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Se i robot si prenderanno posti di lavoro non rimane che regalare soldi a tutti

Se i robot si prenderanno posti di lavoro non rimane che regalare soldi a tutti

06 Aprile 2016 Redazione SoloTablet
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Per alcuni siamo prossimi all’avvento del post-capitalismo, per altri saremo testimoni di grandi cambiamenti destinati a plasmare scenari di cui oggi non siamo neppure in grado di prevedere, per altri ancora il primo e i secondi sono sempre più determinati dalla tecnologia e dai suoi effetti. Se le macchine sono destinate a prendere il potere e a sostituirsi agli esseri umani nei loro posti di lavoro, una soluzione potrebbe essere quella di regalare a tutti del denaro, anche in assenza di prestazione di lavoro. Alcuni ci stanno già pensando!

Il presidente del consiglio italiano sembra avere già capito tutto. Ha iniziato con il distribuire gratis 80 euro ai lavoratori italiani al di sotto di una certa soglia di reddito e ora, prima di elezioni amministrative molto importanti, sembra volere regalarne 80 anche ai pensionati. Lo ha fatto e lo farà perché ha capito che i denari non possono regalare la felicità ma, in loro assenza, lasciano a ognuno la possibilità di scegliere la sua forma di miseria o di cullarsi nell’infelicità guardando coloro che i soldi continuano ad averli. Per alcuni comunque 80 euro saranno un regalo molto gradito e altrettanto utile.

L’automazione crescente e l’evoluzione della robotica sembrano oggi prospettare scenari futuri nei quali molti posti di lavoro saranno a rischio. Se questi scenari si avvereranno aumenterà la disoccupazione e molti lavoratori si ritroveranno senza posto di lavoro e senza reddito. A quel punto sarà necessario valutare anche per loro l’opzione degli 80 euro oppure di regalare loro denari per il loro fare nulla e per aiutarli a riempire di attività il loro tempo libero.

Per chi fosse interessato ad approfondire i temi trattati nell'articolo suggeriamol'articolo di Evan Dashevsky con quasi 100 commenti pubbicato su PCMAG: Will Robots Make Humans Unnecessary? - As robotics and artificial intelligence continue to accelerate in their development, there will be a dwindling number of jobs that machines won't handle better than humans. How should we prepare for an economy that no longer needs us?

Prima che le macchine si sostituiscano agli esseri umani, confermando le previsioni che parlano di 40/50% di posti di lavoro a rischio, passeranno ancora molti anni ma nel frattempo tutti ne parlano diffondendo la percezione che il fenomeno sia già in atto, in particolare per lavori manuali e con salari bassi. Negli Stati Uniti, secondo il Council of Ecomic Advisers i lavori a rischio e sostituibili da macchine intelligenti sarebbero l’80%.

In un futuro prossimo venturo in pratica qualsiasi lavoro basato su attività o processi che possono essere svolti da una macchina sarà a rischio. A decidere l’eventuale sostituzione saranno i datori di lavoro, una scelta che dipenderà molto dalla rilevanza da essi data alla relazione ed empatia umana rispetto a quella un po’ più fredda e meccanica del robot.

In assenza di un reddito di cittadinanza l’espansione delle macchine rischia di aumentare ulteriormente il numero di persone che ne avrebbero bisogno. L’aumento giustificherebbe, soprattutto da un punto di vista politico, la creazione di fondi speciali per un reddito minimo in grado di garantire una sopravvivenza felice a milioni di nuovi disoccupati e senza reddito da lavoro. Un reddito garantito non eliminerebbe la povertà ma avvererebbe quella che era stata una delle proposte di Karl Marx e Friedrich Engels, nota come UBI (Universal Basic Income). Con la differenza che mentre Marx pensava a un intervento temporaneo per lavoratori momentaneamente privati del lavoro e in povertà, oggi potrebbe diventare la norma.

L’idea di distribuire gratuitamente denaro ai senza lavoro solleva molte obiezioni da parte di economisti e politici e non sembra essere la soluzione ideale nelle condizioni economiche attuali molto focalizzate sui bilanci e gli aspetti finanziari. Ci sono comunque stati come la Finlandia (Could Finland become the first country in the world to introduce a universal basic income?), l’Olanda, la Svizzera (referendum in giugno per un salario base uguale per tutti gli adulti e uno ridotto per i bambini) o il Canada che a questa soluzione stanno già pensando.

In Olanda sono già in corso alcuni esperimenti che prevedono l’elargizione di uno stipendio (sussidio?) minimo di 850 euro al mese senza alcun obbligo reciproco da parte del lavoratore (senza posto di lavoro) o in alternativa con l’obbligo di prestazioni volontarie in attività sociali. Nessun vincolo è posto ai beneficiari nella loro ricerca di fonti di guadagno alternative e aggiuntive.

A un salario minimo stanno pensando anche i signori della Silicon Valley preoccupati, più della povertà crescente, dalle possibili reazioni sociali e politiche che la crescente disuguaglianza potrebbe causare. L’idea è di finanziare l’idea prelevando i fondi dai servizi di welfare, sistemi pensionistici e delle tasse attuali e con la riduzione della burocrazia, resa possibile dall’impiego di altre macchine e nuovi robot.

Per il momento sono semplici idee e spunti per una riflessione su un fenomeno, quello dell’automazione, che non è destinato a rallentare e che forzerà una ristrutturazione profonda dell’intera economia. L’idea di un reddito di cittadinanza potrebbe essere una soluzione possibile, una soluzione semplice per un problema complesso.

Di questi temi parla anche Paul Mason nel suo libro Postcapitalismo recentemente pubblicato in Italia. Nel sesto capitolo del suo libro dedicato alla “macchina gratuita”, Mason riprende una ricerca della Oxford Martin School degli Stati Uniti che indicava nel 47% i lavori a rischio automazione con i lavoratori amministrative e le vendite tra i più a rischio sostituzione. Lo studio ha fatto nascere molte narrazioni giornalistiche ma anche dotte discussioni tra economisti sulla possibile futura disoccupazione di massa e sul crollo dei consumi. La distribuzione di redditi di cittadinanza gratuiti è stata una delle soluzioni prese in considerazione ma mai considerata come funzionale allo sviluppo futuro dell’economia capitalistica.

Una soluzione alternativa possibile, già praticata e che si sta diffondendo, è la trasformazione di quanto oggi già facciamo gratis, in lavoro retribuito, ad esempio nel campo dei servizi alla persona. Mason fa degli esempi parlando di prostituzione affettiva a pagamento (fidanzate in affitto, dog-sitter, ecc.). Bisognerebbe però imporre una mercificazione diffusa della vita e di tutte le sue molteplici interazioni umane che mal si adatta alla costante ricerca di profitto e di efficienza del sistema economico capitalistico.

Il problema insito nell’automazione diffusa e nella robotizzazione sono quindi qualcosa di più grande della disoccupazione, mettono in discussione la capacità del sistema di creare nuovi mercati quando quelli vecchi sono esauriti. Il problema nasce ben prima dell’automazione con l’affermarsi di modelli economici basati sulla informazione e con la tendenza a generare prodotti  a costi zero e diritti di proprietà deboli. Quello che sta emergendo, suggerisce Mason, suggerisce di ipotizzare futuri scenari costitutivi di un “mondo di macchine gratuite, beni fondamentali a prezzo zero e un tempo di lavoro necessario ridotto al minimo.”

In pratica una nuova utopia con l’unico problema che non è chiaro chi possa essere a realizzarla! I tempi sono folli e ci aspetta sicuramente nuovo caos!

 

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