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Tecnologie emergenti prossime venture: rischi e opportunità!

Tecnologie emergenti prossime venture: rischi e opportunità!

19 Luglio 2016 Redazione SoloTablet
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Se all’evoluzione continua della tecnologia si aggiunge un po’ di fantasia e di utopia il gioco è fatto. Se poi sulle novità emergenti si costruisce sopra una sceneggiatura da film hollywoodiano il successo di scenari più o meno plausibili e/o apocalittici è garantito. Almeno a livello immaginario. Nella realtà l’approccio pragmatico aiuta a trasformare le infinite innovazioni tecnologiche in opportunità e a gestire i rischi associati potenziali.

Rischi e visioni apocalittiche associate alla tecnologia derivano dalla evoluzione e dalla capacità di apprendimento di macchine sempre più intelligenti, di robot umanoidi e di componenti tecnologiche che sembrano rendere possibile ridisegnare la specie umana e determinarne il suo futuro prossimo venturo. Dietro queste paure o fobie ci sono molti clichè e altrettante letture superficiali ma sono reali e tutte dipendenti dalla profondità dei cambiamenti indotti dalle tecnologie emergenti.

L’elenco da cui partire per capire quali siano le tecnologie emergenti con il maggiore potenziale disruptive è quello che ogni anno compone il World Economic Forum che celebra ritualmente la sua esistenza ogni anno a Davos. Una delle aree di focalizzazione è l’evoluzione rapida della tecnologia e la sua promessa messianica di fornire soluzione a tutti i problemi del mondo quali l’alimentazione, l’acqua, l’energia sostenibile e una medicina personalizzata. Questi problemi sembrano trovare soluzione in tecnologie elettroniche realizzate con materiali organici, in stampanti 3D, in farmaci somministrabili a livello molecolare anche attraverso l’ausilio di nanotecnologie e molto altro.

Tutte le tecnologie emergenti e la loro evoluzione pongono nuove sfide e promettono grandi opportunità. Le sfide nascono dalla crescente disinformazione dell’opinione pubblica, dall’inadeguatezza delle regolamentazioni pubbliche, giuridiche e governative, da modelli finanziari e di investimento inadeguati per la ricerca e lo sviluppo. Queste limitazioni non sembrano capaci di bloccare una innovazione che è cresciuta durante tutto il secolo precedente e che sembra trovare nel terzo millennio la possibilità di affermarsi in ogni ambito di vita umana.

Comprendere le implicazioni e gli effetti collaterali di queste trasformazioni e dei cambiamenti indotti dalle nuove tecnologie (neuroscienze, dispositivi intelligenti, intelligenza artificiale, nanotecnologie, biotecnologie, tecnologie indossabili, ecc. ) diventa cruciale sia per la soluzione di problemi reali e emergenti sia per una integrazione indolore della tecnologia nella vita umana di tutti i giorni.

Le tecnologie emergenti secondo il WEF sono almeno dieci: nanosensori e reti degli oggetti, batterie di nuova generazione (vedi Tesla Motors), blockchain, materiali 2D, veicoli autonomi e senza guidatore, organi artificiali in forma di chip, cellule solari, intelligenza artificiale, optogenetica e sistemi metabolici ingegnerizzati.

Tutte le tecnologie evidenziate nell’elenco sono destinate, in maniera minore o maggiore, a trasformare e/o ad avvelenare la vita umana dei prossimi anni a venire. Conoscere quali siano queste tecnologie emergenti aiuta ad aumentare la consapevolezza sulla loro potenzialità così come sulle loro opportunità e sfide legate alla loro affermazione e maturazione e al loro successo.

Gli effetti rivoluzionari di queste tecnologie e l’impatto che sono destinate ad avere sulla vita delle persone alimenterà l’immaginazione di numerosi autori di fantascienza così come di coloro che intravedono in ogni novità tecnologica l’inizio di apocalissi in rapido avvicinamento. Nella realtà tutte queste tecnologie, se usate in modo pragmatico e intelligente, sono destinate a offrire infinite opportunità, sia per fornire soluzioni a problemi storici, sia per suggerire nuove innovazioni tese a facilitare e fluidificare la vita sociale, economica e politica futura. Ad esempio l’arrivo di veicoli autonomi e senza autista favoriranno l’implementazione di nuovi codici della strada e regolamentazioni giuridiche.

