ESTASI

01 Gennaio 2022 Etica e tecnologia
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èstaṡi [dal latino tardo ecstăsis, greco ἔκστασις «turbamento o stato di stupore della mente (per paura, dolore, ecc.)», derivato di ἐξίστημι «mettere fuori», «uscire di sé»]. Stato di isolamento e d’innalzamento mentale dell’individuo assorbito in un’idea unica o in un’emozione particolare; nella mistica, il rapimento dell’anima che al culmine della sua esperienza religiosa, perduta la coscienza del mondo fisico e di ogni legame corporeo, si innalza alla contemplazione del divino ed entra in immediata comunione con esso. Provare vivo godimento per cosa che riempia di sé tutta l’anima.

[è·sta·ṣi]

Occorrono delle condizioni particolari per sperimentare l’estasi.

Il silenzio e la solitudine sono essenziali. Ma possono anche non essere reali.

Di fronte a un quadro, può capitare di sospendere i propri sensi e di trovarsi avvolti in uno spazio infinito, anche se altra gente intorno a noi si muove e osserva. Di fronte: questo è importante.

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Sono affacciato su uno spazio sconfinato che mi satura. Il mio tempo si ferma e coincide con l’eterno.Quando si è estatici di se stessi, come nella rappresentazione caravaggesca di Narciso, in realtà lo si è della perfezione della propria immagine come manifestazione di una perfezione più alta, che non sono solo io.

Nell’estasi io esisto come un nulla riempito di immenso.

Tutto si sospende: le mie forze, la mia mente, le mie ansie. Il desiderio si mostra nella sua perfezione. Solo il suo percepirlo rende insignificante che io sia vivo oppure morto, mi fa restare in bilico come l’Adamo della Cappella Sistina, con il dito a un soffio da quello divino.

Eppure, se anche l’estasi richiede certe condizioni, essa è oggetto della nostra inconsapevole ricerca quotidiana.

Ogni momento siamo di fronte a noi e a quel noi migliore di noi che ci supera sempre.

Possiamo allontanarlo da noi chiamandolo Dio o dominarlo cercando il potere o venendo a patti con lui mediante la ricerca continua mediata da ideali, impegni, progetti, realizzazioni continue. Il segnale è il respiro, che si affanna, si placa o si ferma.

 

Autore

GMGreco

Ingegnere, già manager, consulente aziendale e collaboratore per decenni con UNI, oggi pensionato. 
Ho seguito anni fa corsi di disegno e pittura e, successivamente, corsi di scrittura. 
Dopo molti racconti brevi, spesso letti in pubblico, ho pubblicato due romanzi. 
Privilegio la visione collettiva e sociale dei progetti e dei mutamenti, cui spesso partecipo e su cui rifletto. ed è da qui che proietto lo sguardo sulla politica. 
Collaboro oggi con un gruppo di studio sulla politica e con iniziative sociopolitiche di respiro internazionale. Credo, o almeno spero, di non aver tradito me stesso ragazzo.
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