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La società della trasparenza, un libro di Han Byung-Chul

La società della trasparenza, un libro di Han Byung-Chul

09 Gennaio 2017 Redazione SoloTablet
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La trasparenza è tema letterario e narrativo da sempre, oggetto di dissertazioni dotte e intellettuali sulla pretesa tutta moderna di rappresentare se stessi e vedere al tempo stesso l'intimità delle persone con cui si interagisce. Oggi la trasparenza è oggetto di grande interesse e trattazioni da parte di coloro che hanno dimestichezza con la trasparenza della Rete e con la pratica trasparente che caratterizza i numerosi social network come spazi di comunicazione e relazione sociale. La trasparenza di cui parla Byung-Chul Han non è invisibile, è praticata e suggerita da Facebook ed è direttamente funzionale al controllo politico e sociale che caratterizza la fase attuale di evoluzione della nostra società capitalistica e tecnologica. E' una trasparenza che dà l'illusione della chiarezza, della facilità di comprensione o di intuizione del senso o del significato, della socialità e della condivisione ma in realtà è oggi alla base della costruzione di nuove distopie che si stanno realizzando grazie alle nuove tecnologie e a chi le sta producendo e gestendo.

Han Byung-Chul è un autore sconosciuto ai più ma si è guadagnato, anche in Italia,  una schiera crescente di lettori affezionati e la curiosità di numerosi intellettuali, sorpresi per l'originalità e lucidità del suo pensiero, in grado di offrire spunti per una riflessione critica che spazia dalla tecnologia, all'amore, al potere e all'economia. Il testo è da leggere perché riesce a svelare il mito della trasparenza e la pornografia della società dell'informazione che, con la sua assoluta trasparenza, abolisce il segreto, rende obsoleta la politica e distrugge il desiderio. L'analisi del filosofo può non essere condivisa ma le sue argomentazioni forniscono uno sguardo diverso sulla nostra società diventata molto tecnologica.

 "La società della trasparenza è un inferno dell'Uguale. Chi riconduce la trasparenza unicamente alla corruzione e alla libertà dell'informazione, ne misconosce la portata. La trasparenza è una coercizione sistemica che coinvolge tutti i processi sociali e li sottopone a una profonda mutazione"

Il tema della trasparenza è oggetto di numerose riflessioni da quando Big Data e nuove tecnologie stanno rendendo tutto trasparente e tutto analizzabile, visibile e controllabile. È una trasparenza che ha piegato la società al suo servizio e che bisogna interpretare scavando al di sotto delle sue ambiguità, per scoprirne i cambiamenti di paradigma sottostanti. Mentre da un lato la trasparenza si manifesta nella maggiore disponibilità di informazioni, dall'altro lato rende tutti i produttori e gli usufruitori di informazioni a loro volta trasparenti, svelati, senza più privacy o spazi di riservatezza, controllati socialmente, esposti agli apparati di controllo e (video) sorveglianza ma anche di predatori e cybercriminali e degli altri.

Di questo tipo di visibilità si è occupato anche Paul Virilio (presente in questa bibliografia) ma il merito di Byung-Chul è di avere spiegato l'ambiguità del concetto di trasparenza attuale che da valore positivo si è trasformato nel suo esatto rovescio. È un cambiamento che non può esser circoscritto alla politica o all'economia ma abbraccia anche la sfera individuale con la sparizione di ogni tipo di privacy e con la trasformazione degli individui in macchine (solo la macchina è trasparente, l'uomo non è mai trasparente neppure  a se stesso) e semplici funzioni del sistema capitalistico attuale e della sua aspirazione al controllo del bene comune. La trasparenza voluta da questo sistema è un ideale falso, una mitologia contemporanea che forma a molte realtà culturali, pervasive e insidiose. È una trasparenza che manipola portando a credere che sia vero solo quello che è reso visibile e viene mostrato, che genera ansia da accumulo di informazioni incapaci di produrre alcuna conoscenza aggiuntiva, che impedisce una corretta interpretazione dei fatti e dei dati, che spinge a una ipervisibilità malata nella forma di esibizionismo e narcisismo e che crea l'illusione di potere avere tutto sotto controllo, soprattutto grazie alle potenti nuove tecnologie del momento (non solo dispositivi e applicazioni ma anche Cloud Computing, Big Data e strumenti analitici o di Data Mining).

