Il primo risultato ottenuto dai social network è la sparizione della privacy e con essa dell'intimità individuale. Un'identità postata online e raccontata attraverso un profilo digitale è una identità violata, invasa e il cui spazio di autonomia si è notevolmente ridotto. A determinare la nuova realtà è il tempo passato a interagire con il dispositivo tecnologico e le sue APP. Un tempo lungo e prevalentemente relazionale, dedicato all'interazione con entità all'esterno di noi stessi. Un tempo usato per esternalizzare pensieri che una volta eravamo abituati a tenerci dentro e a rielaborare con tempi e modi molto diversi a quelli tecnologici dei social network.
🍒 🍒 IN VIAGGIO ALLA RICERCA DI AUTENTICITA’
La proiezione verso l'esterno che la pratica del social networking comporta non mette a rischio solo la privacy ma anche l'intimità. I dati e le informazioni che ognuno lascia dietro di sè in forma di tracce mette a rischio lo spazio privato degli individui trasformandolo in uno spazio pubblico, abitato e invaso da entità esterne che cambiano la percezione stessa dell'identità. Vivere online e concentrati sul display di uno schermo significa cambia il modo di rapportarsi a se stessi. Il pensiero che emerge, l'idea che cattura la mente, non sono elaborati intimamente ma vengono subito esternalizzati, pubblicati e condivisi. Si passa così da una comunicazione introspettiva e con noi stessi a una tutta esterna che rende tutto molto trasparente e accessibile ad altri.
Le piattaforme che popolano la Rete hanno acquisito un potere immenso determinato dalla capacità di catturare, catalogare e analizzare i dati che chi le frequenta dissemina dietro di sè. Le informazioni e le conoscenze che ne derivano determinano un sapere che viene usato per automatizzare e semplificare processi e attività, interazioni e relazioni ma anche per deprivare l'individuo di alcune capacità, possibilità e libertà. Prima dei social network un ruolo importante nelle scelte dipendeva dall'inconscio di ognuno, una componente della mente contenente elementi, istinti e desideri, non sempre manifesti a livello razionale e spesso difficili da gestire e controllare.
Oggi l'inconscio individuale sembra essere stato sostituito, come ha scritto lo studioso dei media digitali Derrick de Kerckhove, da un inconscio digitale, contenente dati, informazioni e saperi di cui si alimenta in continuazione online. E' un inconscio che ha acquisito la capacità di definire la realtà quotidiana delle persone che abitano con assiduità la Rete, sia quella individuale sia quella sociale e con alcune differenze rispetto all'inconscio personale.
L'inconscio digital, scrive De Kerckhove, non è individuale ma globale, ha una velocità estrema nel facilitare l'accesso alle sue componenti informative e di far emergere a livello conscio la marea di dati in esso contenuti e in modo che possano essere usati in tempo reale. L'esistenza e la forza del nuovo inconscio è tale da cambiare i comportamenti delle persone, la loro etica comportamentale sia individuale sia sociale. A determinare la diversità è la componente emozionale e il bisogno, che sembra impellente, alla condivisione di Sè senza alcun senso del pudore ma seguendo semplici pulsioni, desideri o frustrazioni e bisogni.
Grazie alle pratiche di social networking le persone sono motivate alla condivisione, alla interazione e all'azione politica da eventi cognitivi ed emotivi che si propagano in modo virale, passando da persona a persona e dando origine a moltitudini interconnesse in perenne interazione e conversazione. Ne deriva una percezione mutata della realtà ma anche una nuova realtà fatta da persone digitali che stanno forse dando origine al mondo del futuro, un mondo nel quale non sarà possibile prescindere da ciò che le nuove tecnologie dell'informazione hanno determinato, anche a livello individuale e personale con il prevalere di un inconscio digitale, condiviso e globale.