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Data Trash (Arthur Kroker)

Data Trash (Arthur Kroker)

09 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
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Un libro scritto a quattro mani con Michael Weinstein completamente in Rete e senza che gli autori si incontrassero per cinque anni (lo ha raccontato Kroker). Un libro chiave, seppure non di semplice lettura, per chi vuole riflettere sull'emergere e la formazione di una nuova classe virtuale di persone e sulle sue conseguenze. Un testo che ha anticipato molti lavori successivi sottolienando, già negli anni 90, il ruolo della Rete nella vita delle persone e come esperienza concreta. Un testo sul suicidio dell'essere umano e sul nichilismo che ha portato alla umiliazione dell'uomo e alla sua riduzione a semplice servo-meccanismo. È l'umiliazione della carne sostituta dai prodotti digitali degli scanner di Realtà Virtuale.

 

 “…noi siamo i primi cittadini di una società che è stata divorata dalla tecnologia, di una cultura che è realmente svanita nell’oscuro vortice della frontiera elettronica” 

Shopping malls are liquid TVs for the end of the twentieth century. A whole micro-circuitry of desire, ideology and expenditure for processed bodies drifting through the cyber-space of ultracapitalism.” 

"A chacarteristic of the virtual class is that it is autistic. It's an absolute meltdown of human beings into these autistic, historically irresponsable positions, with a sexuality of juvenile boys and being happy with machines. Shutting down the mental horizon while communicating at a global level and preaching disappearance. And why not, because you've already disappeared yourself... But as the guide at Xerox Parc said, "Who needs the Self anyway?" Privacy for these people has always been imposed on human beings by corporations, it's not something they claim they wanted. The Xerox Parc of the future is not about copying paper anymore, but copying bodies into image processing machines. And who needs privacy in such a situation?"

Autori

Arthur Kroker è nato in Canada nel 1945 ed è noto per il suo lavoro di intellettuale e di educatore in ambito scientifico, tecnologico e culturale. È stato definito il Nietzsche o il Marx della nuova cultura tecnocratica e il prosecutore del pensiero di Marshall McLuhan. Attento ai risvolti social, politici e culturali della scienza e della tecnologia è animatore, insieme alla moglie Marilouise, della rivista online e giornale accademico Ctheory che pubblica e pubblicizza opere e scritti di alcune delle menti più lucide e alternative della filosofia, della politica, della scienza e della letteratura.  Laureato in Scienze Politiche alla McMaster University nel 1975 è diventato Pofessore di Scienze Politiche alla Università di Vittoria e direttore del Pacific Centre for Technology and Culture (PACTAC). Nel 2003 ha ricevuto il Canada Research Chair in Technologia, Cultura e Filosofia. Autore anche di The Possessed Individual, Spasm e Hacking the Future. 

Michael A. Weinstein. morto nel 2015, è stato un filosofo e uno scienziato della politica e un musicista punk oltre che un fotografo critico. Ha insegnato alla Purdue University e ha scritto quasi venti libri, molti in collaborazioni con altri studiosi come Kroker. Famoso per le sue battaglie e interpretazioni politiche di fatti importanti quali la guerra civile in Somalia, Unabomber e il caso delle torture nel carcere iracheno di Abu Grahib.


 

Data Trash è un libro scritto insieme a Michael Weinstein (morto nel 2015),  pubblicato nel 1994 e contiene il risultato di riflessioni sulla tecnologia che Kroker ha sviluppato negli anni precedenti e che erano stati pubblicati come Culturetexts, un insieme di articoli e lavori contenenti esplorazioni e ricerche in ambito teorico filosofico, politico, culturale e tecnologico. Una serie di testi accademici pensati per illustrare una visione del mondo all’avvicinarsi della fine del millennio. È uno dei primi libri di approfondimento filosofico e culturale sulla cybercultura che analizza l’ossessione moderna per la tecnologia e il fascino che esercita su di noi la realtà virtuale con la sparizione del corpo fisico e l’affermarsi di nuovi mondi paralleli e molto tecnologici.

Data Trash risente dello stile accademico di questi testi e contiene numerosi pensieri criptici e di difficile comprensione. La visione che emerge dall’analisi degli effetti della tecnologia e dalla nascita di una nuova classe sociale, definita come Classe Virtuale, è generalmente pessimistica. È una visione che nasce dalla percezione che la tecnologia, con la sua capacità di creare mondi digitali e virtuali, possa modificare la percezione e la presa di coscienza della realtà e portare a una resa nei confronti di mondi artificiali e costruiti tecnologicamente.

Una visione che nasce dal timore di vedere svanire nel nulla le coordinate che hanno da sempre animato il comportamento umano come la volontà, l’intelligenza, le emozioni, le relazioni umane, ecc. In questa visione anche il corpo umano perde la sua corporeità perdendosi nelle autostrade informatiche di cui si parlava negli anni 80/90 e presentate come i nuovi spazi virtuali (cyber) capaci di sedurre con le loro potenzialità e opportunità.