I rischi sono tanti e tali da non far sparire la preoccupazione ad essi associati. Ad esempio una realtà fatta di oggetti dotati di nanosensori, capaci di raccogliere dati e informazioni dettagliate di tipo biologico e personale e sempre collegati tra loro rischia di far dimenticare il problema della privacy e sollevare nuovi problemi di ordine psicologico, sociale e politico. Problemi possono nascere anche dalla diffusione di apparecchiature dotate di intelligenza artificiale come i nuovi assistenti personali di nome Siri, Cortana, Echo o Google Now. La loro capacità di rimanere sempre in ascolto, di comprendere il linguaggio naturale e di essere costantemente collegati in Rete dà loro un potere incredibile ed esercitabile contro le persone che ricorrono a loro o semplicemente per trarne vantaggi commerciali ed economici. In particolare il fatto che questi software, gadget tecnologici ed algoritmi possano ascoltare conversazioni private e decidere cosa sia meglio per l’utente pone poi problemi ancora più grandi di itpo etico e  legati alla libertà personale e autonomia di giudizio, ai processi decisionali e alle scelte individuali e all’indipendenza politica dei gesti individuali.

Rischi, problemi, effetti collaterali non saranno uguali per tutte le persone. Ognuna di esse li valuterà in base alla convenienza, utilità, percezione del rischio e visione del mondo. Gli approcci che ne deriveranno andranno da quelli di tipo convenzionale e utilitaristico, a quello pragmatico e tendente alla soluzione di problemi, a quello preoccupato e di rigetto. Ogni approccio dipenderà dall’idea che ognuno si sarà fatto del rischio, dalla sua cultura, dalla sua conoscenza della tecnologia, dal livello di sicurezza desiderato, dai costi, dalle implicazioni etiche, dal tipo di ansia e paura sperimentata nell’uso delle nuove tecnologie e rispetto al loro potere, e dai valori personali.

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Gli approcci delle persone non saranno neutrali ma avranno un loro impatto sullo sviluppo stesso delle tecnologie future e su come verranno utilizzate. Lo avranno anche sulle tecnologie che non verranno sviluppate e che, proprio per questo, non produrranno i benefici o i vantaggi di cui sono portatrici.

In concreto l’arrivo di autoveicoli autonomi potrebbe ridurre in maniera drastica il numero di incidenti stradali, l’uso di ingegneria genetica (optogenetica) potrebbe permettere di curare malattie neurologiche attraverso la manipolazione delle attività delle cellule neuronali, l’uso del grafene potrebbe avere impatti importanti sulla vita di milioni di persone che oggi non hanno accesso a risorse elementari per vivere come l’acqua potabile e bevibile. Il mancato sviluppo di queste tecnologie potrebbe generare effetti più negativi di quelli che si verificherebbero con la loro implementazione ed evoluzione.

Più che sviluppare visioni apocalittiche e distopiche sugli sviluppi futuri della tecnologia può servire oggi contribuire allo sviluppo di una riflessione critica capace di portare ad iniziative e passi concreti finalizzati a prevenire o limitare i danni potenziali e ad evitare il possibile abuso delle nuove tecnologie in termini antidemocratici, illiberali e non rispettosi della volontà e libertà individuale. La riflessione servirebbe a sviluppare un nuovo senso di responsabilità e la percezione della complessità che sta dietro ogni nuovo sviluppo tecnologico. Una complessità che nasce dall’impatto che la tecnologia ha sulle persone che la utilizzano. Un impatto che non bisogna dare per scontato sia sempre positivo o che offra a tutti gli stessi vantaggi e benefici. Nella valutazione dei benefici è comunque necessario portare lo sguardo al di là dell’immediato presente e cercare di guardare le cose sul lungo termine e nella loro profondità.

Il mondo futuro, trasformato dalla tecnologia, non può essere solo diverso ma anche migliore e lo deve essere per tutti e non solo per un numero privilegiato di persone.

 

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