convenienza, al disponibilità o carenza di determinati skill, la ricerca di qualità o di quantità, la velocità, la standardizzazione ecc.

Buona parte dell'automazione nascerà dal bisogno di aumentare il valore del lavoro, in particolare in ambiti che vedono impiegati lavoratori manuali o dalle scarse competenze. In ogni caso il risultato sarà dirompente e creerà problemi sociali, economici (se meno lavoratori avranno un reddito decente quale sarà il loro comportamento da consumatori) e politici.

Chi continuerà a poter lavorare si troverà in compagnia di un numero crescente di macchine, robot, software con i quali dovranno imparare a convivere ma soprattutto a collaborare.

Tutti i lavoratori si troveranno presto a dover pianificare con attenzione la propria professionalità e la ricerca di lavoro e ricercare con maggiore cura il datore di lavoro a cui rivolgersi e/o inviare un CV. Le aziende saranno chiamate a ripensare modelli di business e organizzativi e a investire per la trasformazione dei loro processi di business. Farlo è già oggi possibile grazie alle nuove tecnologie dell'informazione, alle loro interfacce e soluzioni che rendono possibili attività e transazioni in tempo reale.

Il pessimismo associato all'automazione dilagante può essere mitigato dalla speranza che la tecnologia, se da un lato distrugge posti di lavoro, ha anche la capacità di crearne di nuovi e ad oggi del tutto non prevedibili. Grazie alla evoluzione tecnologica nasceranno nuove aziende, nuovi modelli di business e di conseguenza nuove opportunità di lavoro.

Ma non per tutti! Probabilmente solo per coloro che avendo compreso la rivoluzione in atto hanno deciso di dotarsi di quanto serve (conoscenze, competenze, skill, abilità, ecc.) per adattarsi, sopravvivere e forse vivere meglio.

 

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