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Clicca ‘Mi Piace’ e ti sentirai meglio! Forse ma forse!

Clicca ‘Mi Piace’ e ti sentirai meglio! Forse ma forse!

27 Novembre 2013 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Tentato da un ‘click’? Farlo non costa niente, o quasi. E se qualcuno stesse semplicemente manipolando emozioni, voglia di partecipazione, senso di appartenenza e visione etica della vita? Il ‘click’ come consolazione individuale e strumento di manipolazione e guadagno. Un fenomeno noto come 'Like Farming' dal quaie ci si può tranquillamente difendere.

In inglese si chiama ‘Like Farming’ e spiega molto bene il fenomeno che vede la proliferazione di banner promozionali e di iniziative marketing finalizzate alla generazione di un numero elevato di  ‘Mi piace’ su pagine, gruppi e profili creati su uno dei numerosi social network oggi esistenti.

Se avete una presenza online nei luoghi sociali e abitati della rete o con un vostro sito e volete comprendere funzione e peso del ‘Like Farming’ non dovete fare nulla, solo osservare quanto sia difficile vedere crescere gli indicatori dei 'Mi pIace' cliccati sulla propria pagina in assenza di iniziative promozionali specifiche, gratuite e/o a pagamento. Se una pagina come quella che state leggendo riporta solo poche unità di like e la Home Page del portale Solotablet poche centinaia, non è casuale. SoloTablet non ha mai speso un euro per promuovere i suoi articoli e neppure un centesimo per avere migliaia di 'Mi Piace'. Sarebbero comunque dei click ininfluenti al successo del portale perchè non seguiti da frequentazioni assidue e collaborazioni o relazioni più profonde.

Clicco dunque sono, sono cliccato e allora esisto!

Ormai si clicca su pagine e gruppi che chiedono se si ama Gesù ma anche se si amano le truppe che in suo nome sono state inviate in paesi come l’Afghanistan. Si clicca ‘Mi Piace’ su pagine che mostrano le immagini dei monaci buddisti che si immolano per un Tibet libero e per il successo delle Olimpiadi cinesi. Si clicca ‘Mi piace’ su pagine che mostrano foto di donne maltrattate e su quelle piene di donne più o meno nude ed esibizioniste. E si continua a cliccare…..senza chiedersi perché lo si fa e se esista o meno una fabbrica di click da cui qualcuno trae vantaggi e benefici.

Se una pagina ha tanti Like diventa facilmente target preferenziale per messaggi pubblicitari e per comunicazioni spam.

Come funziona il Like Farming: Viene creata una pagina Facebook. La pagina invia una immagine, comica, tragica, sensazionale e capace di creare emozioni, collegata alla richiesta di una reazione: un Mi Piace, un commento, una condivisione. Il messaggio viene condiviso da un gruppo di persone con un numero elevato di connessioni. Il messaggio ottiene numerosi Like, commenti e condivisioni generando passaparola virali. Uno dei tuoi amici vede il messaggio e risponde. Il messaggio compare nel flusso di messaggi condivisi con i tuoi amici. La pagina aumenta in modo esponenziale il numero di ‘Mi Paice’ e può essere venduta ad aziende e/o realtà interessate ad usarla a scopi promozionali e pubblciitari

Il 99% dei ‘Mi Piace’ su pagine che hanno migliaia e/o decine di migliaia di click sono sempre più spesso pagine generate ad hoc con l’obiettivo di dare visibilità a determinate marche e o marchi.

Queste pagine possono poi essere usate per veicolare messaggi e discussioni mirate e manipolatore per guidare il sentiment di chi le visita ma soprattutto possono essere vendute per migliaia di euro come ha fatto il creatore della pagina dedicata agli Hamburger e che aveva raggiunto 500.000 ‘Mi Piace’.

La generazione del Click è spesso favorita dal tipo di domanda che viene posta. Difficile non cliccare su una domanda che chiede se amiamo la rappresentazione della nostra famiglia su Facebook, se amiamo i nostri figli o animali domestici, se siamo per la difesa dell’ambiente e per sostenere una campagna contro il cancro, ecc.

La coltivazione persistente di nuovi ‘Mi Piace’ può produrre effetti indesiderati. Amici e conoscenti potrebbero non condividere o apprezzare la richiesta a loro inoltrata di condividere una pagina o un gruppo e generare sospetti sul perché l’azione è stata intrapresa.

Poco importa se la richiesta di un nuovo ‘Mi piace’ è stata fatta senza secondi fini e solo per alimentare la componente sociale e relazionale del proprio stare online. Le persone a cui è fatta la richiesta possono sentirsi manipolati nei loro sentimenti e nelle loro emozioni e obbligati nelle loro scelte ( “Come faccio a dire di no ad un amcio? Mi sentirei colpevole per non averlo fatto!”).

Le campagne di ‘Like Farming’ sono comunque all’attivo e sembrano funzionare. Non si spiegherebbe altrimenti il numero di promozioni e banner che compaiono in ogni ricerca Google o facebook e quello di messaggi che invadono le caselle di posta di possessori di pagine e profili sul libro delle facce e altri social network. Il fatto che funzionino è strettamente collegato all’elevato numero di persone che si fanno carico di cliccare e di fare cliccare condividendo link e messaggi con l’obiettivo di condividere anche un Click.

Il Like Farming è una precisa strategia marketing finalizzata a provocare coinvolgimento, interesse e ingaggio. Molti lo odiano e vi si oppongono, altri semplicemente continuano a cliccare.

