I media sono pieni zeppi di notizie e analisi predittive sul futuro delle intelligenze artificiali. Nel frattempo l’intelligenza artificiale, così come i sensori, le videocamere e i display, sta diventando una componente ambientale dotata di una grande forza di attrazione che in futuro le permetterà di emergere e affermarsi come piattaforma e infrastruttura. I modi con cui i Big dell’intelligenza artificiale preparano questa emersione e colonizzazione del mondo sono vari, tutti hanno obiettivi molto chiari e altrettanto coerenti con la volontà di potenza della tecnologia attuale e con la sua velocità di accelerazione tesa a dominare il mondo.
A fare la differenza nel campo delle intelligenze artificiali è oggi la capacità delle macchine di apprendere (deep learning), il cloud computing che mette a disposizione risorse di elaborazione teoricamente infinite e i Big Data che ospitano miliardi di dati in grado di alimentare attività di intelligenza artificiale specializzate e di favorire il loro apprendimento e ulteriore specializzazione.
Le intelligenze artificiali sono già entrate nelle fabbriche da tempo (macchine intelligenti, robot, ec.), nella logistica, nelle auto, nei dispositivi mobili (come assistenti personali), nelle apparecchiature domestiche (anche in forma di robot umanoidi dedicati alla cura delle persone) e in mille altre tipologie di dispositivi. Sanno già parlare tra di loro e si preparano a farlo in gruppi sempre più numerosi e distribuiti. Il gruppo più numeroso potrebbe in futuro tendere a dominare l’intero panorama delle intelligenze artificiali imponendo le proprie regole, logiche, linguaggi, applicazioni e destinazioni d’uso.
Non è un caso quindi che un’azienda come Amazon abbia recentemente annunciato che la sua intelligenza artificiale Alexa sia già disponibile su più di 70 e abbia lanciato numerosi altri prodotti hardware che la ospiteranno.
Annunci e nuovi rilasci, fatti durante un recente evento pubblico, raccontano in modo chiaro una strategia di Amazon che pone Alexa al centro della sua intera proposizione tecnologica. E’ una strategia di lungo termine che punta non tanto al guadagno generato dalla vendita di uno o più prodotti ma alla penetrazione in un mercato potenzialmente infinito con l’obiettivo di creare flussi persistenti di guadagni e profitti derivati dalla vendita di servizi.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
E’ la stessa strategia adottata da Apple attraverso le sue APP, e il modello di busines che oggi perseguono altri Signori del silicio come Microsoft e Google. Amazon, che punta a essere la seconda azienda ad avere raggiunto i mille miliardi di capitalizzazione non è da meno e sta usando Alexa come cavallo di Troia per avere successo in un mercato ricco e competitivo.
Introducendo Alexa in ogni dispositivo hardware possibile, Amazon non punta solo alla generazione di nuove fonti di guadagno ma alla fidelizzazione della clientela. Con Alexa infatti sarà sempre più facile, rapido e immediato acquistare nuovi prodotti e servizi.
Alexa funge da cavallo di Troia anche per un altro motivo. Serve a occupare spazi al momento liberi nel far west del mercato tecnologico e a predisporre gli avamposti utili a colonizzazioni espansive successive. Non è un caso che Amazon metta a disposizione la sua tecnologia di AI anche a terze parti puntando a creare uno standard, un ecosistema, una interfaccia utente, una piattaforma di sistema operativo AI o una infrastruttura diffusa e comunicante di dispositivi tecnologici che interagiscono grazie ad Alexa.
La strategia di Amazon, non necessariamente legata a obiettivi di profitto immediato, può essere compresa solo se si guarda al futuro delle intelligenze artificiali e alla loro pervasività futura. A fare la differenza non sarà la quantità di prodotti Amazon capaci di parlare, apprendere, servire e interagire grazie ad Alexa ma il numero di dispositivi di altri produttori che adotteranno Alexa come standard o componente AI dei loro prodotti.
Grazie a prodotti come Echo e all’intelligenza artificiale Alexa, Amazon si sta posizionando sul mercato tecnologico in modo altamente competitivo (lo è già da tempo nel mercato del Cloud Computing) con una ricca offerta comprensiva di hardware, software e servizi. In futuro sarà interessante osservare in che direzione questa strategia si indirizzerà e in che modo verrà contrastata da altri produttori, in primo luogo Apple, Microsoft, Google, ma anche Facebook e le grandi aziende tecnologiche emergenti cinesi.