Gli autori che in passato si sono cimentitati sul tema delle trasparenza lo hanno fatto soprattutto per sottolinearne la sua pretesa irrealizzabilità e impossibilità. Si trattava in genere di una trasparenza interiore, difficilmente rappresentabile e visibile.  Quella di cui parla Byung-Chul è esteriore ed è resa possibile dalla visibilità dei profili online e dalla potenza degli algoritmi tecnologici. Se questa trasparenza si limitasse a favorire la conoscenza reciproca sarebbe una trasparenza positiva, mitigata da qualche livello di segretezza ma oggi una trasparenza di questo tipo è antiquata e non più perseguibile. La tecnologia ha reso tutti trasparenti anche se non tutti allo stesso modo. Mentre i segreti delle persone normali infatti sono sempre più svelabili, aumentano i segreti del potere politico, finanziario e tecnologico.

La trasparenza non elimina solo la riservatezza ma addomestica l'amore trasformandolo in semplice prodotto di consumo, elimina pudore e senso della vergogna, favorisce l'affermarsi della società delle opinioni e la sparizione delle verità e rafforza il sistema esistente che alimenta i Like ma non dispone neppure di un Dislike per metterlo in discussione. Le conseguenze sono molteplici in tutti gli ambiti personali e sociali perché la trasparenza digitale elimina il segreto e l'intimità ma soprattutto ci consegna tutti, come consumatori e cittadini, alla prigionia dei nuovi panottici moderni che, nella forma di algoritmi, regolano e soddisfano bisogni e desideri. La sorveglianza e il controllo che ne derivano sono tanto più pesanti quanto maggiore è la complicità di coloro che li subiscono. Contribuendo con i loro atti alla trasparenza stanno in realtà limitando la loro stessa libertà e contribuendo all'instaurarsi di sistemi sempre meno libertari e democratici. Società del controllo in forma di nuovi panottici aprospettici nei quali si può essere illuminati da ogni lato, dappertutto e da cisacuno dei suoi abitanti: "Il controllo non si esercita solo dall'alto verso il basso, ma anche dal basso verso l'alto...ognuno controlla l'altro."

Autore

Byung-Chul Han (Seul, 1959) è un filosofo, teologo, letterato e docente (Universität der Künste Berlin) sudcoreano che vive a Monaco di Baviera in Germania e che con i suoi libri critici sull'era tecnologica sta acquisendo grande visibilità anche in Italia. I suoi interessi sono molteplici, dalla filosofia sociale all'antropologia, dalla fenomenologia all'estetica e alla comunicazione di massa. La sua attenzione è tutta focalizzata sulla interpretazione/decostruzione dei fenomeni contemporanei il cui studio lo ha portato a coniare neologismi come la società della stanchezza o la società della trasparenza e a criticare il neoliberismo imperante e i sistemi totalitari all'orizzonte. Benché non ami la visibilità la sua opera sta suscitando grande interesse nel mondo per le tematiche trattate (agonia dell'eros, topologia della violenza, narcisismo e forme dell'apparire attraverso i social network, ecc.) e per i riferimenti ai maggiori studiosi occidentali come Sigmund Freud, Walter Benjamin, Carl Schmitt, Richard Sennett, René Girard, Giorgio Agamben, Gilles Deleuze e Félix Guattari, Michel Foucault, Michel Serres, Pierre Bourdieu, Slavoy Žižek e Martin Heidegger.

 

Scheda libro

Titolo intero: La società della trasparenza

Titolo originale: Transparenzgsellschaft

Genere: Scienze Sociali

Listino: 10,50

Editore: Nottetempo

Collana: Figure

Pagine: 94

Data uscita: 12/06/2014

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