Nel suo bel libro “Anima e iPad” e prima ancora nel libro precedente sulla documentalità, Maurizio Ferraris ha sottolineato il paradosso della nostra epoca caratterizzata dalla pervasività delle telefonia cellulare e dei dispositivi mobili. La diffusione di questi strumenti ha reso più facile comunicare ma a prevalere non è tanto la comunicazione verbale quanto quella scritta.
Gli smartphone e i tablet hanno portato alla ribalta cose antichissime e una di queste è la scrittura. Il tablet viene paragonato dal filosofo all’anima di Platone e di Freud e di altri filosofi ma anche alla tabula di cera su cui era possibile, nei tempi antichi, di scrivere, cancellare, e scrivere di nuovo.
La lingua italiana al tempo dei social media
Oggi un nuovo libro, scritto da Tom Standage dal titolo “Writing on the wall”, sembra confermare quanto già scritto sulla documentalità come memoria e pratica storica e come tendenza da parte di Ferraris. Standage è un giornalista scientifico che lavora per il quotidiano The Guardina e per l’Economist. Nel suo libro sostiene che “Per condividere informazioni all’interno di una rete di conoscenti, attività centrale dei media sociali, non c’è bisogno di Internet, basta che ci sia un modo poco costoso per copiare e condividere”.
Nell’antica Roma la rete, in termini di connessione tra nodi-persone, era rappresentata dagli schiavi che venivano usati in quantità come postini per collegare e far comunicare persone diverse tra di loro. Nel sedicesimo e diciassettesimo secolo la comunicazione avveniva attraverso Miscellanee, raccolte di scritti, disegni e ricopiature assimilabili a Pinterest e Tmblr.
I testi contenuti nelle Miscellanee non erano creati dal loro autore ma erano per lo più testi trascritti, ricopiati e condivisi con altri. Una attività simile a quella degli amanuensi, con la differenza che delle Miscellanee era garantita una maggiore diffusione.
Infine Standage ci ricorda che anche la viralità non è stata inventata sulla rete ma molti anni fa. Un esempio di questa viralità sono state le famose 95 trdi di Martin Lutero che scatenarono nel giro di poco tempo la ribellione dei paesi nordici contro la chiesa cattolica e centralista di Roma.. Le Tesi furono apposte sul portone di una chiesa e subito copiate e riscritte su centinaia di altri portoni do chiese, conventi e monasteri. Per non parlare di Twitter che secondo l’autore ebbe origine ai tempi di re Carloprimo Tudor quando la contesa tra parlamento e sovrano venne combattuta attraverso una miriade di pamplhet usati per alimentare polemiche e discussioni e che durò per diversi mesi.
Chi fosse interessato al libro: Writing on the wall: Social Media First 2000 Years