Secondo Kroker l’evoluzione e la diffusione della tecnologia hanno favorito la nascita di una nuova classe sociale (Technocrats) che ha deciso di investire con l’obiettivo di virtualizzare sempre più e meglio aspetti della loro esistenza ( “As for the technocrats? They have long ago blasted off into hyperspace, filled with sad, but no less ecstatic, dreams of a telematic history that will never be theirs to code. An evangelical class, schooled in the combinatorial logic of virtual reality and motivated by missionary consciousness, the technological class is already descending into the spiralling depths of the sub-human. It wills itself to the will to virtuality. In return for this act of monumental hubris, it will be ejected as surplus matter by the gods of virtuality, once its servofunction has been digitally reproduced. In DantÈs new version of the circling rings of virtual reality, this class operates under the sign of an ancient curse: it is wrong, just because it is so right. For not understanding the virtual hubris, it is condemned to eternal repetition of the same data byte.")

È grazie a Tecnocrati come Bill Gates, Paul Allen, Steve Wozniack, Steve Jobs e altri che è iniziata la corsa all’oro digitale e tecnologico e che si sono aperte nuove frontiere di arricchimento ma anche di cambiamento politico, culturale e sociale con ricadute concrete sulla vita degli individui. (“La classe virtuale ha raggiunto il potere globale attraverso la superstrada digitale. Rappresentando perfettamente  gli interessi espansionistici della forma-merce ricombinante, la classe virtuale ha catturato l’immaginazione della cultura contemporanea concependo una rete cibernetica tecnoutopistica ad alta velocità per attraversare la frontiera elettronica”). Per l’autore le nuove prospettive tecnologiche hanno implicazioni che obbligano a riflessioni critiche e profonde: “Viviamo ormai nell’età dell’informazione morta, dello spazio  (elettronico) morto, e della retorica (cibernetica) morta…siamo diventati servomeccanismi della rete cibernetica che inghiotte corpi  e persino intere società.”

La crescente ibridazione tra tecnologia e biologia può far nascere nuove economie eugenetiche basate sulla modifica violenta del DNA della specie umana e la prevalenza dei più forti perché tecnologicamente modificati. Uguali implicazioni negative sono da riscontrare in ambito culturale. La conoscenza diventa un insieme di semplici dati e informazioni che possono essere accumulate in grandi banche dati, il cui accesso può essere monitorato e controllato e fatto pagare. Se da un lato la tecnologia sembra offrire l’illusione di maggiore conoscenza e informazione, nella realtà gli scenari che si presentano sono sempre più governati da motivazioni economiche che determinano le modalità e la velocità con cui le informazioni sono fatte circolare. Ne derivano minori conoscenze e minori opportunità di conoscenza, perché minori sono le possibilità di prendere coscienza e maturare consapevolezza.

Il libro prende in considerazione i primi esperimenti di realtà virtuale che richiedevano l’impiego di caschi e guanti per interagire con la realtà. Questi esperimenti, capaci di sedurre per la loro capacità di far scomparire la fisicità del corpo umano, non sono per Kroker che un trucco usato per virtualizzare il reale mentre l’obiettivo è di attualizzare il virtuale.

Il pessimismo di Kroker, che non è mutato negli anni successivi, nasce dalla paura che l’umano possa essere sostituito dalla tecnologia per convenienze economiche (robotizzazione delle fabbriche e perdita di posti di lavoro) ma anche per finalità eticamente discutibili come quelle che prevedono l’uso di realtà virtuali per far sperimentare il paradiso prossimo venturo a malati terminali di cancro prima della loro dipartita.

La visione di Kroker espressa in Data Trash ha trovato pochi seguaci. È servita a fare da contraltare critico ai numerosi tecnofili disposti ad abbracciare acriticamente ogni novità tecnologica ma al tempo stesso è stata giudicata come il frutto di un approccio tipicamente troppo accademico ed intellettuale preoccupato dell’emergere della modernità così come di nuove forme di cultura e pratiche sociali. Forme e pratiche che oggi si sono manifestate attraverso le nuove tecnologie mobili e che stanno caratterizzando una vera e propria rivoluzione, dagli esiti non necessariamente negativi.

A queste critiche Kroker sembra rispondere come il saggio che non se ne cura, osserva e va oltre perché convinto che il risultato finale della rivoluzione tecnologica sarà un semplice Spasm (titolo dell’opera successiva a Data Trash), incapace di produrre risultati utili e interessanti perché esseri umani e tecnologia rimarranno sempre su due fronti opposti.

In questo totale, e in parte asfittico pessimismo, Kroker non ha trovato tempo e spazio per riflettere sulle numerose opportunità in termini di creatività, innovazione e cambiamento che la tecnologia ha saputo offrire. Una scelta confermata negli scritti successivi e che continua a trovare spazio nella sua rivista Ctheory nella quale ospita interventi di autori che condividono la sua visione del mondo e prospettive future, come ad esempio Paul Virilio, Michael Betancourt, Siegfried Zielinski, Stelarc, Lynn Hershman Leeson, Stephen Pfohl, Andrew Ross,Timothy Murray, Eugene Thacker, Steve Dixon, Ted Hiebert, Anna Munster e molti altri che fanno parte della redazione della rivista.

Scheda libro

Titolo intero: Data trash, la teoria della classe virtuale

Titolo originale: Data Trash: The Theory of Virtual Class

Genere: Cybercultura

Listino: Fuori catalogo (su Amazon dai 48 ai 60 dollari)

Editore: Apogeo

Collana: URRA’

Pagine: 156

Data uscita: Gennaio 1996 (versione italiana) 

Bibliografia

 

 

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