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Scuola e tecnologia, cosa pensano gli insegnanti [1]

Scuola e tecnologia, cosa pensano gli insegnanti [1]

17 Ottobre 2015 Redazione SoloTablet
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La tecnologia va bene ma non deve invadere gli spazi che sono e devono rimanere "umani". Insegnare in una scuola tecnologicamente attrezzata non implica necessariamente un rinnovamento della didattica perché, ancora, non tutti i docenti sono disponibili al cambiamento o hanno le competenze richieste; inoltre, ogni azione didattica che preveda l'uso delle ICT è necessario sia supportata da una struttura progettuale che stabilisca obiettivi, tempi e modalità ben definite che rispettino la naturale evoluzione del processo di crescita dei ragazzi ed i ritmi di apprendimento.

Con l'intervista a Jolanda Caponata, SoloTablet inaugura un nuova iniziativa rivolta al mondo della scuola e al suo rapporto con le nuove tecnologie.

Dall'arrivo dell'iPad e poi dalla diffusione del tablet e dei nuovi dispositivi mobili a scuola e in classe molto è acmbiato, anche nella scuola italiana. Dalle sperimentazioni iniziali si è passati a nuove e più innovative progettualità che traggono vantaggio sia dalle numerose novità applicative ma soprattutto da una maggiore comprensione e consapevolezza, da parte degli insegnanti, delle potenzialità delle nuove tecnologie per la didattica e per l'apprendimento.

Invece di dare notizia di progetti e sperimentazioni in corso, all'inizio del nuvo anno scolatico 2014, SoloTablet ha deciso di interpellare gli insegnanti con l'obiettivo di far raccontare cosa si sta muovendo nella scuola italiana e cosa pensano, in termini positivi e/o negativi, dell'impiego delle nuove tecnologie in classe.

Se sei un/a insegnante e vuoi contribuire e partecipare all'iniziativa di SoloTablet puoi contattarci a questo indirizzo. Ti verranno inviate le domande utili a comporre l'intervista.

Per l'anno scolastico 2014 propongo a tutti gli insegnanti  il mio ebook 'Tablet a scuola: come cambia la didattica'.


La prima intervista è con Jole Caponata, insegnante e amministratice del gruppo Facebook Docenti Virtuali.

 

    Cosa pensa delle nuove tecnologie e che tipo di relazione intrattiene con esse nella sua vita individuale e professionale?

    Ho accolto favorevolmente l'utilizzo delle nuove tecnologie adattandone l'uso alle esigenze della mia quotidianità  e del mio lavoro ma mi sono sempre sforzata di non consentire alle stesse d'invadere quegli spazi che sono e devono rimanere "umani". Il computer, grazie alla rete web, mi ha consentito di riallacciare rapporti con persone che, per motivi vari, avevo perso di vista; mi ha permesso di conoscerne altre con cui ho potuto iniziare rapporti di collaborazione professionale o anche semplice condivisione d'interessi ma a tutto ciò ho sempre cercato di far seguire un contatto reale che non rimanesse confinato entro e-mail o sms.   

    E’ favorevole all’introduzione di tablet e applicazioni mobili in aula?

    Vorrei fare una premessa: insegnare in una scuola tecnologicamente attrezzata non implica necessariamente un rinnovamento della didattica perché, ancora, non tutti i docenti sono disponibili al cambiamento o hanno le competenze richieste; inoltre, ogni azione didattica che preveda l'uso delle ICT è necessario sia supportata da una struttura progettuale che stabilisca obiettivi, tempi e modalità ben definite che rispettino la naturale evoluzione del processo di crescita dei ragazzi ed i ritmi di apprendimento.

    Detto questo sono convinta che l'introduzione dei tablet o di applicazioni mobili in classe, se supportata da competenza e consapevolezza, possa essere considerata un valore aggiunto nella didattica. 

    Competenza perché bisogna conoscere bene gli strumenti per poterli usare: capire quali siano i più indicati nel contesto in cui ci si trova, quale impatto possano avere, quali potrebbero essere le criticità cui si va incontro; consapevolezza perché trasmettere un contenuto didattico attraverso questi strumenti non significa semplicemente trasferire informazioni, ma attivare processi cognitivi complessi, transitare da una progettazione di tipo deduttivo, tradizionale, centrata su obiettivi, ad una progettazione che tenga conto ed utilizzi strumenti innovativi e che sia centrata sui significati. 

    scuolache vorreiSecondo alcuni la scuola italiana è ricca di risorse, professionalità e competenze ma è mal organizzata e soprattutto incapace di sfruttare le nuove tecnologie. Lei cosa ne pensa? Quali potrebbero essere, secondo lei, le strategie e i programmi da implementare?

    Verissimo ed il gruppo "Docenti Virtuali", che amministro su Facebook insieme alla collega, Prof.ssa Anna Pietra Ferraro, ne è la testimonianza. Gli iscritti ( più di 9000 docenti appartenenti ad ogni ordine e grado di scuola)  hanno dato vita ad uno spazio virtuale in cui è possibile discutere, confrontare, modificare le proprie esperienze o realizzarne nuove.

    Tra gli iscritti sono presenti docenti che hanno già grande esperienza in termini di didattica web 2.0 tanto da apportare contributi che li hanno visto impegnati in sperimentazioni innovative con i mondi 3D o con la robotica. Sono "risorse" importantissime che non devono rimanere isolate perché ricche di competenze fondamentali per una didattica efficace ed è questa la motivazione che ci ha spinto ad organizzare, da due anni a questa parte, un'occasione di confronto "reale" tra i membri iscritti; i primi due Meeting si sono svolti in Sicilia ed in Campania, per il prossimo anno si è pensato di incontrarci tutti in  Calabria.

