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Lo smartphone ti fa sentire libero ma sei sempre sottomesso, liberati dallo smartphone

Lo smartphone ti fa sentire libero ma sei sempre sottomesso, liberati dallo smartphone

16 Luglio 2019 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Viviamo tempi di crisi, nel senso etimologico del termine tempi di separazione, selezione, decisione, cambiamento e opportunità. La crisi attuale però è duratura, regressiva e sembra essere diventata una realtà permanente. Come tale rende complicata ogni scelta, decisione, e possibilità di cambiamento, sprofondando molti nell'incertezza e nella 'liquidità' (concetto che il sociologo Zygmut Bauman, morto nel 2017, ha usato per descivere la società postmoderna).

Fare delle scelte e decidere significa poterle fare, essere liberi di scegliere e di decidere. La libertà che si percepisce di avere, ad esempio per il semplice fatto che si vive in società democratiche, non è comunque sufficiente per poter scegliere. Nel passato, come ha ben descritto Edward Roshental nel suo libro L'età della scelta, "la realizzazione della pura libertà ha dovuto fare i conti con la fredda realtà dell'assenza di scelte ragionevoli" trasformando l'autentica libertà in un mero concetto ipotetico. 

Oggi chi ama la libertà deve fare i conti con il sentimento di un nuovo tipo di libertà, quella resa possibile dalle innumerevoli opportunità accessibili attraverso l'utilizzo di strumenti tecnologici e digitali. È una libertà percepita come grande, senza confini, individuale, sociale e democratica  ma che in realtà tradisce sé stessa e chi crede di goderne i benefici producendo nuovi tipi di costrizioni e assenza di libertà. Una situazione normale per soggetti umani che, proprio perché soggetti (participio passato del verbo subjacere, ὑποκείμενον, porre sotto) sono destinati alla sottomissione, ma paradossale per l'esperienza di assoluta libertà che tutti i possessori di uno smartphone, i naviganti di Internet e i frequentatori di una piattaforma di social network oggi credono di avere. 

Lo stato felice di libertà percepito, che sembra permettere a tutti di continuare a reinventare sé stessi online, deve confrontarsi con la sottomissione a cui si è sottoposti da entità esterne e da poteri subdoli, forti e intelligenti (I signori del silicio di Eugeny Morozov o le megamacchine di Lewis Mumford) ma anche da costrizioni autoimposte e accettate come condizione necessaria per godere della propria presunta libertà digitale. L'assenza di libertà, il suo rovesciamento in costrizione e la sua impraticabilità è raccontata ogni giorno dalla sudditanza (schiavitù) al dispositivo tecnologico, dalla tirannia dei MiPiace e dei selfie, dalla sottomissione alle narrazioni dei media e dei social network, dall'uso politico che ne viene fatto. 

 

È evidenziata anche dalle numerose forme di dipendenza tecnologica che generano ansie, depressione, burnout e disturbi psichici, testimonianza concreta della schizofrenia di una libertà che si trasforma in costrizione. Se si accetta la definizione di libertà come possibilità di realizzarsi in relazione e insieme ad altri (il riferimento è al libro Psicopolitica di Byung-Chul Han) e di vivere felicemente in comunità, è facile intravedere nelle tecnologie attuali lo strumento perfetto per realizzarla. Non si spiega allora l'insorgenza di tante dipendenze e patologie, l'aumento della solitudine e del senso di isolamento, la difficoltà a fare scelte diverse e a operare per reinventare la propria libertà. 

Per capire quanto siamo liberi non serve immergersi in studi approfonditi sul significato filosofico della libertà. È sufficiente riflettere sulla sottomissione quotidiana ai mezzi tecnologici e alle loro applicazioni, sulla quantità di tempo passata online, su chi controlla e governa le piattaforme usate, sul ruolo di cittadini trasformati in semplici merci e consumatori, sulla complicità diffusa che impedisce maggiore consapevolezza e lettura critica della realtà digitale vissuta online. 

La riflessione potrebbe portare a riscoprire la libertà di scelta e la capacità di decidere. La scelta potrebbe portare ad abbandonare temporaneamente i mondi digitali online e a decidere di spegnere il proprio smartphone per usarlo in modo più intelligente e...più libero. 

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