Meglio non farsi tentare

A chi si dedica con cura alla promozione delle proprie pagine sociali e/o siti web attraverso la richiesta di 'Mi Piace' può tornare utile riflettere su alcune analisi condotte da Duane Forrester e pubblicate sul blog di Bing. Obiettivo dell'analisi e del post era di mostrare in che modo un motore di ricerca come Bing sia in grado di analizzare, individuare e poi non prendere in considerazione segnali media come 'Like' e 'Mi piace' ma anche 'Link' creati in modo artificiale.

L'articolo si sofferma su una comparazione dei criteri che determinato la distribuzione di attività sociali genuine e di quelli che invece sono generati artificialmente da attività di 'Like e Link farming'. I secondi mostrano una rete sociale meno organica, caotica e naturale di quanto non sia una che si sviluppa in modo naturale e genuino. La differenza, facilmente individuabile dai motori di ricerca o programmi che usano algoritmi ad hoc, è facilmente riscontrabile e di conseguenza altrettanto facilmente ignorata.

 

Le reti organiche e non artificiali sono per loro natura caotiche e non presentano pattern regolari in termini di sviluppo e crescita. Nel grafico si vede come la condivisione sia nata in alcuni nodi e si sia poi distribuita in modo organizzato ma non prevedibile. I nodi rossi rappresentano l'origine di un 'MI PIACE', quelli blu amici che hanno condiviso il contenuto.

 

La riflessione condotta nell'articolo è interessante anche perchè non svela come mai, se è così facile per Bing, e presumibilmente anche per Google, individuare i collegamenti creati artificialmente e/o a pagamento da attività promozionali e SEO/SEM, il 'Like Farming' non si sia arenato ed estinto. Al contrario la proliferazione dei Like è alla base della maggior parte di attività SEO che nascono dalla convinzione che una semplice ed onesta strategia di propagazione di indici, contenuti, link, ecc. sia capace di generare maggiore traffico e influenzare nuove target audience.

L'articolo sembra in realtà indicare una attenzione dei motori di ricerca focalizzata alla eliminazione delle attività di generazione di Link/Like più smaccatamente artificiali e fasulli.  I grafici forniti dal post sono comunque il prodotto di una analisi che va oltre il semplice Mi Piace e che prende in considerazione altre metriche più complesse sulla costruzione di reti relazionali prodotte da campagne di coltivazione dei 'Mi Piace'. Nulla viene comunque spiegato sul fatto che ben prima di Facebook, un grande numero di marche, intraprendenti imprenditori, artisti e semplici abitanti della rete hanno operato con successo nella manipolazione delle reti relazionali attraverso il Link farming e il social bookmarking.

In questo contesto la ricerca di nuove audience e reti sociali con cui condividere contenuti, informazioni e idee è una attività costante, fatta direttamente da persone online o da 'bot' creati appositamente perchè capaci, attraverso l'uso di account molteplici, di condividere rapidamente contenuti web su reti pubbliche e private così come su network nati spontaneamente o creati a pagamento e con finalità commerciali. Il fatto che queste attività e i bot che le animano continuino ad esistere testimoniano la connivenza dei motori di ricerca o la loro incapacità a bloccarne gli effetti indesiderati. I benefici invece continuano ad essere garantiti perchè sono condivisi sulle reti coinvolte e rese a loro volta protagoniste.

Per comprendere quanto ciò sia vero è sufficiente cliccare su numerosi link che Google e altri motori di ricerca presentano tra i risultati che occupano spesso la testa dell'elenco trovato a fronte di ogni ricerca.

Molti di questi risultati sono semplice spazzatura che non offre alcun valore aggiunto, non soddisfa alcun bisogno e finiscono per annoiare e rendere complicata la vita e la ricerca online ( Google non è più un motore di ricerca.....!). Spazzatura sono anche i molti siti di comparazione tra prezzi di listino e prodotti, creati solo e soltanto per promuovere più o meno esplicitamente determinati prodotti ( quelli con budget marketing maggiori?) rispetto ad altri.

In conclusione se è vero che il motore di ricerca è comlice o quantomeno connivente con il 'Link/Like Farming, meglio allora non farsi tentare ed evitare di cadere nella trappola emotiva del 'Mi Piace'.

Disporre di numerosi Like e/o di numerosi link ai propri siti e portali può generare maggior traffico di rete ma meglio non contare su di essi in termini di acquisita autorevolezza ed elevata reputazione. L'una e l'altra nascono soltanto da un traffico di ritorno persistente e da una percentuale elevata di fedeltà.

Meglio allora puntare su Link e Like di qualità e dotati a loro volta di autorevolezza e reputazione. Meglio coltivare relazioni sociali capaci di generare segnali sociali online di qualità e reputati tali anche dai motori di ricerca perchè percepiti come non artificiali d estemporanei.

Meglio evitare di spendere soldi in attività di 'Like Farming' ed investire il proprio denaro in una strategia tutta puntata sulla qualità dei contenuti, dei link e dei Mi Piace, sulla autorevolezza e sulla reputazione online.

Il successo potrebbe non essere quantitativo (migliaia di 'Mi Piace') ma qualitativo ( centinaia di contatti reali che si traducono in relazioni ed opportunità reali.

Ed ora, se siete arrivati fin qui.....non dimenticate un MI PIACE sul nostro portale SoloTablet! E' di qualità DOC! 

 

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