Distanza è la parola che ci proietta staccati dagli altri, circa un metro, secondo le ultime direttive.
Dal latino distantia, rappresenta quello spazio che c’è fra un luogo ed un altro, oppure tra una persona, o una cosa, e un’altra.
OLTREPASSA CON NOI
Linkedin Facebook
instagram twitter
In questi tempi, abbiamo dato un valore preciso che quantifichi questa parola. Prima 2 metri, poi 1 metro e 80 centimetri, poi 1 metro e mezzo e, adesso, si dice deve esserci 1 metro lineare da bocca a bocca. Questo è il valore numerico stabilito al 2 di agosto. Questo è il risultato delle strategie di distanziamento sociale applicate: 1 metro.
Ma, la verità, è che, oggi, quello che importa di meno è proprio il valore numerico della distanza. Ciò rimane solo una semplice cifra per gli addetti ai lavori.
"La distanza è solo un problema geometrico. Ma l’assenza; quella non la risolvi con nessuna equazione." eloisa_pi, Twitter
La distanza, o le distanze, di cui ci interessa davvero sono quella sociale, quella didattica e quella psicologica.
La distanza sociale, cioè quella generata dall’assenza di contatto. Dalla clamorosa riduzione di quei gesti che ci facevano sentire parte di una comunità. Gesti come lo stringersi la mano, il baciare le signore quando arrivi o quando te ne vai, la pacca sulla spalla o la spinta ad un abbraccio quando te lo senti venire da dentro. Piccole azioni che ci animavano e che ci stiamo abituando a dimenticare. E non va bene!
Già, poi c’è anche la distanza didattica. Quello spazio culturale che, questi tempi bui, ci hanno costretto ad estrarre dal cilindro della realtà virtuale. Una distanza fatta di chi non possiede le risorse adatte a gestire una didattica lontana nei modi e nei tempi. Fatta di chi non riesce a correre al passo con questi tempi.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
“Non ho il pc“, “Non ho la linea ADSL“, “qui non prende bene la linea“. Oppure “il computer lo usa mio fratello che fa le superiori. E non ne abbiamo un altro“, “in famiglia siamo in troppi, e non ci sono spazi per tutti“… e così via.
Più che una DAD (didattica a distanza), siamo riusciti a sottolineare ed evidenziare tutte le possibili distanze esistenti in una determinata tipologia di insegnamento. Soprattutto in un paese come il nostro in cui il “virtuale” a scuola cozza con metodologie antiche, con strutture inadeguate e insegnanti poco formati al futuro.
Infine, come non notare la distanza psicologica, generatasi intorno a noi?
Fatta di paura dell’invisibile, di paura dell’altro, di paura del contatto con l’altro. Fatta di paura.
Le persone non si fidano più, sospettano di tutto e la spontaneità, che, forse, prima, si manifestava, a volte, oggi è praticamente scomparsa. Anzi, è ritardata. Nel senso che per essere spontanei, bisogna chiedere il permesso.
“Posso abbracciarti?“, “Ti va bene se ti do un bacio?“, queste le domande post-covid. Tutto questo genera distanza perchè ciò che entra nel pensare quotidiano di molti è la paranoia, che porta ad un distanziamento malato tra le persone.
Forse, però, non tutto è perduto. Perchè, come dice Alessandro Baricco…
"Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi." Alessandro Baricco
Un saluto da Tommaso.
* Una prima versione di questo testo è stata pubblicata il 30 Agosto 2020 sul sito CIRIFLETTO - IL BLOG DELLE SCELTE CONSAPEVOLI