I Chatbot applicati alla gestione delle risorse umane sono destinati a cambiare la vita di migliaia di operatori del mercato del lavoro, siano essi cacciatori di teste, consulenti, coach o manager aziendali. Il cambiamento sarà epocale, prodromico a una nuova era ibridata tecnologicamente che vedrà aumentare l’automazione attraverso nuove tecnologie software, vocali e algoritmi dei dipartimenti per la gestione delle risorse umane. Chi oggi vi lavora, se nel frattempo non sarà stato sostituito da una macchina, sarà chiamato a fare una scelta. Cercare di ostacolare le nuove tecnologie insistendo sulla differenza tra intelligenze artificiali e intelligenze emotive ed evidenziandone gli impatti negativi sulla componente umana. Oppure cercare di conoscerle sempre meglio in modo da capire in che modo programmarle, adattarle e usarle al meglio, in modo efficace e produttivo.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Che i robot, i Chatbot e le macchine intelligenti siano destinate a sostituire, anche in lavori e attività di tipo cognitivo, a persone in carne e ossa è già un fatto, una realtà in costante divenire. La sostituzione è diventata possibile ma anche conveniente, soprattutto se a essere automatizzate e robotizzate sono attività ripetitive, abitudinarie e time-consuming, come ad esempio la conduzione di centinaia di interviste con l’obiettivo di fare una prima scrematura dei candidati sulla base della coerenza dei loro CV con i requisiti definiti per una posizione lavorativa o ruolo aziendale.
Nell’automazione di attività ripetitive, i Chatbot non sono molto diversi da altre tecnologie, principalmente software, usate per automatizzare altre tipologie di servizi HR, legati ad esempio alla comunicazione. Possono contribuire a migliorare l’intero processo di selezione del personale così come l’interazione tra datore di lavoro e dipendente e ad aumentare la capacità di trattenere in azienda talenti e professionalità con skill e abilità di cui l’azienda non può fare a meno. Possono servire a velocizzare e gestire in modo efficiente le fasi iniziali della selezione, una fase solitamente caratterizzata da numerose domande che i candidati inoltrano per avere maggiori informazioni sulle nuove offerte di lavoro. Lo possono fare grazie alla facilità e velocità con cui possono accedere a banche dati e informazioni (no email o interazioni telefoniche) che permettono loro di gestire, anche attraverso l’uso di linguaggio naturale, in modo efficace interazioni e interviste con i potenziali candidati, di profilarli con successo e molto più rapidamente di quanto non possa fare un responsabile HR umano.
Il ricorso a Chatbot accelera e rende efficiente l’intero processo di selezione, quantomeno nella sua parte di screening iniziale grazie a: raccolta, organizzazione e gestione dei feedback, interazione e comunicazione con i candidati, conduzione di interviste, acquisizione di conoscenze sulle esperienze professionali dei candidati, anche di coloro che decidono di non proseguire nel percorso selettivo, assessment in tempo reale del sentiment e dello stato d’animo del candidato (algoritmi di AI basati sulle espressioni facciali e sulla voce) con l’obiettivo di identificare sentimenti quali frustrazione, rabbia, ansia, stress, e infine alla facilità con cui è possibile personalizzare ogni interazione con il candidato.
Alla base di tutte le abilità di Chatbot dotati di Intelligenza Artificiale, sta la loro capacità di apprendere che si traduce rapidamente nella maggiore abilità di interagire in modo proattivo e personalizzato con il candidato ma anche di comprendere meglio se e quanto il suo inserimento in un’azienda o organizzazione possa essere coronato dal successo e dai risultati.