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La fatica della lettura e il piacere di leggere

La fatica della lettura e il piacere di leggere

21 Gennaio 2019 Redazione SoloTablet
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Come ha scritto Maryanne Wolf nel suo libro Proust e il calamaro, noi umani non siamo nati per leggere. Nella evoluzione della nostra mente e della nostra la capacità di apprendere, leggere non è affatto qualcosa di naturale. E' una realtà nota che può avere effetti drammatici o conseguenze affascinanti a seconda della disponibilità, volontà, determinazione o pigrizia nel perseguire e coltivare la lettura. Sul tema della lettura, Annamaria Testa ha pubblicato un interessante articolo sulla fatica del leggere che suggeriamo ai nostri lettori per una lettura attenta e curiosa.

Secondo Annamaria Testa la fatica di leggere è reale ma il piacere della lettura è una conquista preziosa.

Un concetto molto simile a quello illustrato anche dall'autrice di Proust e il calamaro (Proust e il calamaro: storia e scienza del cervello che legge). Secondo Testa leggere arricchisce la vita ma è anche un’attività del tutto innaturale. I lettori esperti tendono a sottovalutare questo fatto. O se ne dimenticano. Comunicare è naturale. ça capacità di identificare, differenziare e scambiarsi segnali, come ha scritto Tullio de Mauro, appartiene al nostro patrimonio evolutivo e non è solo umana: la condividiamo con le altre specie viventi, organismi unicellulari compresi.

Secondo la Wolf noi non siamo nati per leggere (Il cervello che legge e le nuove tecnologie digitali).

La lettura è un'invenzione degli ultimi millenni che ha portato a una riorganizzazione del nostro cervello allargando i confini del nostro modo di pensare e mutando l'evoluzione intellettuale della nostra specie (La fatica della lettura e il piacere di leggere). Comprendere questa verità è particolarmente importante in questo momento storico caratterizzato dalla transizione dal cervello che legge a un cervello sempre più digitale.

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Immagine di Joel Robinson: http://joelrobison.com/

Per Annamaria Testa "leggere, non è naturale per niente. Ed è faticoso.

La fatica di leggere è sia fisica (i nostri occhi non sono fatti per restare incollati a lungo su una pagina o su uno schermo) sia cognitiva: il cervello riconosce e interpreta una stringa di informazioni visive (le lettere che compongono le parole) e le converte in suoni, e poi nei significati legati a quei suoni. Poi deve ripescare nella memoria il significato delle singole parole che a quei suoni corrispondono, e a partire da questo deve ricostruire il senso della frasi, e dell’intero testo. Tutto in infinitesime frazioni di secondo, e senza pause. È un’operazione impegnativa, che coinvolge diverse aree cerebrali e diventa meno onerosa e più fluida man mano che si impara a leggere meglio, perché l’occhio si abitua a catturare non più le singole lettere, ma gruppi di lettere (anzi: parti di gruppi di lettere. Indizi a partire dai quali ricostruisce istantaneamente l’intera stringa di testo). Un buon lettore elabora, cioè riconosce, decodifica, connette e comprende tre le 200 e le 400 parole al minuto nella lettura silenziosa."

A pochi giorni dall'annuncio di Google del suo progetto editoriale Edition at Play destinato, almeno negli obiettivi, a cambiare la natura del libro, può essere interessante per lettori abituali o apprendisti lettori leggere sia il libro di Maryanne Wolf, Proust e il calamaro,  sia il testo di Annamaria Testa.

Il libro è di facile lettura ma richiede impegno e obbliga ad apprendere leggendo. Il testo di Testa è breve ma ricchissimo di informazioni e conoscenze.

Sul tema SoloTablet ha pubblicato numerosi articoli, eccone alcuni:

 

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