    Al di là dei programmi di formazione e di aggiornamento che necessariamente s'impongono ma che mirano principalmente a fornire strumenti e tecniche, ai docenti è stato chiesto di rimettere in discussione il loro modo di fare didattica, il loro modo di porsi di fronte ad una "platea generazionale" sollecitata da stimoli esterni, frutto di una cultura ormai globalizzata e con la quale è necessario stabilire nuovi stili comunicativi. Non è semplice e non tutti sono disposti ad affrontare il cambiamento; bisogna, inoltre, tener conto che non tutte le scuole sono dotate delle stesse tecnologie: in alcune ancora deve fare il suo ingresso la LIM, in altre già si programmano le attività didattiche con l'utilizzo dei tablet.  E' necessario colmare il gap tecnologico, gli stili d'insegnamento, le differenze territoriali che, inutile negarlo, ci sono; come?

    Creando "rete": reti di scuole, "reti sociali" basate su relazioni professionali, che rompano il senso di isolamento provato da coloro i quali, ancora, non hanno potuto adeguarsi per le carenze tecnologiche della propria scuola o che, pur volendolo, non riescono a trovare colleghi con cui poter progettare una didattica innovativa.

    Ha già sperimentato il tablet in classe? Ci potrebbe raccontare qual è stata la sua esperienza personale e didattica?

    Inizierò a sperimentare l'utilizzo del tablet quest'anno e lo farò in una terza, classe "difficile" che richiede strategie didattiche particolari. Una bella sfida!  

    La tecnologia sta cambiando la scuola così come la vita delle persone. Effetti e risultati non sono facilmente prevedibili, soprattutto dal punto di vista cognitivo e dell’apprendimento di nuove conoscenze. Secondo lei quale futuro ci aspetta?

    I profondi cambiamenti che hanno modificato la società italiana nei suoi aspetti sociali, economici, culturali e professionali hanno trasformato anche il sistema formativo e didattico offerto dalla scuola chiamata a rispondere alle nuove esigenze imposte dalla "società della conoscenza": nuove tecnologie, nuovi linguaggi, nuovi modi di comunicare e di apprendere, nuove pratiche sociali.

    L'introduzione delle ICT mi ha dato la possibilità di rivedere e riorganizzare l'attività didattica senza stravolgerla: ho cercato di distribuire meglio la programmazione curriculare che, visto l'esiguità dell'orario cattedra, è spesso sacrificata. Ho affiancato al percorso formativo formale un percorso formativo informale che mi aiutasse, con gli strumenti a disposizione, nel recupero delle carenze disciplinari e nel potenziamento delle competenze chiave; strumenti di supporto, è così che li percepisco ed è così che li utilizzo nel mio lavoro quotidiano.

    La ricaduta sui ragazzi è stata ed è positiva,  lavorano di più sia a casa che a scuola, imparano a condividere ed a collaborare, percepiscono una nuova dimensione dell'aula: più aperta, senza limiti di spazio e tempo; la mia classe si è trasformata in un ambiente di apprendimento aperto, condivisibile e collaborativo centrato su una didattica del saper fare che vede gli studenti "protagonisti" del proprio processo di costruzione della conoscenza. Ma, finita l'ora d'Italiano, entra un'altra collega e tutto finisce: i ragazzi ritornano in "classe", guardano l'orologio, aspettano il suono della campanella. Ecco, nella mia scuola, il problema è questo: non riuscire ad offrire agli alunni una continuità metodologica.

    Serve una trasformazione profonda dei sistemi educativi che è già iniziata, ma resta ancora molto da fare. E' necessario adottare politiche educative che facilitino l’organizzazione all’interno delle singole scuole e la pratica didattica dentro le classi facilitando l’utilizzo delle tecnologie digitali che, dal punto di vista dei processi educativi, possono assumere il ruolo di veri e propri "facilitatori cognitivi" capaci di promuovere nuove forme di organizzazione del pensiero, nuovi modi di apprendimento e nuove forme di comunicazione e collaborazione interpersonale.



    Profilo professionale di Iolanda Caponata

    Docente di lettere presso l'I.C. 2 " S. D'Acquisto" di Messina. Collaboro con vari Enti di formazione come docente/autore in corsi modalità blended sull' E-learning. Amministro, insieme alla Prof.ssa Anna Pietra Ferraro, il gruppo Facebook "Docenti Virtuali" ed il sito web  Repository Multimediale

    Completano il mio profilo:Tutor INDIRE, Facilitatrice corsi EPICT (The European Pedagogical ICT Licence®) per il Nodo nazionale italiano del Consorzio Internazionale EPICT, Certificatore e Formatore Eipass, Amministratrice piattaforma di formazione Apoforma per Apolab, Tutor TFA per l'Università di Messina.

    Pubblicazioni:

      • I Social Network: Comunità di apprendimento? - ISBN 978-88-98091-31-7- Atti Didamatica 2014
      • I.Caponata, A.P.Ferraro, G.Piro, M. Scognamiglio - Manuale Smart Lim - Ed. Manna - ISBN 978-88-87752-84-7 - Aprile 2014
      • "Una lezione in Second Life: il giro del mondo in 5 Teleport - ISSN 2239-6187
      • Da dove nasce il bisogno di unirsi on line sui social network? - INDIRE - INNOVAZIONE E RICERCA: FORMAZIONE
      • Il Blog: strumento di comunicazione mediale tra docenti e alunni - ISBN 976-88-907739-6  Editore: Istituto Benalba – per l’aggiornamento e la formazione (Na)
      • Atti MoodleMoot 2012 - “Moodle: occasione di recupero dei Drop Out nella scuola dell'obbligo – ISBN 978-88-907493-0-8
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